giovedì, 17 novembre, 2011, 09:50
Gli aquiloni di Dio li puoi vedere puntando un cielo qualunque, ma molto di più se guardi verso terra, all'altezza di un prato, di uno sguardo bambino che, talvolta ricorda e talvolta ha già dimenticato...
Un istante di profonda sofferenza o un attimo di gioia immensa e può capitarti di ricordare quel tempo non così lontano in cui puntavi un soffitto apparentemente vuoto e sorridevi divertito da quei colori che abitano ancora in uno spazio piccolo piccolo della tua memoria.
Gli aquiloni di Dio tornano tra le lenzuola candide di un sogno che si accende e, almeno per qualche istante, suggeriscono la loro discreta presenza, quell'affetto che sussurra compagnia, protezione e calore.
Quell'attimo di coraggio inaspettato, quella decisione che non sembrava essere nelle tue corde, quel gesto di perdono dopo aver conosciuto risentimento e rancore, quella generosità che abbandona la partita doppia e smette di fare calcoli complicati: il volo degli aquiloni di Dio prosegue senza sosta, tanto per i passeggeri attenti, quanto per quelli distratti.
giovedì, 17 novembre, 2011, 22:09
Ci sono momenti in cui la mente non è serena, e i pensieri corrono come una mandria di gazzelle disperso da un branco di leoni in mille direzioni diverse.
Ci sono momenti in cui la mente si sente in gabbia e gli occhi vedono solo le situazioni negative dimenticandosi di tutte quelle positive che hanno caratterizzato il resto della vita.
Ci sono momenti in cui la mente si sente triste, anche in mezzo ad una folla festosa, non riuscendo a partecipare alla gioia degli altri.
Ci sono momenti in cui la mente si sente sola, ma non cerca compagnia perchè nella solitudine trova la sua pace.
Ci sono momenti in cui la mente si interroga, e pensa che chi legge può solo consigliargli di cambiare spacciatore.
Ma sono solo momenti; per fortuna sono solo momenti che durano un attimo.
E la mente pensa che ogni attimo passato a pensare a cose negative
è un attimo perso; e la vita è fatta di attimi.
A volte basta poco: lo sguardo di un bambino, gli occhi di chi sta peggio di te, le fusa della gattina....
E tutto passa.
Una bella dormita e domattina si ricomincia.
Buona notte
giovedì, 17 novembre, 2011, 23:29
Coraggio Mino,
ci sono anche momenti in cui la mente e la vista sono annebbiate e non riescono a vedere e pensare lucidamente...
Ma dopo la notte viene sempre il giorno, dice don Fabio e io aggiungo che anche la notte può aiutare a riflettere su come organizzare il giorno successivo in modo felice.
Peggio sarebbe camminare tra la gente e non vedere la sua felicità, perchè si immagina solo finzione dietro un sorriso; ma tu sai che un sorriso è già qualche passo avanti a te che ti stà aspettando.
Nella pur ovvia lontananza fisica, percepiscimi più prossimo possibile.
Buonanotte a te.
venerdì, 18 novembre, 2011, 07:52
Grazie, Ruè.
Per fortuna ci sono gli amici; vicini o lontani non ha importanza, ma la loro presenza si sente comunque.
Oggi c'è il sole, e ricomincia una gioiosa giornata di lavoro.
A più tardi e una buona giornata a tutti.
venerdì, 18 novembre, 2011, 08:10
Una giornata serena per te caro Mino. venerdì, 18 novembre, 2011, 09:09
"SORRIDI ALLA VITA" è il mio motto, l'ho già scritto tante volte, e il sorriso aiuta davvero a ricevere altri sorrisi.....
Buona giornata a tutti con tanta serenità.
venerdì, 18 novembre, 2011, 10:43
Ciao Mino!
In quei momenti, in quegli attimi, occorre, secondo me, fare due cose:
1) pensare alla vicinanza di Dio, della Madonna(in particolare nei momenti tristi, almeno per me, la Madonna è una figura materna che mi rassicura, mi fa sentire meglio;
2) pensare a tutte le cose, anche piccole, che ci possono procurare sollievo e ci possono dare un pochino di carburante in più per affrontare con più verve la giornata.
Anche stupidaggini, come la partita che vedremo alla sera, o il film che ci gusteremo (il giovedì c'è Don Matteo), o il piatto di pastasciutta che ci cucineremo a fine giornata, il sigaro, ma può essere anche soffermarsi a gustare il profumo delle foglie autunnali ancora attaccate agli alberi, o quello delle caldarroste all'angolo della strada, o il sorriso di un bambino su un passeggino.
A proposito di profumi.
Da piccolo abitavo in una via dove c'erano tanti platani.
Non so se avete mai fatto caso, ma i platani hanno un profumo molto intenso, buonissimo, che si avvicina a quella della cannella, che a me piace da matti.
