venerdì, 21 ottobre, 2011, 08:18
Noi che non siamo normali perché non riusciamo a sorridere della morte di nessuno, neanche di quella di uno dei tanti dittatori di questo mondo. Qualcuno perde il potere, qualcuno lo acquista e il risultato, difficilmente cambia: i buoni si autodefiniscono tali e, hanno già pronta la figurina che identifica il prossimo cattivo che minaccia il mondo.
Sembra la trama di un pessimo fumetto di supereroi o di un film western che continua a raccontare la cattiveria e l'inciviltà degli "indiani".
Noi che non siamo normali e siamo sprovvisti di partiti e tessere d'appartenenza che rafforzano la fragilità di un'identità che nutre se stessa ascoltando rigorosamente una sola campana.
Noi che non possiamo essere normali, se la normalità è la quotidiana soppressione delle differenze.
Se proprio dobbiamo essere uguali, allora, cercheremo di coltivare un sogno in cui ognuno è identico all'immagine più bella che ha sperato e creduto di se stesso.
venerdì, 21 ottobre, 2011, 09:47
Condivido in pieno.
Come si può proclamarsi "democratici" e poi come primo gesto infierire sul cadavere del nemico?
Può darsi che Gheddafi si sia meritato tutto questo odio, per ciò che ha commesso nei lunghi anni della sua dittatura, ma ciò non giustifica, a mio parere, l'adozione dello stesso metodo nei suoi confronti.
E che dire della Clinton che si è subito affrettata a dichiarare che "La guerra non è finita!", preoccupata che la morte del "nemico giurato" possa far anche solo immaginare uno scenario di pace o, anche solo, di non belligeranza.
Come potrebbero gli Stati Uniti, la nazione più democratica del mondo, tirarsi su dalla crisi senza qualche guerra in giro per il mondo a portare la democrazia?
Invidio sempre più Dinamite Bla e la sua vita sul "Cucuzzolo del misantropo".
Ciao
venerdì, 21 ottobre, 2011, 21:22
Per qualcuno è impossibile dimenticare le malefatte di un dittatore, ma è ancora più impossibile usare la forza per restituire quel male...
Per qualcuno la violenza è nemica della forza perchè è l'evidenza della resa delle umane virtù...
Per qualcuno si deve cambiare e si può farlo senza uccidere, anzi proprio a cominciare dal rifiutarsi di uccidere, dal prendere le distanze più che da una persona dai suoi comportamenti abituali, anzichè ripeterli all'infinito...
Per qualcuno la sconfitta è non riuscire ad elevarsi al di sopra di chi ci ha preceduto...
Per qualcuno il sangue non chiama sangue nelle braccia, ma nel cervello e di lì ad un tavolo di confronti...
Per qualcuno certe immagini suscitano soltanto schifo e prima ancora compassione per una persona che si era dimenticata di esserlo, ed è stata "giustiziata" da altre persone identiche a lui, pronte a tutto anche ad uccidere pur di conquistare il potere...
Per qualcuno è difficile indovinare differenze congenite in soggetti dai comportamenti così simili, e la diffidenza per questa presunta democrazia si fonda su fatti, non su parole!
Per qualcuno...
Perchè non per tutti?
domenica, 23 ottobre, 2011, 23:41
Perchè non siamo tutti uguali, caro Ruè.
Colui che crede veramente sa che la morte non è altro che un passaggio ad una vita migliore.
Tutte le religioni lo affermano, e presentano un Paradiso dove ogni cosa è bella, tanto da far considerare "inferno" la vita su questo mondo.
Ma chi crede in valori diversi, prettamente terreni come denaro e potere, non ha il tempo e la voglia di preoccuparsi per il "dopo", per quella vita eterna che non solo il Cristiamesimo, ma tutte le religioni insegnano.
Non capisco la gioia che altri provano nel vedere il cadavere del nemico che fino al giorno prima era un amico da rispettare, specie quando dietro a tutta la storia gravitano interessi da multinazionale.
In attesa di vedere le facce di coloro che per primi saliranno sul carro del vincitore, trattengo per altri momenti battute cattive che, nonostante tutto, il mio carattere non può fare a meno di pensare.
Ma vi assicuro: queste battute sono solamente parcheggiate in zona grattino.
Ma non per molto.
Buona notte.
lunedì, 24 ottobre, 2011, 20:45
Hai ragione Mino!
E tutto ciò mi fà vomitare, però fino a qualche decina di anni fà, esisteva ancora una cultura della vita e del rispetto differente da quella che si respira oggi.
E tutto questo anche in ambienti lontani anni luce dalla fede; forse che la cultura del mondo cattolico avesse "contaminato" anche buona parte dei non credenti, come spesso si sente dire?
Forse è così del resto, ma si trattava pur sempre di cervello in espansione, oggi - al contrario - in estinzione!
Comunque tutta la nostra vita è impostata su quello che si pensa di quell'ultimo giorno terreno e a volte pensarci un pò di più aiuterebbe a non tradire l'uomo per l'animale!
Buone cose...