domenica, 1 febbraio, 2015, 16:30
Attendere pazientemente l'arrivo del giorno o contemplare il sole che va a riposare quando è sera.
Seduti su una panchina con una rosa in mano e il cuore che batte forte o appoggiati alla ringhiera, nelle prime ore della domenica mattina, aspettando che un figlio rientri a casa...
Tutta questa attesa, questa lunga attesa che attraversa stagioni intere e lustri apparentemente infiniti e in un solo istante, per un piccolo particolare, acquisisce un senso che riscrive il passato e osserva con uno sguardo completamente nuovo il futuro.
Tutta questa attesa che un uomo ormai vecchio risolve abbracciando un bambino che riscalda il freddo di tutti i suoi inverni.
Tutta questa attesa che diventa serenità e consapevolezza di aver portato a termine il proprio compito su questa terra.
Tutta questa attesa che si riveste di luce e colma la sete dei desideri più profondi.
Tutta questa attesa che sorride della folle corsa di chi vuole guadagnare tempo e si ritrova puntualmente con un pugno di mosche in mano.
Tutta questa attesa è anche nostra, quando facciamo pace con le lancette del nostro orologio nevrotico e disordinato e ci lasciamo raggiungere dal mistero di un tempo senza tempo che continua a bussare alle porte della nostra storia.