martedì, 17 marzo, 2015, 17:13
Qualcuno ha già scritto la condanna a morte di Gesù e vorrebbe accelerare i tempi della sua esecuzione.
Gesù è colpevole di compiere le opere del Padre, è ormai considerato un blasfemo, un falso maestro arrogante che afferma di poter agire nel nome di Dio.
Gesù comunica vita e le ombre della morte, per restare su temi cari a Giovanni, detestano la vita.
Un malato che guarisce è per loro una bestemmia compiuta in giorno di sabato.
Un uomo rincuorato dal perdono ricevuto mette in questione la grettezza dei cuori assetati di potere.
Le sue parole, capaci di restituire libertà a chi ha vissuto per troppo tempo prigioniero, sono pericolose e destabilizzano quel popolo che qualcuno ha sempre controllato come meglio ha creduto.
Si avvicina l'ora in cui Gesù stesso sceglierà di consegnarsi e l'ottusità di chi detiene il potere religioso è sempre più cieca di fronte a una Verità che non teme di affermare se stessa.
Non è che a distanza di due millenni le cose siano cambiate più di tanto: le tenebre vogliono anche oggi l'ultima parola e sono pronte a calare appena sentono qualcuno che ha il coraggio di pronunciare il giorno.