martedì, 3 febbraio, 2015, 17:59
A volte è meglio allontanarsi, provare a osservare una realtà o una persona, azzerando il limite di una vicinanza che può anche illudere e tradire...
La sicurezza della nostra conoscenza è spesso figlia di quattro luoghi comuni inanellati tra loro o di opinioni che si sono consolidate a forza di ripetersi, senza una verifica puntuale e attenta.
Davvero è sufficiente sapere che Tizio è figlio di Caio e che esercita una determinata professione?
Siamo così sicuri che quel giovane che abbiamo visto crescere corrisponda perfettamente all'idea che ci siamo fatti di lui?
Non è diverso il rapporto con Dio...
Qualche anno di catechismo o la frequentazione regolare della messa domenicale garantiscono la conoscenza di Gesù?
Più approfondisco il mio rapporto con Dio e più prendo coscienza delle tantissime cose che mi sfuggono e mi restituiscono all'umiltà di dover continuare la mia ricerca mettendo in discussione le mille certezze che ho accumulato nel corso degli anni.
Riconoscere la propria distanza e mettersi in cammino per comprendere qualcosa di più può essere più utile che esibire la sicurezza delle foto di famiglia.
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lunedì, 2 febbraio, 2015, 18:00
Se riuscirò a parlarti, vedrai il mio dolore, la mia paura, la mia angoscia.
Se mi ascolterai per un solo istante e se mi concederai una sola Parola, tornerò a casa sereno e potrò contemplare, ancora una volta, la vita.
Se toccherò il tuo mantello, la mia sofferenza avrà termine e saprò che mi hai riconosciuta tra la folla.
Se avrò il coraggio di toccare e di lasciarmi raggiungere dal tuo sguardo, potrò stabilire quel contatto che ha la forza di guarire e di salvare.
Se a un mondo che affida al computer o al cellulare la simulazione delle proprie relazioni, saprò rispondere con i miei occhi, con le mie mani, con i miei orecchi, aiuterò il mio fratello ad allentare la morsa della solitudine e m'incamminerò con lui dove la guarigione ha inizio.
domenica, 1 febbraio, 2015, 16:30
Attendere pazientemente l'arrivo del giorno o contemplare il sole che va a riposare quando è sera.
Seduti su una panchina con una rosa in mano e il cuore che batte forte o appoggiati alla ringhiera, nelle prime ore della domenica mattina, aspettando che un figlio rientri a casa...
Tutta questa attesa, questa lunga attesa che attraversa stagioni intere e lustri apparentemente infiniti e in un solo istante, per un piccolo particolare, acquisisce un senso che riscrive il passato e osserva con uno sguardo completamente nuovo il futuro.
Tutta questa attesa che un uomo ormai vecchio risolve abbracciando un bambino che riscalda il freddo di tutti i suoi inverni.
Tutta questa attesa che diventa serenità e consapevolezza di aver portato a termine il proprio compito su questa terra.
Tutta questa attesa che si riveste di luce e colma la sete dei desideri più profondi.
Tutta questa attesa che sorride della folle corsa di chi vuole guadagnare tempo e si ritrova puntualmente con un pugno di mosche in mano.
Tutta questa attesa è anche nostra, quando facciamo pace con le lancette del nostro orologio nevrotico e disordinato e ci lasciamo raggiungere dal mistero di un tempo senza tempo che continua a bussare alle porte della nostra storia.
venerdì, 30 gennaio, 2015, 20:02
Quando il mare mi agita dentro
quando le vele della mia presunzione
non reggono l'impeto del vento,
quando il timone non risponde
e la deriva si fa così vicina,
quell'istante di quiete sei Tu.
Quando la paura assume il comando
quando la ragione si allontana
e un piccolo scoglio sembra enorme,
quando il sentimento distrugge
e l'ansia diventa sovrana,
il volto buono della quiete sei Tu.
giovedì, 29 gennaio, 2015, 17:46
Domani accadrà e domani è già oggi se lo decidi tu.
Domani accadrà e domani è già adesso se provi a osservare ogni cosa in modo differente, se prendi coscienza di un qualsiasi frammento di bene e provi a chiederti da dove viene, perché è accanto a te e che cosa diventerà.
Domani accadrà perché è già accaduto e in un mondo di re e regine per un solo giorno o per cento anni, il Regno, quello vero, non indossa corone ed è più familiare a chi raccoglie spighe nei campi che a chi frequenta una corte.
Domani accadrà e un uomo qualunque se ne accorgerà, contemplerà un fiore di senape o seguirà col proprio capo il transito degli uccelli.
Domani accadrà e se dimentico per un istante le ansie e le preoccupazioni, se divento partecipe del mio respiro, se libero il canto che mi porto dentro e mi concedo il tempo della lode, domani è già qua.
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