mercoledì, 16 novembre, 2011, 10:28
Dimmi tu se ne vale la pena, se davvero è proprio il caso di confinare i nostri giorni nel bel mezzo di un'arena.
Non è mai sufficiente il tempo, eppure, una buona parte dei respiri se ne vanno senza una ragione ben precisa, senza alcuna consapevolezza, nell'estrema superficialità di un futuro da rincorrere che si sovrappone a un presente in cui esistere.
Una lite condominiale per un box auto situato in posizione migliore, una scazzottata per ventidue milionari in calzoni corti, la perdita di un fratello per qualche centimetro in più di una casa paterna e, quando viene sera, a casa e a letto veloci in compagnia di un orgoglio senza misura.
Lavorare ore e ore per la propria realizzazione e spendere tre quarti di stipendio per assoldare una tata, acquistare tre confezioni di pelati scadenti per comprare una borsa firmata, andare un'ora in palestra prendendo prima l'ascensore per scendere due piani e poi l'automobile per coprire una distanza di duecento metri...
Siamo di passaggio e ci comportiamo come se ogni singola situazione potesse essere quella definitiva, quella che ferma il mondo nel bel mezzo della nostra vita.
Tutto scorre e in un battito di ciglia se ne sono andati i capelli e una protesi ha sostituito una vecchia dentatura: dovrebbe subentrare in cambio un po' di saggezza, ma non sono pochi gli anziani che chiudono i propri occhi senza la verità di un'esperienza da offrire.
mercoledì, 16 novembre, 2011, 15:35
Hai fotografato come meglio non si sarebbe potuto la vita come spesso scorre oggi, a volte, molte volte anzi, inutilmente, senza contenuti che valgano davvero e diano profondità alla vita stessa.