martedì, 13 marzo, 2012, 16:40
Sorrido cortesemente a un anziano che attraversa la strada, rispondo con l'informazione desiderata a una telefonata e compilo correttamente un certificato di battesimo: forse sono io, forse è il pilota automatico.
Ci sono giorni in cui risulta indispensabile il pilota automatico: sceglie a memoria un volto adeguato alla circostanza, calcola istantaneamente un percorso e compie una serie di gesti ignorando il vuoto in cui lo spirito si sta dibattendo.
Non è mai facile gestire l'esperienza del vuoto interiore; a volte risulta davvero incomprensibile questa vita che non sa distinguere l'essenziale dal superfluo e dal velleitario.
La gente a volte è una risorsa, in altri casi, è un cappio al collo che si stringe e soffoca il meglio di quel che ti porti dentro:
-gente che conosce il guadagno e ha dimenticato il sogno
-gente che calcola tutto e investe in ogni singola persona
-gente che non conosce più il rispetto e la correttezza.
Più che un pilota automatico in determinate circostanze non posso offrire, perché per non esplodere coltivo un giardino dove nessuno ti può raggiungere.
Cammino lentamente e cerco di alzare lo sguardo, ripeto a me stesso che tutto passa, anche i giorni peggiori...
Certo, ogni tanto avrei bisogno anch'io di passare una giornata senza il telefono che ti raggiunge ovunque per presentarti un problema da risolvere.
Certo, vorrei che almeno ogni tanto fosse domenica anche per me.
mercoledì, 14 marzo, 2012, 13:56
Venosa, Potenza, Basilicata.
Venosa città d'arte, Venosa città di Orazio.
Ovviamente non parlo dell'amico di Topolino, ma del poeta latino la cui statua in bronzo fa bella mostra di sè nella piazza principale, ricordando nella sua immobilità ed espressione, il Claudio Ranieri dopo il gol del Marsiglia ieri sera.
Colgo il riferimento al pilota automatico: non mi dispiacerebbe averlo in macchina, ma toglierebbe quella creatività che sia nella guida o nella vita, rende diverso l'uomo dal robot; ed è meglio essere se stessi piuttosto che fingere di essere quello che gli altri vogliono che si sia.
Ma siamo tutti creature del Signore, sia che manchiamo di rispetto o di correttezza, sia calcolatori sia accumulatori di ricchezza; se queste persone hanno il permesso Divino di esistere sicuramente c'è una valida ragione.
Quando puoi, prenditi qualche giorno di vacanza e vieni quaggiù; sarai mio ospite, ma dovrai seguirmi nel mio lavoro.
Oltre ad ammirare le meraviglie di questa terra, noterai che nell'arco della giornata ci troveremo di fronte le stesse categorie di persone scorrette, accumulatrici e calcolatori.
Per la serie "cambiano gli inquilini, ma il Padrone di Casa è sempre lo stesso".
Ma una volta finito di lavorare, si respira aria pulita, utile per il corpo ma sopratutto per lo spirito.
E poi si mangia bene....
P.S.:
Mi chiedo perchè, masochisticamente, preferisci la domenica che, per te, è il giorno più impegnativo...
venerdì, 16 marzo, 2012, 22:30
Ho due piloti, uno automatico e l'altro manuale!
Purtroppo quello automatico sovente mi tradisce e agisce come io non vorrei, non come gli ho insegnato; ma è automatico e conosco i limiti degli automatismi.
Se mi capita - ad esempio - una cosa spiacevole di mattina appena sveglio, l'automatico prende il sopravvento e reagisce in maniera esagerata, e così pure quando mi capita una cosa che non mi aspetto e sulla quale non ho il tempo di riflettere.
Me ne dispiaccio, perchè non mi appartengo, mi osservo muto e mi strapperei la lingua...
Quando è in azione - viceversa - il pilota manuale, ho più controllo e seguendo pur sempre il mio sano istinto naturale, riesco però a canalizzarlo attraverso un percorso che è più aderente alla mia persona, alle mie riflessioni, alle mie decisioni, e finisco per ritrovarmi maggiormente in quelle azioni e in quelle parole che ne scaturiscono.
La mia insegnante di pianoforte, quand'ero bambino, diceva sempre a mia mamma: "Roberto forse è più adatto alla chitarra, è molto impulsivo e diretto, ha molta immaginazione ma è meno riflessivo di Alessandro,".
Al di là del fatto che oggi non lo vedo certo come un complimento - nemmeno per un bambino - è anche vero che con gli anni sono molto cambiato e diventato molto più riflessivo e meno "automatico"; però la mia natura è quella di un manico tra le mani e quando l'istinto mi prende mi può anche portare lontano, dimentico chi sono e vado via, ma in questo caso è giusto.
Quando ciò accade nella vita invece - per fortuna sempre più raramente e in modo più leggero - non mi piaccio e siccome ho un minimo di autocoscienza, "faccio una fotocopia e la metto nel portafoglio" per non dimenticare come sia facile smettere di essere sè stessi e osservarsi nei panni di quelli che si è soliti criticare.