martedì, 5 febbraio, 2013, 09:57
Un tipo da facebook con la tastiera sempre tra le mani e la connessione che non si disconnette mai...
Un tipo da "mi piace" e catene quotidiane di S. Antonio, un tipo da petizioni per la soppressione del gerundio e richieste continue di giochi idioti per aumentare i tempi di permanenza in rete...
Un tipo che non controlla mai quel che legge e non distingue una bufala da una notizia, anche quando è evidente che non c'è nulla di vero...
Un tipo che non distingue quattro chiacchiere tra amici e, magari non prenderebbe mai in mano un microfono per dire qualunque cosa a centomila persone, ma in rete tutto cambia e poco importa del privato...
Un tipo che tagga chiunque e posta fotografie intime senza neanche sapere quello che sta facendo...
Un tipo che cambia il suo stato e diventa celibe o spèosato a seconda del tipo di ricerca che sta effettuando...
Un tipo che non ha tempo di leggere un libro, che non ascolta i terabyte di musica illegalmente scaricata, che anche in una sala cinematografica non resiste senza il proprio smartphone con la magica applicazione blu del proprio mondo reale...
Un tipo che ho cercato di essere anch'io, quando temevo di perdermi qualcosa d'importante, perché tutti si trovavano e si trovano ancora là.
E' una dipendenza vera e propria anche se nessuno lo vuole ammettere.
Però, quando smetti di simulare e restituisci il tuo tempo alla vita vera, scopri immediatamente che non stai così male, e che puoi vivere tranquillamente anche se non sei un tipo da facebook.
mercoledì, 6 febbraio, 2013, 23:49
La mia è una famiglia numerosa.
Una quindicina di zii sposati che diventano il doppio, un plotone di cugini che oramai hanno fatto la loro vita chi sposandosi e separandosi chi fedeli alla promessa del matrimonio ed un esercito di procugini nati da queste unioni.
Molti vivono dalle mie parti, ma qualcuno ha preferito o è stato costretto a cercare miglior fortuna all'estero.
Ci si vede purtroppo solo nelle tristi occasioni, vergognandosi di aver dimenticato i giorni in cui ci si divideva il pane e nutella della merenda fra un gioco e l'altro.
Ma su facebook ci sono tutti; anzi ci siamo, perchè ci sono anche io.
Doverosamente devo dire che nella mia pagina c'è lo zampino delle mie figlie, perchè non ho nè il tempo nè la voglia e nemmeno la capacità di mostrare le mie gesta.
Ma l'altro giorno mi è stato detto che sulla pagina di un mio cugino sono state inserite delle vecchie foto di famiglia.
E così ho rivisto mia madre oggi ultraottantenne in una foto in bianco e nero sfumato che non sfigurerebbe affatto fra quelle della Scicolone (in arte Sofia Loren) e la Lollobrigida, il piccolo Mino con in braccio la sorellina oggi cinquantenne, i nonni che ci hanno lasciato.
Sono le foto che noi emigrati in Piemonte spedivamo per posta ai parenti lontani, quando era l'unico modo per far avere notizie.
Erano altri tempi; non so se migliori o peggiori.
Ben vengano, quindi, le nuove tecnologie se mi hanno permesso di meditare sul tempo che passa, sul come eravamo e sul come siamo.
Come in tutte le cose che il progresso o il Buon Dio ci mette a disposizione, sta alla nostra maturità evitare di eccedere.
Non dimentichiamoci che è grazie a queste "diavolerie" che sono riuscito a rivedere dopo oltre 30 anni gli amici con cui ho diviso la mia giovinezza.
E ne sono felice.
giovedì, 7 febbraio, 2013, 09:34
Non mi riferisco certamente agli aspetti di cui parli caro Mino. Le cose che hai detto non rispondono alle questioni che ho sollevato. Un conto è ritrovare amici e parenti, un conto è tutto il resto...
giovedì, 7 febbraio, 2013, 09:39
A una certa età hai anche qualcuno da ritrovare, ma a 15 anni non sarebbe meglio spegnere il pc e andare a farsi un giro? giovedì, 7 febbraio, 2013, 11:20
...oltretutto quando era appena stato creato fb veniva "venduto" come uno strumento per ritrovare i vecchi compagni di scuola, quindi l'ho interpretato come un mezzo per adulti e non per i ragazzini.
concordo con il fatto che i più giovani dovrebbero preferire uscire e avere contatti reali, ma credo si possa dire lo stesso di videogiochi e giochi all'aperto e in compagnia.
Ultimamente il mio tempo per stare dietro a tutto questo è veramente scarso, da quando ho rotto anche lo smartphone ancora meno, ma non ne sento particolarmente la mancanza! se devo scegliere tra accendere il nb o uscire a fare una passeggiata scelgo volentieri la seconda.
giovedì, 7 febbraio, 2013, 13:18
Sono perfettamente d'accordo, e non ho mai pensato che la condanna della nuova tecnologia da parte tua fosse categorica.
Ti conosco e so come la pensi, e su moltissime cose la pensiamo allo stesso modo.
Il mio pensiero era volto a farvi condividere la mia gioia nello riscoprire immagini e momenti che avevo completamente dimenticato.
Ma se la nuova generazione passasse il pomeriggio a correre dietro un pallone nel campetto dell'oratorio piuttosto che perdersi dietro amicizie virtuali...
venerdì, 8 febbraio, 2013, 22:14
E difatti è un'autentica dipendenza!
Lo vedo dal vivo tra allievi e parenti...
Il triste è che oggi non si scrive neppure più qualcosa, ma si prende qualche vignetta preesistente da non so dove, e la si incolla; e a volte ti capita di leggere più volte la stessa cosa nella stessa giornata.
Facebook è come la strada: di per sé innocua; ma poi in pratica la strada ti "offre" un sacco di cattivi esempi e i più deboli e i più stupidi ci cadono facilmente.
Non è vero che è la domanda che fà l'offerta; sovente è proprio il contrario: se in una città come Torino ci sono più di duemila prostitute sulla strada, è comprensibile il perché sia in continuo aumento il numero dei clienti; se una pubblicità ci martella tutti i giorni per 25 ore contando - anche l'ora di libertà - è normale che poi ci siano più richieste di quel prodotto...
Facebook è così: pieno di porcherie e pieno di buone idee; di solito le buone idee le usano tre gatti e le porcherie fanno boooooom!
Ecco perché il tipo da fb, diventa come un tossicodipendente e non riesce più a liberarsi da un meccanismo stringente.
Per quanto mi riguarda, mi limito a indirizzare al mio sito quando scrivo qualcosa che penso possa interessare qualcuno; per il resto ho la fortuna di saper stare in equilibrio anche in acque più agitate; e penso che questo sia un bene, perché intanto non ci si può sottrarre dal mondo e neanche possiamo chiudere i nostri figli e nipoti in una cantina senza vetri: bisogna invece insegnare loro a saper "camminare": punte di piedi quando la situazione esige un certo rispetto, gambe levate quando l'aria si fà pesante...