martedì, 25 giugno, 2013, 10:21
Una rosa per me e una rosa per te.
Una rosa per i bugiardi, ma soprattutto una rosa per chi continua a non temere di pagare il prezzo della propria onestà.
Una rosa per chi si accontenta di pregare Dio e una rosa per quelli che non moltiplicano inutilmente le loro parole e sanno incontrare il divino che si rende visibile nella carne e nel limite.
Una rosa per i commedianti e i loro abiti da scena e una rosa per chi non rinuncia a indossare la propria umanità.
Una rosa per chi osserva la vita dal proprio castello e una rosa per chi non rinuncia a coltivare il proprio prato.
Una rosa per le chiacchiere sulla famiglia e una rosa per quanti sanno benedire e ringraziare per quell'affetto che supera ogni divisione e muta lo sguardo dell'estraneo in un volto familiare.
Una rosa per chi si sente "a posto" e una rosa per quelli che rompono le righe senza attendere l'ordine dei generali e delle loro divise.
Una rosa che impazzisce per la perdita della sua bellezza al suo sfiorire e una rosa per quei petali che si abbandonano sul campo e, attendono senza più ansia, la fine di quel viaggio che riconduce a casa.