martedì, 15 febbraio, 2011, 10:10
A volte un tempo è qualcosa di più: è malattia e guarigione, è sconfitta e successo, è la fine, ma segna anche un nuovo inizio.
A volte sei adulto e, tuttavia, ancora quel bambino e già quel vecchio in cui ti sembra di poterti riconoscere.
A volte un tempo è tutto il tempo: è la guerra ch'è finita e la sommossa che un esercito non riesce a governare, è il tiranno spodestato da un trono, ma anche il volto amabile del futuro despota che si sta accomodando.
A volte continuiamo a non capire e riproduciamo schemi mentali e storici che abbiamo appreso solo apparentemente: utilizziamo la memoria come un calco che torna a imprimere le stesse ferite, le medesime offese e riusciamo a stupirci di quell'unico inevitabile risultato ch'è lo stesso di sempre.
A volte dovremmo imparare davvero, provare a ricomporre un giorno a partire dal suo profilo migliore e trovare maggiore sincronia con quell'attimo che contiene i frammenti della realtà e dell'illusione.
A volte un tempo è l'infinito che continuiamo a negare, con i piedi drammaticamente incollati ai giorni di una storia che, senza un desiderio autentico d'eternità, non può che riprodurre fedelmente la prigione che abbiamo costruito e dal quale rifiutiamo di evadere.
mercoledì, 16 febbraio, 2011, 19:02
Un saluto a tutti!