giovedì, 2 febbraio, 2012, 09:42
Che monotonia il posto fisso, molto meglio poter cambiare panchina ogni giorno, rallegrarsi della neve o del sole e mangiare a giorni alterni.
Se una battuta come quella di Monti sul posto di lavoro fisso fosse stata pronunciata da Silvio Berlusconi, la rete si sarebbe indignata e le sinistre avrebbero cavalcato l'onda, ma all'uomo trilaterale del Bilderberg e della Goldman, tutto è consentito.
Questo messia del nuovo ordine mondiale è un salvatore che resta perplesso se qualcuno parla in termini di potere delle sue funzioni, certo, siamo tutti convinti che il suo sia servizio e lei abbia a cuore la sorte del nostro paese e non gli interessi di quella fetida categoria di uomini che ha trascinato il mondo in questa prospettiva di investitori, sciacalli & affini.
Chissà di quanto tempo avremo ancora bisogno per prendere coscienza che il mondo dello spread, dei titoli di borsa e della crescita è una bugia che ha appena iniziato a presentare il conto.
giovedì, 2 febbraio, 2012, 15:38
a vedere così tra rete e tv direi che qualche reazione c'è stata...
lui ha specificato anche che i giovani devono però avere le giuste condizioni per farlo.
certo che se, come capita oggi, prima dei 30 anni non riesci a entrare nel mondo del lavoro e se perdi il posto intorno ai 40 sei già considerato inutile dubito che sia possibile auspicare ad una maggiore flessibilità!
per il resto anche io non condivido questo continuo preoccuparsi della finanza e della "crescita", che non porterà nulla di buono!
giovedì, 2 febbraio, 2012, 16:43
Una battuta un po' infelice.
Però estrapolata così dal contesto suona ancora peggio, perchè lui poi ha subito specificato che occorrono le condizioni per poter cambiare posto di lavoro, per cui occorre togliere qualche tutela ai lavoratori iper-tutelati e darne a chi oggi è quasi schiavizzato.
Così suona già meno beffarda.
Penso che lui si ispiri ad un mondo come quello anglosassone.
Ho un'amica in Inghilterra che in 15 anni ha già cambiato dieci volte lavoro.
E tutte le volte lo trova in pochi giorni, e sono sempre lavori più che dignitosi.
Infatti non è mai preoccupata: lei sa che se si stufa o se non le vanno più bene certe condizioni di lavoro, ne cerca un altro.
Non hanno l'ansia e le difficoltà che abbiamo qui.
Monti penso che vorrebbe un mondo così: ma siamo in Italia...
sabato, 4 febbraio, 2012, 01:13
MARIO MONTI HA RAGIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come può un povero impiegato comunale vincere la monotonia lavorando ben 6 ore al giorno per 5 interminabili giorni alla settimana, reclamando ferie pagate, permessi retribuiti e diagnosticandosi ogni genere di malattie attribuite allo stress da lavoro dipendente, dal "gomito del temmista" al "ginocchio della lavandaia" passando dalla "sconfittite acuta" legata al rendimento calcistico della sua squadra del cuore (ovviamente l'INTERNAZIONALE) che provoca un opportuno assenteismo il lunedì mattina per evitare lo sfottimento dei colleghi bianconeri.
E come puoi anche tu, caro Fabio, svolgere il tuo "lavoro dipendente" sempre più monotono ascoltando in confessione gli stessi peccati commessi dalle stesse persone ogni settimana?
Mi sia concessa questa battuta, col desiderio di emulare le gesta del nuovo premier.
Si, perchè lui non ha avuto il tempo di annoiarsi col posto fisso, visto che la sua illuminata carriera comincia nel 1969 come professore ordinario presso l'Università degli Studi di Trento; poi dal 1970 insegna presso l'Università degli Studi di Torino, che lascia nel 1985 per diventare professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica.
Poi è chiamato a rivestire incarichi di rilievo in commissioni governative e parlamentari: è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione (1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982), membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987) e del Comitato Spaventa sul debito pubblico (1988-1989). Dal 1988 al 1990 è vicepresidente della Comit.
