mercoledì, 25 febbraio, 2015, 19:56
Non basta tendere la mano per chiedere.
Occorre sapere bene di che cosa si ha bisogno e non tutte le nostre richieste vanno nella direzione delle nostre reali necessità.
C'è chi chiede una serpe e muore di sete e non se ne rende neanche conto.
Per chiedere bisogna accettare la fatica di leggere dentro noi stessi, di mettere da parte quel che affiora in superficie per lasciar emergere quello che si agita nel profondo.
L'intenzione di bussare non produce alcun suono, eppure, non sono pochi quelli che pretendono di vedere una porta che si apre magicamente senza neanche fare lo sforzo di suonare un campanello.
Qualcuno bussa con troppa agitazione e finisce con lo spaventare chi sta dall'altra parte.
Troppi bussano alla porta sbagliata e non si accorgono che l'indirizzo non corrisponde.
Chi bussa con buona educazione e sceglie la porta giusta, prima o poi riesce a entrare in una casa accogliente.
C'è chi si avvia a cercare senza aver maturato un po' di pazienza e pretende risultati a breve termine: non è dato a tutti di cadere da cavallo e anche in quel caso: quando è davvero iniziata la ricerca di Paolo?
C'è chi cerca pomodori dove qualcuno ha seminato patate e vorrebbe raccogliere i fagioli da una pianta di fichi.
Cercare, bussare, chiedere senza un minimo di consapevolezza sono atteggiamenti che conducono su binari morti e del tutto impercorribili.
Il primo passo per venirne fuori è una preghiera costante e prolungata...
Se vuoi raggiungere una qualunque destinazione e ti accorgi di brancolare nel buio, aprire una mappa e provare a tracciare un percorso è qualcosa di più di un consiglio.