sabato, 28 gennaio, 2012, 15:57
Non ho paura di quel che chiami futuro: quando e se giungerà infine dalle nostre parti, sarà presente e non resterà tale che per una manciata di secondi.
Ha davvero senso perdersi nel girone dei fantasmi inquieti che preannunciano sventure e prendono il comando delle ansie?
Chi guadagna con la paura inventa prima la malattia e subito dopo il rimedio.
Chi capitalizza con l'angoscia continua ad acquistare mezzi che producono morte e distruzione e taglia i contributi all'istruzione e alla sanità.
Bisognerebbe osservare meglio questi feudatari del terzo millennio e rider loro in faccia sino a spazzarli via.
Si tengano pure il futuro di cui ci stanno privando e, mentre restano in attesa di quel che verrà, riprendiamoci il presente e smettiamo di subire quel che sta accadendo: non è inevitabile come potrebbe sembrare.
Senza paura è possibile tornare a decidere chi davvero può cambiare questo tempo ch'è nostro.
Senza paura puoi decidere di non viaggiare inutilmente ed evitare di alimentare il giocattolo del greggio.
Senza paura resti a casa a leggere un libro e, improvvisamente, il gieffe chiude i battenti.
Senza paura puoi evitare di acquistare il cibo spazzatura e premiare chi produce rispettando l'ambiente e scegliendo la qualità.
Senza paura puoi acquistare quello di cui hai davvero bisogno, puoi smettere di sprecare inutilmente e puoi ritrovare il gusto delle cose semplici.
Senza paura, il presente è davvero tuo e, basta aspettare ancora un attimo e ci sentiremo meno soli nel chiedere che la vita sia vita e che il soldo inesistente si converta in pomodori e patate.
lunedì, 30 gennaio, 2012, 23:01
Anche io penso che le paure funzionino un pò come la corrente elettrica: da qualche parte danno una scarica forte e come per magia in tutte le case arriva la luce.
Stessa cosa anche il buio: le paure!
La maggior parte sono indotte e diventano paralizzanti perchè ci fanno credere la loro verità con due regine della fiducia odierna:
1) la logica dei numeri che dà autorità a chi li riporta, tante teste uguali sembrano essere più attendibili di poche diverse.
2) la logica di "mammascienza" che si autoproclama onniscienza e sentenzia e bacchetta chi la contraddice (salvo osservare che sovente è lei stessa a contraddirsi).
L'autorità dei numeri e l'autorità della scienza (nelle sue vesti di superdonna e non certo in quelle di ragazzetta curiosetta)sono molto vicine a quell'autorità degli scribi che citi; mentre mi pare che l'autorità che condanna il male e avvicina chi l'ha compiuto, abbia forse il fiato corto - la sua voce non è possente - ma non le gambe corte come quelle di chi proclama e sentenzia dall'alto di un potere tutto presunto e sempre provvisorio.
Imparare a imparare è proprio l'esigenza di chi ha sete della verità, imparare a comandare quella di chi è pronto a smentire la verità per far trionfare la sua verità.