venerdì, 1 marzo, 2013, 08:30
E' gia dentro di noi quel luogo che possiamo chiamare quiete, pace, serenità...
E' già dentro di noi, ma in più di un'occasione abbiamo bisogno di scegliere un luogo qualunque e di rivestirlo di un significato che va oltre la materia e diviene un punto d'accesso per riscoprire la propria dimensione spirituale.
Tornare anche oggi in quel luogo è importante.
Continuare a ripetere a sé stessi "Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;".
E' quello che sto cercando di fare in questi giorni. E' scegliere una preghiera che sappia insistere e perda quella timidezza di chi pronuncia quattro parole senza convinzione e, in fondo, non desidera né si attende alcuna risposta.
Le parole del Vangelo che precedono il ritornello di questi giorni sono chiare: bisogna avere il coraggio di insistere ed essere determinati perché il nostro bussare possa godere la gioia di una porta che si apre.
Dal Vangelo di Luca
Gesù disse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Le persone che bussano con costanza e ottengono una risposta positiva sanno perfettamente di che cosa hanno bisogno.
A volte mi chiedo se davvero ho coscienza delle mie necessità, se per dirla in modo semplicissimo, so cosa voglio.
Se non c'è convinzione quando bussiamo è perché non abbiamo ancora affrontato la fatica di essere chiari con noi stessi, con i nostri desideri e con le nostre aspettattive.
Quando bussi a una qualunque porta sei davvero sicuro di quello che stai per chiedere?
Chiedi davvero l'equivalente di un pane (cioè l'essenziale) o chiedi cose inutili e forse anche dannose?
Conosco persone che si attendono che gli altri possano leggere e intuire le domande che non hanno mai formulato. Non è che resti inutilmente alla porta perché non hai neanche avuto il coraggio di suonare?
Ti lascio in compagnia di queste domande (se mai tipotessero servire), m ti lascio in compagnia di quel silenzio che è davvero indispensabile per imparare a bussare e per non arrendersi ai primi tentativi.
Usa il tempo di cui disponi come meglio credi, ma non lavorare solo con l'intelletto perché lo spirito di ogni uomo chiede molto di più.
Una preghiera per concludere:
Ho fatto finta di bussare per eccesso di timidezza,
non ho chiesto nulla per non dovere niente a nessuno.
Entro in una chiesa e mi aspetto di essere capito dentro,
vorrei essere compreso, ma non dico una sola parola.
Signore, aiutami a capire di che cosa davvero ho bisogno,
e a bussare con convinzione sino a quando la porta si apre.
Continua Lunedì.
Buona giornata a tutti.
venerdì, 1 marzo, 2013, 22:43
Mi è capitato sovente di entrare in chiesa per qualche minuto a chiesa vuota, ed è sempre lì in quelle circostanze che sento la chiesa "piena di Dio": perché la sua immensità mi cerca le parole che sembrano uscire più volentieri da pensieri non soffocati dalla calca domenicale.
E' starno dirlo, lo so!
Ma il momento in cui sento Dio più prossimo non è quello della messa domenicale - eucarestia a parte ovviamente!