martedì, 13 agosto, 2013, 11:49
Hanno paura della loro ombra e di un'immagine distorta riflessa da uno specchio d'acqua.
Hanno paura dei propri pensieri e temono l'opinione del primo idiota che apre bocca senza valutare l'ipotesi di un solo pensiero non omologato.
Hanno paura del colore della pelle e di chiunque si trovi in uno dei tanti sud di cui è fatto il mondo.
Hanno paura di chi vive viaggiando e di chi si sposta con un mezzo diverso da un'automobile con più di qualche anno di vita.
Hanno paura di chi prova un sentimento e di chi stabilisce un contatto reale con le persone.
Hanno paura di chi non possiede un cellulare e di chi scrive lunghe lettere dal proprio silenzio.
Hanno paura dell'amore e si tengono alla larga dalle amicizie giudicate poco convenienti.
Hanno paura dell'affetto di un animale e temono qualunque essere vivente che non risponda ai requisiti delle razze maggiormente in voga in un determinato momento.
Hanno paura di tutto ciò che considerano strano e di qualunque esperienza che riconduca alla verità della persona.
Hanno paura di tacere e moltiplicano le parole con l'unico intento di confondere e di difendersi da ogni possibile forma di comunicazione.
Ragazzo mio, il problema non sei tu e la tua diversità è una ricchezza che si è miseramente perduta per l'ignoranza di chi sceglie un insulto per ogni cosa che non riesce a capire.
Ragazzo mio, scegli di trarre forza dalla tua fragilità perché non c'è coraggio nella violenza verbale e fisica di chi non ha ragioni né idee, ma solo una fottuta paura di vivere in un mondo in cui hai diritto di esistere anche tu.