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Quanto è difficile restare presenti a noi stessi e vivere il tempo che ci è dato senza lasciarci inseguire dal passato e senza perdersi nell’ipotesi di uno dei tanti futuri in circolazione.
Vivere con semplicità questi giorni e abbandonare la prospettiva degli acquisti, l’agenda natalizia che sforna anzitempo panettoni, mercatini e luci artificiali.
Prendersi realmente cura di quello che siamo e lasciare alla parola di Dio la libertà di scrivere quell’attesa che spesso non sappiamo più leggere né interpretare.
Inoltrarci in un percorso di conversione che ci conduca dove il Natale è realmente intimo, autentico e originale.
Il dato di fede di questa domenica chiede silenzio, ascolto, preghiera e verità per aspettare pazientemente il ritorno del Signore della nostra storia e dei nostri giorni.
L’attualità chiede preghiere per la pace. Il clima che respiriamo è pessimo, i segni di ostilità sempre più evidenti e le guerre che non finiscono mai sono anche il riflesso dei conflitti che ci portiamo dentro. Scegliere di pregare quotidianamente per la pace è anche capire quali sono gli atteggiamenti di rifiuto, le tensioni che ci abitano dentro, le parole e i gesti che dovremmo verificare per ritrovare una capacità di comunicare che non sia solo la sterile rivendicazione dei nostri interessi.
È ancora attesa, ma allo stesso tempo siamo anche attesi dove il buio può fare spazio al nuovo giorno, dove il male non è un dito puntato sul fratello, ma il riconoscimento sincero delle nostre fragilità e dove la speranza alza il capo e non smette di credere che la nostra liberazione è più vicina di quanto possiamo immaginare.
Buon Avvento a tutti…
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