martedì, 27 febbraio, 2024, 07:45
Sono davvero io l'immagine allo specchio, l'ombra che compare sulla pozzanghera o quell'essere catturato in uno scatto?
Sono davvero io l'idea che ho di me stesso, l'opinione che gli altri si sono fatti di me o le poche righe che riassumono un mio stato d'animo?
Ero davvero io il bambino taciturno e apparentemente assente, il giovane esuberante che si allontanava dal timido e insicuro adolescente, l'adulto che si proteggeva dietro a un vestito adeguato?
Possiamo ritrarre un istante della nostra vita, simulare una sicurezza che non ci appartiene o portare alla luce una caratteristica che vogliamo evidenziare, ma quello che siamo davvero resta sempre un mistero che ci sfugge.
Le foto che abbiamo imprigionato nella mente o raccolto in un telefono con tanto di cronologia, sono solo una delle tante rappresentazioni che tentano di pronunciare il nostro nome, ma non sempre la voce è davvero la nostra.
Viviamo in un mondo che ci spinge continuamente a cercare fuori quello che abbiamo paura di scoprire dentro.
In solitudine, lontani da qualunque palcoscenico, nel deserto di un teatro vuoto, quando l'unica compagnia che resta è quella di Dio, iniziamo a comprendere qualcosa di più ed è sempre un buon punto per ricominciare.