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Tre silenzi 
mercoledì, 14 settembre, 2011, 11:15


Non fa più rumore il silenzio delle parole che non ho detto: ho pensato per tre decenni che ne avrei coltivato in eterno il rimpianto; poi, in un giorno qualunque, ho capito quanto sia stato un bene tacerle.
Scorre il silenzio della musica che ho ascoltato, quella che ha scelto di restare e che i miei orecchi non hanno consumato mentre colmavo il tempo delle parole non pronunciate.
Apro il calendario dei silenzi che verranno e rinuncio alla vanità di dire quel "per sempre" che le parole dette o taciute finiscono sempre per tradire.

Rué 
giovedì, 15 settembre, 2011, 10:15
Qualsiasi parola o nota musicale detta suonata o scritta, lascia una traccia di come eravamo e come pensavamo e sarà più facile riconoscere come siamo cambiati.
"Per sempre", l'ho detto una sola volta e spero di essere capace di rispettarlo "per sempre": il giorno del mio matrimonio; fin'ora ci sono riuscito e quindi ho buone speranze, anche perchè per come sono fatto io, se non avessi mia moglie con me, mi sentirei una mezza persona, eppure siamo così diversi, ma l'amore è davvero grande...
Quando andiamo giù dai suoi parenti, tutti ci dicono - quando si parla di matrimoni o di storie d'amore finiti male - "vabbè, ma il vostro è stato un grande amore", e io sottolineo: il nostro è un grande amore!
Le note che scrivevo una volta, erano com un fiume in piena che non riusciva a scorrere quieto tra gli argini e continuamente esondava: ciò che esondava era la mia musica.
Oggi, la mia "penna" preferita continua ad essere la mia chitarra, alla quale evidentemente riesco ad affidare pene e dolori, ma anche gioie esuberanti e momenti di intensa spiritualità.
Mi volto e mi riconosco, rido, ma mi riconosco; rido per la differente persona in cui mi specchio, ma una lacrima che scende improvvisa mi conferma che "parliamo" della stessa persona, la quale un tempo aveva una mamma viva e altri ricordi di persone che ormai sono sfumate.
Le parole scritte, somigliano molto alle mie note, solo più confuse e sovente mi accorgo che in quelle parole non c'è tutto il sentimento che provavo o provo, non è espletato in toto, e allora comprendo perchè devo dare tutto in musica; in genere le persone che hanno i miei dischi sono quelle che mi conoscono meglio.
E mi è capitato di incontrare persone che mi sono state presentate, e che avevano dei miei dischi, e parlando con loro mi sono accorto che sapevano più cose di me, di molte persone che mi conoscono da tempo personalmente.
L'importante è comunicare e mai rinunciarvi, pena l'esclusione - non tanto dalla comprensione altrui - ma di quella propria!

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