giovedì, 3 maggio, 2012, 16:47
La legge del respiro non ha bisogno di lezioni per essere appresa: inspiri ed espiri, prendi fiato per un momento e poi lo lasci andare.
A nessuno viene in mente di accumulare l'ossigeno; quando i polmoni sono pieni, la vita decide che è già tempo di restituire il fiato e ritorna a volare.
Anche l'ultimo respiro non si può conservare, perché la vecchiaia, così come la stanchezza, ha bisogno di riposare.
Cercare di trattenere quel che si è ricevuto è del tutto inutile.
Provo a fidarmi della vita e delle sue ragioni, considero la morte come una delle tante pagine di una storia e non come il suo finale.
Li abbiamo ricevuti.
Dobbiamo lasciarli andare.
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martedì, 24 aprile, 2012, 11:34
E' un mondo che ti porta sempre altrove e sarebbe bello viaggiare senza la triste impressione di fuggire, di scappare, di dover prendere le distanze da questo o da quello...
Il problema non è allontanarsi dagli altri, dalle situazioni o dalle cose; il problema è riavvicinarsi a se stessi.
Tolgo le scarpe e le calze e m'inoltro in un prato: sento l'erba e abbandono l'elettricità accumulata, il sovraccarico di tensione torna lentamente alla terra.
Provo a distendermi e a respirare, con calma, senza violenza di nessun genere, sino a guadagnare la profondità del ventre e a ristabilire il contatto consapevole col cuore.
Osservo la mia ombra proiettata dal sole e attendo l'istante in cui l'ombra inizia ad accorgersi della mia presenza.
Spengo la luce e mi lascio attraversare dalla notte: c'è luce sufficiente in ogni essere umano perché la notte diventi riposo e non si perda nel buio.
Seduto comodamente, lontano dalle fonti più invadenti del rumore, accolgo il silenzio che non è l'assenza del suono, ma la scelta di ascoltare il riverbero interiore del tempo che più non corre.
Ascolto la musica che corrisponde al momento preciso che sto vivendo: non è così difficile distinguere il tempo in cui è meglio muoversi, quello in cui è più opportuno sognare, quello in cui è sufficiente un tappeto armonico per lasciarsi andare.
Riempo un bicchiere e lo colmo d'acqua a temperatura ambiente; sorseggio lentamente come se stessi degustando un vino d'annata, chiudo gli occhi e assaporo la fonte della vita senza pensare ad altro che a quel piccolo miracolo che percorre il mio corpo.
Prendo due sedie e dopo aver scelto dove accomodarmi, immagino di dire le parole che vorrei dire alla persona che è al centro dei miei pensieri: capita di poter ascoltare anche qualche risposta.
Apro un piccolo quaderno e inizio a scrivere tutte le cose buone che ho incontrato e vissuto nell'ultimo periodo.
Ringrazio per ogni cosa che non ho ancora ricevuto e ripeto a me stesso che qualcuno sta ascoltando e non darà mai una serpe a chi sta chiedendo un pezzo di pane.
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lunedì, 23 aprile, 2012, 09:40
Chiedo scusa a Raffaele, Vittorio e tutti gli altri, ma dal punto di vista politico, amici non ne ho.
Desidero continuare a cercare liberamente, senza preconcetti e pregiudizi, dove la coscienza si misura con le idee e le scelte concrete e non con le immagini dei santini elettorali.
Qualcuno mi ha chiesto se parteggio per questo o per quello, se è vero che ho suggerito Tizio o Caio, ma la realtà è che in questo momento rientro nella categoria dei confusi e degli indecisi.
Se esistesse un partito verde degno di questo nome, probabilmente mi collocherei da quelle parti, ma in Italia, sono tutti verdi, ma anche un po' rossi, un po' azzurri, un po' neri, un po' filo-extracomunitari, un po' federalisti e tutti gli altri un po' nulla compreso.
Questa sera andrò a sentire l'aria che tira con i candidati alla poltrona di sindaco e poi, con ogni probabilità, turerò le narici e sceglierò quel che riterrò meno peggio.
Sarebbe bello esprimere un voto per il meglio, ma credo che la dimensione del "meno peggio" sia più corretta e realista.
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mercoledì, 18 aprile, 2012, 16:41
Di che si discuteva in quel di Stresa neanche troppi anni fa?
Di che cosa si parla in compagnia di Rockfeller, di Clinton, di Tony Blair e di un centinaio di uomini tra i più potenti della terra?
Può rispomdere anche Romani Prodi, uno tra i pochi Italiani che abbia avuto l'onore di una convocazione di questo calibro...
A un terrestre qualunque non è dato di sapere e conoscere quali argomenti si affrontino in un contesto di quel genere, ma è lecito supporre che il golf o la vela non rientrino nel programma.
Se non c'è nulla di male nel mettere insieme banchieri, politici, reucci e affini, perché tutta questa segretezza che in una stagione in cui si riesce a scoprire tutto di tutti, lascia del tutto bianche le pagine dei giornali?
Se pensi che in quel luogo si discutano le sorti del mondo, allora, sei immediatamente un complottista degno di essere deriso e ridicolizzato.
Però, a un certo punto della nostra storia, un personaggio come Mario Monti diventa presidente del consiglio senza uno straccio di elezione e con i partiti che stanno lì a guardare, così contenti di portare a casa gli stessi denari mentre il parlamento giace in stato semicomatoso e continua a dire sì svuotando le tasche degli Italiani che sono numeri e non contano più nulla.
Le bugie di un leader come Berlusconi, a mio parere, sono meno pericolose del silenzio ieratico di quest'uomo che parla come un bancomat e respira come un defibrillatore.
Siamo fermi, in attesa del prossimo messia e dimentichiamo che dobbiamo riprenderci questo paese ed essere la speranza che in questo momento stiamo giocandoci al casinò dei tecnici.
Brutta Italia e, sentir parlare di equità e giustizia da chi frequenta e ha frequentato coloro che continuano a giocare con le nostre vite non è certo un bel calendario.
La sinistra che s'infilava assiduamente tra le lenzuola dell'uomo di Arcore, riesce a sentirsi al governo con un presidente del consiglio che profuma di Goldman Sacs e nuovo ordine mondiale.
La destra si sente a casa propria e vota come la sinistra.
Va tutto bene, la crisi è finita e non si può neanche più dire il contrario.
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venerdì, 13 aprile, 2012, 18:05
"Gli uomini non cambiano, prima parlano d'amore" e subito dopo te li ritrovi seduti sul divano, con una birra in mano, la partita di non si sa bene cosa e il rutto liberatorio sul tavolino d'appoggio.
Le donne invece cambiano e le pulizie di casa, a volte, non hanno neanche più voglia di farle loro. Sono stanche, stressate, deluse, risentite e afflitte... proprio come gli uomini.
Quando devo far le pulizie, se proprio mi tocca e, un po' mi tocca per forza, cerco rifugio negli anni 80/90 e scelgo la dance che trasforma l'aspirapolvere in un asta microfonica e il grembiule in un abito da scena e vado con la mia playlist preferita.
Si parte con Go West nella versione dei Pet Shop Boys e si prosegue con Enola Gay dei mai dimenticati O.M.D. Per spolverare chiedo la collaborazione Di Madonna con La isla bonita e dei Cakes con la loro versione "trascurata" di I will survive.
Il bagno chiede il supporto degli Spandau Ballet e della mitica I'll fly for you, mentre in cucina suona benissimo la Batdance di Prince.
E la vostra compilation per le pulizie qual è?
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