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I vestiti dei due figli sono più semplici da indossare.
La taglia del cinico esattore di eredità con il Padre ancora in vita si adatta benissimo a chi interpreta la vita dal punto di vista del desiderio di divertirsi, sperperando e consumando qualsiasi cosa e quando finisce la festa, può essere comodo far leva sull’affetto di chi ti ama e decidere di tornare a casa.
La taglia del figlio perfetto che resta a casa e legge la propria vita come una serie di sacrifici da rinfacciare al Padre quando il tempo sarà opportuno è perfetta per il legalista tutto d’un pezzo che sceglie di essere servo e non vuole la responsabilità di provare a comportarsi da figlio.
Nei panni del Padre ci sentiamo subito a disagio e non abbiamo alcuna voglia di capire la sofferenza di chi deve trovare la sintesi perfetta tra la giustizia e la misericordia.
Nei panni del Padre la realtà è più complessa, perché non è così facile rendere giusti quei due figli così estranei al suo amore e del tutto incapaci di rapportarsi come fratelli.
Più facile disquisire su chi sia il figlio migliore che prendere coscienza di quanto siamo lontani dall’amore di Dio…
Più facile commuoversi di fronte al ritorno di un lestofante che non si sa bene sino a che punto si sia pentito…
Più facile parteggiare per chi resta fuori e per motivi di principio non ne vuole sapere di entrare per provare a far festa.
Forse per tornare realmente a casa dovremmo focalizzare un po’ di più l’attenzione sull’amore di chi largamente perdona e lasciar perdere le dispute sulle due forme di mediocrità che impediscono a un Padre di essere tale e a due fratelli di ritrovarsi in un abbraccio.
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