Sempre alla Bocconi assume la carica di rettore (1989-1994) e successivamente quella di presidente (1994), alla morte di Giovanni Spadolini. Attualmente si è sospeso dalla carica di presidente dell'Università fino a quando sarà in carica come presidente del consiglio dei ministri.
Quindi è indicato come candidato italiano per la nomina a commissario europeo nel 1994 dal governo Berlusconi I, assieme alla radicale Emma Bonino confermato nel 1999 dal governo D'Alema.
Ricopre, inoltre, la carica di presidente dell'Università Bocconi, incarico dal quale si è autosospeso il 24 novembre 2011, a seguito della nomina a presidente del Consiglio.
Nel 2010 è inoltre divenuto presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg. Da questi incarichi si è dimesso il 24 novembre 2011, a seguito della nomina a presidente del Consiglio.
Quindi è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avendo illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale.
Per hobby è editorialista de Il Corriere della Sera e autore di numerose pubblicazioni.
A quante cose, il poveraccio, ha rinunciato per diventare Presidente del Consiglio, esponendosi all'ira dei camionisti, dei pescatori, dei tassisti, dei farmacisti, dei benzinai, degli avvocati; e di quanti ancora?
Ma oltre alle cariche, avrà rinunciato anche agli stipendi?
Meditate gente, meditate.
Alla fine si stava meglio quando si stava peggio...
Buona notte
sabato, 4 febbraio, 2012, 11:23
Wikipedia è in rete e chiunque può informarsi sulle carriere perseguite da questo quel personaggio...
Sicuramente sono d'accordo che nel corso di una vita lavorativa, possa capitare di cambiare lavoro o posto di lavoro; che questo debba capitare per forza e che comunque non si debba nemmeno auspicare ad un posto di lavoro che duri almeno un po', mi pare una follia e aggiungerei questo disagio come una possibile concausa (sebbene ampiamente esagerata) della mancata formazione di nuove famiglie.
Sul posto di lavoro, su ogni posto di lavoro - anche e soventissimamante nel lavoro in proprio - si trovano fannulloni e scansafatiche e persone serie e laboriose; l'unica differenza è che "l'osso di casalegno" nel posto fisso è ostentato con tranquillità, mentre nel lavoro indipendente viene fatto passare come impossibilità di fornire un servizio migliore alla propria clientela per colpa di qualche disservizio al di sopra e al di fuori del proprio lavoro.
Non esiste onestà tra i lavoratori indipendenti e disonestà tra i dipendenti e poi non tutti i dipendenti sono dipendenti pubblici; mio cognato che lavora ad Asti da una vita come magazziniere, in realtà fà di tutto e fà risparmiare soldoni enormi a chi - più intraprendente di lui??? - lo sfrutta per benino: mio cognato ha le mani d'oro, nel senso che sà fare di tutto, ma veramente di tutto con le mani, aggiusta ogni cosa: macchine, camion, impianti elettrici, sa piastrellare, sa di idraulica, ripara caldaie, ecc, ....ogni cosa che tocca con le mani la ripara o la mette insieme facendo riaprmiare sacchi di euro di mano d'opera esterna specializzata che - con la sua presenza in sede - viene ridotta a casi estremi e rarissimi!
Tutte le mattine và via alle 5 e se lo chiamano quando è a casa fuori dal lavoro - perchè indispensabile la loro risparmio - sbuffa ma poi và a vedere perchè ha paura che qualcuno sia in difficoltà, nemmeno per il posto di lavoro.
Mio cognato è una persona d'oro, una persona semplice e d'oro, come tanti italiani sfruttati ma col cuore d'oro...
Poi verrano tutti i furbi, tutti i mascalzoni, tutti gli scansafatiche, ecc..
Ma chi dà lavoro a mio cognato e a tanti simili a lui, è davvero più intraprendente, più inarrestabile lavoratore, o soltanto più furbo e oltre a salvare il portafoglio riesce anche a salvare la faccia?