Oggi, quando mi sento abbattutto, o ho qualche problema, vado vicino a dove lavoro, in un posto dove ci sono i platani, per respirare un po' del buon profumo dei platani.
E' come ritrovare me stesso bambino, e questo mi aiuta a rilassarmi ed a far decantare meglio tutto quello che gira nella testa.
Dopo, rinfrancato da queste "boccate di platano", torno alle mie cose.
Buona giornata, Mino, a te ed a tutti gli amici del blog!
domenica, 20 novembre, 2011, 00:19
C'è una grossa calamita sopra di noi, che ci tira sù per tutta la nostra vita...
Ci eleva, ci lascia splendere...
Quando una calamita si avvicina, si percepisce la sua forza senza che ti tocchi, fino a quando non deciderà di afferrarci per sempre...
Qualcuno dice che è solo suggestione, però intanto si commuove davanti alla vita, si commuove davanti alla morte, segue le regole di un potere superiore che lo attira inesorabilmente a sè...
Qualcuno si guarda insistentemente la punta dei piedi, mentre afferma "un giorno la scienza lo spiegherà"; qualcuno invece guarda su perchè sente la forza che viene dall'alto, e pur mantenendo i piedi per terra, sà che la Verità è oltre il cammino dell'uomo...
domenica, 20 novembre, 2011, 23:45
Palla o muro?
Palla e muro!
Di solito nella vita di tutti i giorni, sono più abituato ad essere palla: a lanciare l'idea, a creare il soggetto, ad insegnare un percorso, a iniziare e aspettare...
Qui però, grazie alle bellissime tematiche che introduce Don Fabio, mi stò abituando anche ad essere muro: a raccogliere la palla che qualcun altro ha lanciato e a restituirla di conseguenza, a rispettare il soggetto (non proprio sempre per il vero) e a cercare di caricarlo di quell'enfasi emotiva che qualche altro mi ha suscitato...
Da diapason dunque, a strumento che risponde...
Da accordatore a corda...
Da bocca a orecchio...
Ma sempre da cuore a cuore, perchè quando la palla non colpisce, il muro non risponde; se un'emozione non mi arriva il mio sangue non esonda e il mio cervello stenta a strattonare la razionalità per rendere giustizia alla fantasia, che poi altro non è che il bordo superiore della ragione.
Sempre però allaccio la cintura, e uso prudenza anche se guida un altro: mi occorre infatti per respirare correttamente ciò che altri pensieri hanno inalato nelle mie narici, altrimenti non sarei più nè palla nè muro, ma soltanto freno, un inutile freno che devia il percorso della palla per evitare il contatto col muro e la risposta di questo.
Viceversa mi sono sempre sforzato di amplificare il segnale che mi raggiunge, di aggiungere qualcosa, e spero in questi anni di essere riuscito a collaborare - seppur in minima parte - all'opera di Don Fabio, che stimo ed apprezzo e nella quale ho fiducia che sia un veicolo di divulgazione e di applicazione del Vangelo.
Vogliate perdonarmi dunque - questa sera - di voler essere una volta palla, e proporre l'ascolto di una cosa che forse potrebbe essere interessante per molti per il tema che tratta: difatti dal Vangelo di Giovanni avevo musicato il testo dell'Inno al Verbo cap 1.
In 4 anni la composizione ha subito diverse variazioni e aggiustamenti successivi, fino alla forma finale che è quella della quale vi propongo l'ascolto.
Qui di seguito il link di YouTube: http://youtu.be/u2EIAmE_Jz8
Buonanotte e buon ascolto,
Rué
lunedì, 21 novembre, 2011, 08:29
Se alle chitarre acustiche e alle percussioni minimaliste aggiungessi un hammond, una fender e un'ovation saremmo in pieno rock progressive anni 70. In quegli anni la sperimentazione sapeva ricavarsi una buona fetta di mercato. Muro: bella e qualcosa in più. lunedì, 21 novembre, 2011, 12:17
Concordo pienamente col giudizio di Fabio, novello critico musicale.
Bravo!
martedì, 22 novembre, 2011, 23:19
Grazie, e qualcosa in più, carissimi Fabio e Mino.
In realtà quello che cerco di fare, è musica "fuori dal tempo" o "per tutti i tempi" a seconda di come si voglia leggere il cartello "SONO IO", ma la sostanza non cambia: è sempre quella di un tentativo di scrivere fuori dai margini e solo quello che si sente.
Poi è ovvio che essendo figlio degli anni 70, quella musica sperimentale a cui accennavi mi è entrata e uscita dalle orecchie e dalla bocca e dalle mani, troppe volte, per potermene dimenticare.
E' sicuramente stato il mo primo alfabeto, al quale è succeduta poi la formazione classica.
Non faccio molte canzoni, per lo più musica strumentale, ma comunque l'approccio è il medesimo anche se qui il testo e la melodia devono essere importanti.
Il mercato...
Vero è, ma sono persuaso - Fabio - che io non sarei capace di vendere l'ossigeno a un moribondo...