lunedì, 26 gennaio, 2015, 17:20
Siamo padri e madri, ma siamo anche figli e nipoti, a volte zii e a volte, anche nonni.
Per definire noi stessi, ricorriamo spesso a un grado di parentela che ci mette in relazione con un nostro familiare.
In altri casi, manifestiamo un certo fastidio quando ci associano a un parente che è tale per circostanze puramente biologiche.
Al contrario, capita di incontrare qualcuno sulla nostra strada che diventa, un po' alla volta, più familiare di buona parte della nostra parentela.
La familiarità si costruisce un po' alla volta, non è un fatto che è semplicemente successo, ma una libera scelta che si ripete ogni giorno.
Il bene mescola le carte e allarga i nostri orizzonti e l'estraneo di ieri può diventare un amico che amiamo come se fosse un nostro fratello.
Quando Gesù indica i suoi discepoli come padri, madri e fratelli, non vuole certo ridimensionare l'amore per la madre e per gli altri parenti che lo stanno cercando.
Ai piedi della croce, Maria diventerà madre dell'umanità intera e abbraccerà quel progetto che superando ogni barriera, osserverà ogni singolo uomo come un figlio di cui prendersi cura.
Per Gesù, l'essenza della familiarità è nell'accoglienza di quella Parola che trasforma ogni essere umano in un potenziale fratello o sorella.