martedì, 1 marzo, 2011, 10:49
Continuano a chiamarla carità, ma la mano destra sa bene quel che contiene la sinistra e pesa la vita del povero con la dovizia di particolari che il fisco non riesce ad avere con il più disonesto degli evasori.
Ho un moto di repulsione crescente nei confronti di chi vorrebbe avvalersi di indagini dettagliate e trasversali per individuare il povero "astuto" che rischia certamente di diventare ricco a suon di borse della spesa con pasta, olio e salsa di pomodoro.
Il potente può raccontare qualsiasi assurdità e risultar credibile con uno stuolo di avvocati che scivola sulla legge come l'olio sull'acqua, ma il povero, rischia di essere processato non solo nei fatti, ma anche nelle sue intenzioni.
Continuano a chiamarla carità, ma è priva di sensibilità, di discrezione, di attenzione reale per chi è costretto a elemosinare il proprio diritto di vivere e bussa alle porte che rispondono con sospetto e diffidenza.
Ci vorrebbe un effetto domino di "azioni consapevoli" che quanto gratuitamente dovremmo dare è stato gratuitamente ricevuto e il coraggio di estirpare dalla liturgia della carità i peli della burocrazia, del narcisismo buonista di chi sei sente migliore del povero e del giudizio spietato nei confronti dei limiti del meno abbiente che, un minimo di buonsenso, saprebbe adeguatamente spiegare.
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lunedì, 28 febbraio, 2011, 09:25
Rai Minzolini si arricchisce delle voci suadenti e dei volti accattivanti di Sgarbi e Ferrara: due moderati in trincea per contrastare i Santoro, le Annunziate Lucie e i Melis.
Ho una ragione di più per spegnere il televisore e dimenticarmene l'esistenza.
Vorrei tornare in un mondo in cui non esiste Giletti e la sua Arena, Klaus Davi imbocca il biberon e non ha ancora pronunciato la prima parola, mentre le Jene, la Marcuzzi e tutti i piccoli grandi fratelli vengono spediti nello spazio di un ospizio a dieci milioni di galassie da una qualunque frequenza umanamente percettibile.
Servi non più della gleba, ma dei partiti o del presidente del consiglio che gradirebbe una scuola in cui ogni libero cittadino possa diventare un Trota con l'abbraccio benedicente dell'unto e flaccido creatore di mondi paralleli.
Mondi in cui non si distingue più una nomination del grande fratello da un attentato a Belpietro...dove sarà mai finito quel criminale?
Mondi in cui il lancio di un duometto ti spacca tre denti e ti riduce maschera sanguinante; poi, inaspettatamente riappari e non c'è un solo segno della tua vita precedente.
Mondi in cui trionfa Babilonia la grande e il bunga bunga si appresta a diventare disciplina per le prossime olimpiadi, con la tacita assoluzione di chi dovrebbe alzare la voce e "dire qualcosa di cristiano" e invece, approfitta del tre per due, ed etichetta come moralistico, qualsiasi tentativo di riappropriarsi di una coscienza civile.
Pusillanime sembra essere davvero bello!
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giovedì, 24 febbraio, 2011, 19:12
C'è una fontana, cè ancora...
ma acqua più non c'è e i bambini,
i bambini sono ormai automobili
e non succhiano più ghiaccioli,
sulle panchine vuote della piazza
c'erano anziani e bastoni di legno,
c'è ancora l'albero ma non la chioma.
C'è un bar, non più quell'osteria
la sedia rossa fuori dal negozio
non fuma più la sua sigaretta
e non riposa dopo l'ora di punta,
ho pantaloni sempre lunghi ormai
e anche la via ha cambiato nome.
C'è che la memoria fa acqua
e di alcuni, ho perso ricordo,
non sento più il rimbalzo
di un vecchio Tango ovalato,
c'è una lacrima per chi s'è perso
per chi correva troppo forte
con la macchina o con le siringhe.
C'è che sono ancora qui...
a conservare una storia di Tigli
di case abbandonate e fantasmi
di sogni innocenti derubati...
ci sono i banchi del mercato
il tribunale che non giudica più,
c'è il vento che a volte ritorna.
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mercoledì, 23 febbraio, 2011, 11:07
Baciamo le mani al dittatore che afferma di voler restare sino alla fine dei suoi giorni, costi quel che costi, anche un migliaio di vittime e, col passare dei giorni, probabilmente, anche di più.
Baciamo le mani e lasciamogli piantare la tenda per il suo circo, paghiamo giovani ragazze per accoglierlo e, per far sentire a casa propria il mitico Rais.
Baciamo le mani e stipuliamo accordi per fermare il flusso migratorio oggi e, prepariamoci ad accogliere i saldi di fine massacro.
Baciamo le mani e, vorremmo proprio non disturbare affatto, se solo l'Europa la smettesse di prendere posizione e lasciasse a ognuno il regime che meglio crede.
Baciamo le mani e paghiamo il conto, senza vergogna e senza rimorsi, tenendo pronto l'applauso per la prossima visita del comandante Libico.
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martedì, 22 febbraio, 2011, 09:31
La democrazia si esporta con le armi in Afghanistan e Irak e, al momento, risultiamo un po' presi sui due fronti per poter evadere nuove richieste.
Siamo talmente impegnati, al punto di dover aspettare qualche centinaio di morti prima di esprimere la nostra opinione in proposito.
Ovviamente nessuno chiede l'invio di truppe dell'esercito in Libia : abbiamo già dato del nostro peggio e non è il caso di ripetersi. Certo, non sarebbe poi un male definire in modo più chiaro Gheddafi e la sua vocazione alla dittatura e alla repressione, ma siamo troppo amici e non si sa mai; se s'arrabbia, le nostre coste potrebbero essere assaltate da un'orda di turisti del gommone.
Frattini non esporta democrazia senza richiesta scritta di Obama e la presidenza del consiglio, prima non vuole disturbare, poi bussa cautamente alla tenda di un uomo che dopo la recente tournée in Italia, ha messo da parte l'harem e tirato fuori la vecchia scatola di RisiKo.
Sono un po' leghista se penso al 17 marzo: le motivazioni sono differenti, ma neanche io ho voglia di festeggiare il tricolore che sventola tra le "sventole" di questo mezzo regime postribolare senza nè arte, nè parte.
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