martedì, 2 agosto, 2011, 10:26
Il quattro agosto del 1980, due giorni dopo la strage, mi trovavo casualmente a Bologna e attendevo un treno per Cesena.
Ricordo le macerie e i fiori, le macchine fotografiche che immortalavano i resti come di fronte a una veduta del Monte Bianco o alla Torre Eiffel.
Dal 2 agosto del 1980 al 22 luglio del 2011 nulla è cambiato, la storia resta quella di sempre e le vittime non hanno mai l'opportunità di una parola per replicare e per chiedere conto del sangue che si versa mescolando fanatismi d'ogni genere e specie, alla "politica" intesa nel senso più lurido del termine.
La storia che non cambia esplode come una bomba, spara come una mitraglietta, uccide senza neanche sapere bene per quale motivo e per chi.
La storia che non cambia, puoi rileggerla mille volte, capovolgerla e stravolgerla, ma in nessun caso riesce a spiegare se stessa e a dare un senso al transito della violenza che mai giunge al capolinea.
sabato, 6 agosto, 2011, 23:46
Il 2 agosto 1980 avevamo programmato di partire per un paio di settimane in campeggio i quel di Otranto per quella che sarebbe stata la mia ultima estate da single.
Si discuteva della mia Mini Minor che faceva i capricci avendo oramai il motore semifuso, del mio amico Luigi che si era fatto raccomandare da uno zio colonnello per evitare il servizio militare, il quale gli aveva promesso che dopo il mese di CAR a Taranto sarebbe stato trasferito, o imboscato come si diceva in gergo, presso l'Ospedale Militare di Bari.
E invece fu spedito a Otranto, in una caserma dive il nonnismo era la regola principale.
Temendo il suicidio, ogni settimana lo si andava a trovare per passare insieme la domenica al mare; e che mare...
L'argomento del post è serio, e non me la sento di raccontare le avventure e disavventure di due settimane di ferie; ci sarà un altro momento per farlo.
Ciò che invece sento di dire è che vittime innocenti sono state sacrificate in nome di chissà che cosa, e che ancora a distanza di anni la verità non è stata detta
C'erano anche cittadini baresi a Bologna quel giorno.
A loro è stata dedicata una strada nella zona residenziale della città; poca cosa, ma almeno serve a ricordare.