mercoledì, 3 ottobre, 2012, 08:28
Non è obbligatorio timbrare il cartellino delle attese che gli altri hanno nei tuoi confronti: a volte è necessario deludere e andare avanti per la propria strada per evitare di alimentare un'immagine distorta di sé stessi.
La fedeltà alla propria storia e ai propri sogni non è compatibile con la ricerca del consenso a tutti i costi.
Il primato del rapporto con Dio non è un valore che si può mettere in saldo per qualche applauso in più e per inseguire un successo tanto pericoloso quanto deleterio.
Ci condanniamo reciprocamente a essere quello che non siamo per paura di essere soli. Ci ritroviamo a recitare una parte che trasforma la vita in un palcoscenico che osserva con sospetto e diffidenza chi osa rispondere con la naturalezza dei suoi gesti e delle sue parole.
La sicurezza che crediamo di ottenere in cambio è del tutto inconsistente e risuona di un vuoto che può diventare insopportabile.
Non so bene dove sto andando; so che ho bisogno di una vita più vera e ci sono situazioni di solitudine che devo imparare a vivere con maggiore serenità e con le pause e i silenzi che troppo spesso mi sono negato.
La responsabilità dei doni ricevuti mi attrae e seduce: il mondo che ho visto e conosciuto sino a oggi, non è che una piccola parte di quel regno infinito in cui c'è la luce e la pace dei momenti più belli e intensi che ho vissuto.
A volte il vento fa il proprio giro e ritorna là dov'è partito, a volte è necessario che assuma il coraggio di soffiare l'esistenza di un altrove.
giovedì, 4 ottobre, 2012, 00:27
Mi sembra quasi strano ormai scrivere qualcosa qui, ma sono contento di averne l'occasione però!
Anche io Fabio vorrei una vita più vera, o meglio contatti umani più veri...
Intendiamoci io penso che i contatti umani possano anche passare tramite un pc - sicuramente non solo; però sono davvero i luoghi a fare la differenza, e sicuramente questo è un luogo interessante.
Troppe volte si tende a fare la differenza tra un contatto e un altro, sia esso telefonico o virtuale; secondo me è soltanto il modo in cui ci si pone e sicuramente alcuni luoghi - anche virtuali - sono più adatti di altri che mirano solamente al numero di partecipanti e non approfondiscono mai nulla: mai un pensiero compiuto e nessuno che ha voglia di raccoglierlo del resto; soltanto un anonimo copia e incolla.
Poi le regole stesse del "gioco" che sono dettate da un sistema uguale per tutti, è ridicolo e disorientante; cosa vuol dire "mi piace"? Che mi interessa? Allora poi perché se mi interessa non aggiungo nulla.
Ci sono troppe continue provocazioni di bassissimo retaggio e pare quasi che ognuno ogni giorno scopra la luna e lo voglia comunicare agli altri, invece ha soltanto scoperto lo stesso "copia e incolla" di altri centomila che hanno fatto la stessa pensata.
Ciò che conta è comunicare qualcosa, e continuo a pensare che l'unico modo per farlo sia un discorso compiuto, articolato e soprattutto che stimoli la riflessione, anche interiore non necessariamente di colloquio.
Un abbraccio vero però è un'altra cosa!
E sono uno di quelli che odiano quegli abbracci a distanza con le braccia al collo e il corpo lontano come se non partecipasse al coinvolgimento emotivo.
La gente in discoteca si strofina per ore e lo trova normale, io non trovo più una persona capace di abbracciare in maniera integrale, sembra quasi che tutti abbiano paura di essere contaminati, ma ci scriverò sù un articoletto un giorno di questi perché merita più parole...
Per intanto un ennesimo abbraccio virtuale!