giovedì, 24 febbraio, 2011, 19:12
C'è una fontana, cè ancora...
ma acqua più non c'è e i bambini,
i bambini sono ormai automobili
e non succhiano più ghiaccioli,
sulle panchine vuote della piazza
c'erano anziani e bastoni di legno,
c'è ancora l'albero ma non la chioma.
C'è un bar, non più quell'osteria
la sedia rossa fuori dal negozio
non fuma più la sua sigaretta
e non riposa dopo l'ora di punta,
ho pantaloni sempre lunghi ormai
e anche la via ha cambiato nome.
C'è che la memoria fa acqua
e di alcuni, ho perso ricordo,
non sento più il rimbalzo
di un vecchio Tango ovalato,
c'è una lacrima per chi s'è perso
per chi correva troppo forte
con la macchina o con le siringhe.
C'è che sono ancora qui...
a conservare una storia di Tigli
di case abbandonate e fantasmi
di sogni innocenti derubati...
ci sono i banchi del mercato
il tribunale che non giudica più,
c'è il vento che a volte ritorna.
lunedì, 28 febbraio, 2011, 01:03
I tuoi ricordi sono anche i miei.
In un tempo in cui i bambini popolavano le strade senza la paura di non far più ritorno a casa.
Non si indossavano i vestiti firmati e la domenica si ascoltava la voce della radio e si aspettava che la sera la domenica sportiva mostrasse le gesta di Sivori e compagni.
Era in bianco e nero, ma chi era tifoso della Juve non aveva il problema.
E prima di dormire si dava una veloce ripassata alla lezione che il giorno dopo si doveva ripetere a scuola.
Sono passati quasi 50 anni, e non me ne sono accorto; mi sono scivolati addosso con il rimpianto per le occasioni perse e la gioia per ciò che Dio mi permesso di vedere e fare.
Purtroppo non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna: racontarlo.
Buona notte.