venerdì, 4 gennaio, 2013, 08:23
Ti racconto le fini del mondo; quelle annunciate con qualche anno d'anticipo e quelle che capitano improvvisamente. Alcune si possono intuire perché si esprimono con grandi boati, altre, sono silenziose come gas del tutto privi di odore.
Solo chi sopravvive può raccontare queste ripetute fini del mondo, ma non mancano gli indovini e i profeti di sventura che per esigenze di mestiere e necessità di pubblico, anticipano un certo numero di tragedie che, con ogni probabilità, non accadranno nè nel tempo, nè nella modalità suggerite dalle loro voci cavernose e dai loro volti corrugati.
La fine del mio mondo, almeno per quanto ne posso sapere io, potrà essere tra 10 minuti o tra 30 anni: non è poi così fondamentale avere una scritta sulla pelle con la propria data di scadenza.
Tra una fine del mondo e l'altra, dovremmo vivere con maggiore leggerezza e apprezzare meglio e di più il mistero dei nostri incalcolabili giorni.
Tra una fine del mondo e l'inizio di una nuova era dovremmo dare più voce al nostro affetto e imparare a relativizzare le proiezioni del nostro orgoglio. E di questo giorno che, potrebbe essere anche l'ultimo, sarebbe opportuno non smettere di respirare e sorridere mentre il tempo è ancora vivo e buono tra le mani.
lunedì, 7 gennaio, 2013, 08:21
Da qualche anno ormai ed in modo particolare, in questi ultimi mesi, ho la sensazione forte di questo tempo che sfugge e che troppo spesso viene utilizzato come fosse un contenitore di pensieri e di attività riforosamente programmate da un giorno all'altro, come se il vuoto della mente ed il silenzio facessero paura. Mi rendo conto sempre di più, che la preoccupazione di non raggiungere quegli obbiettivi frenetici dai quali penso di avere acquisito una sorta di dipendenza, mi spaventa, ma nel contempo sto lavorando per comprendere che seppur molto spesso, tutte queste cose hanno anche una umana e significativa valenza, davvero non meritano il dispendio di tante energie. Vivere le nostre giornate con la consapevolezza della nostra fragilità, aiuta a comprendere la bellezza di lasciare alle spalle le nostre effimere preoccupazioni per amare di più la vita, noi stessi e gli altri. Io penso che in ciascuno di noi ci sia questo grande desiderio di amare e sorridere, forse si ha paura di dirlo, talvolta persino di pensarlo.