Vista da chi guadagna 72mila € al mese, la cosa può sembrare estremamente più semplice, ma certe battute come anche quella che affrema che chi, arrivato a 28 anni non è laureato: è uno sfigato,....andrebbero sospese per ambienti più adatti ai loro palati economici e "culturali".
Culturali?
Ma!
Che la cultura sia un bel vestito, un po' di parole "colte", un saper ben fare per costruire pompe che alimentino i propri portafogli, e sviluppare una tendenza al consumo sempre più estremo giustificata dal suo impiergo in paesi più avanzati del nostro (come quella che ne deriva inevitabilmente da un continuo saltellare da un posto all'altro senza mai fondare, ma soltanto evitando di affondare) che la cultura sia questo, è tutto da vedere.
E chi l'ha detto poi che quei paesi sono più avanzati del nostro, possono essere anche soltanto più sviluppati in senso negativo.
Più egoisti, più egocentrici, più interessati soltanto al denaro e pronti a barattare qualsiasi cosa e forza lavoro con questo...
Stà di fatto che in quei paesi, anche la famiglia è ancora più castigata che in Italia, la depressione è statisticamente parlando nettamente superiore e le malattie - vere o presunte - da stress da lavoro, nettamente maggiori.
Ehh!
lunedì, 6 febbraio, 2012, 00:41
Ciao Ruè!
Scusa, ma mi ha colpito la vicenda di tuo cognato.
Ma per tutti questi lavori "extra", che fa presso l'impresa dove lavora, non viene retribuito?
Viene fatto rientrare tutto nella consueta attività di magazziniere, nel normale stipendio e nel normale orario di lavoro?
lunedì, 6 febbraio, 2012, 00:44
Te lo chiedo perchè si collega all'argomento affrontato qualche giorno fa, sull'Etica del lavoro, che mi ha fatto riflettere molto e che mi ha fatto affiorare alla mente molte domande, in primis sul mio atteggiamento di fronte a questi avlori fondamentali.lunedì, 6 febbraio, 2012, 20:38
Sì, Altro!
Proprio così!
Viene fatto passare tutto nel normale contratto di lavoro.
All'inizio era stato assunto come normale magazziniere, ma ben presto si sono resi conto che aveva altre capacità, anche perchè lui quando vedeva un problema - per ben figurare con l'azienda che lamentava danni - si offriva dicendo "se volete provo io"...
L'avesse mai più detto!
Ora è un jolly, è capitato persino che l'hanno chiamato domenica mattina perchè un collega aveva fuso il motore, e lui è partito da Odalengo per andare vicino a milano, è riuscito a far ripartire la macchina e riportarla in sede ad Asti senza doverla far rimorchiare dal carro attrezzi.
Gli hanno pagato il pranzo e dato 30 euro per il rimborso benzina!
Comunque lui è fatto così.
Ma non è certo l'unico, su questo volevo mettere l'accento!
Mio cognato tra l'altro ha un contratto particolare perchè è parzialmente invalido, diciamo che ha una spalla distrutta e ridotta a un nodo, da un inciedente stradale nel quale si è rotto tutte le ossa e perso la milza: è rimasto vivo soltanto perchè essendo un foglio di carta per quanto è magro, il volante contro il sedile dell'auto l'ha stritolato ma non ammazzato.
Stava andando a lavorare e per quell'incidente ha fatto un anno di ospedale e 29 interventi.
martedì, 7 febbraio, 2012, 17:33
Mi dispiace per tuo cognato.
Persone come lui meriterebbero ben altro datore di lavoro.
Purtroppo nella maggiorparte dei casi l'obiettivo di un datore di lavoro è massimizzare l'utile per se stesso, anche a costo di commettere ingiustizie nei confronti di coloro che lavorano per lui, e, diciamolo forte, senza i quali lui non potrebbe vivere.
Oltre alla giusta remunerazione del lavoro EFFETTIVO svolto (e non solo di quello risultante dal contratto di lavoro), spesso dovrebbe essere manifestata, anche economicamente, perchè nò, la gratitudine per chi fa qualcosa per te, soprattutto se in condizioni difficili.
Ciao.