martedì, 24 aprile, 2012, 11:34
E' un mondo che ti porta sempre altrove e sarebbe bello viaggiare senza la triste impressione di fuggire, di scappare, di dover prendere le distanze da questo o da quello...
Il problema non è allontanarsi dagli altri, dalle situazioni o dalle cose; il problema è riavvicinarsi a se stessi.
Tolgo le scarpe e le calze e m'inoltro in un prato: sento l'erba e abbandono l'elettricità accumulata, il sovraccarico di tensione torna lentamente alla terra.
Provo a distendermi e a respirare, con calma, senza violenza di nessun genere, sino a guadagnare la profondità del ventre e a ristabilire il contatto consapevole col cuore.
Osservo la mia ombra proiettata dal sole e attendo l'istante in cui l'ombra inizia ad accorgersi della mia presenza.
Spengo la luce e mi lascio attraversare dalla notte: c'è luce sufficiente in ogni essere umano perché la notte diventi riposo e non si perda nel buio.
Seduto comodamente, lontano dalle fonti più invadenti del rumore, accolgo il silenzio che non è l'assenza del suono, ma la scelta di ascoltare il riverbero interiore del tempo che più non corre.
Ascolto la musica che corrisponde al momento preciso che sto vivendo: non è così difficile distinguere il tempo in cui è meglio muoversi, quello in cui è più opportuno sognare, quello in cui è sufficiente un tappeto armonico per lasciarsi andare.
Riempo un bicchiere e lo colmo d'acqua a temperatura ambiente; sorseggio lentamente come se stessi degustando un vino d'annata, chiudo gli occhi e assaporo la fonte della vita senza pensare ad altro che a quel piccolo miracolo che percorre il mio corpo.
Prendo due sedie e dopo aver scelto dove accomodarmi, immagino di dire le parole che vorrei dire alla persona che è al centro dei miei pensieri: capita di poter ascoltare anche qualche risposta.
Apro un piccolo quaderno e inizio a scrivere tutte le cose buone che ho incontrato e vissuto nell'ultimo periodo.
Ringrazio per ogni cosa che non ho ancora ricevuto e ripeto a me stesso che qualcuno sta ascoltando e non darà mai una serpe a chi sta chiedendo un pezzo di pane.
martedì, 1 maggio, 2012, 11:52
IL PREZZO INGIUSTO......MI PIACE!
Senza quell'abbraccio, senza quel gesto gratuito, senza aver capito l'importanza dei fratelli: siamo senza speranza!
Siamo soli con i nostri dubbi che si contano in denari inutili e azioni di forza, che denunciano la più grande debolezza: essere orfani, essere sterili ed essere murati vivi dentro la propria odiata pelle!