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Guarire... 
domenica, 8 febbraio, 2015, 07:02


Se un placebo può mutare lo stato di salute di un paziente convinto d'aver trovato la pillola giusta per abbandonare un mal di testa o un mal di pancia, per quale motivo risulta così strano credere che si possa guarire con l'aiuto della propria fede?
E' davvero solo un contatto magico quello che cercano le persone che desiderano sfiorare il mantello di Gesù?
La magia del contatto che Gesù riesce a stabilire con i suoi interlocutori va ben oltre: è ricordare la propria dignità a chi pensa di averla perduta, è restituire fiducia a chi ha trovato troppe porte chiuse, è sottolineare quel granello di fede che si portano dentro e può aiutarli a ritrovare la gioia di vivere, di essere presenti a sè stessi e all'amore di Dio.
E' la loro fede che può guarire il corpo e lo spirito da cui il corpo, inevitabilmente dipende.
E' quell'apertura ritrovata nel cielo e nella terra che lentamente, può condurre a guarigione.

In disparte... 
venerdì, 6 febbraio, 2015, 16:22


Ogni tanto è bene prendere le distanze, restare in disparte per rigenerare tanto il fisico quanto lo spirito.
I discepoli di Gesù sono animati da buone intenzioni, si dedicano generosamente alla missione ricevuta, ma non hanno ancora nessuna esperienza e faticano a valutare sino a che punto è opportuno tirare la corda.
E' Gesù stesso a invitarli a riprendere fiato, a suggerirgli quell'attimo di quiete che è indispensabile per poter continuare a servire mantenendo l'equilibrio necessario per non lasciarsi travolgere dagli eventi.
Il tempo della preghiera, della meditazione e della contemplazione è prezioso per non smarrire le motivazioni che guidano il nostro agire.
Restare in disparte, ogni tanto, non è una scelta egoistica: se il discepolo continua a cercare di rispondere a tutte le richieste, spesso disordinate e un po' fuorvianti, prima o poi, scoprirà di non avere più nulla da dare, di essersi impoverito e svuotato. E quel che è peggio, non ricorderà neanche più perché si è ritrovato in quella condizione.

Come un vecchio ritornello 
giovedì, 5 febbraio, 2015, 17:06


La storia si ripete spesso e si lascia cantare come un vecchio ritornello.
La storia di chi riceve un potere del tutto inadeguato alla propria coscienza e può decidere della vita e della morte di un uomo.
L'età avanza e talvolta non conosce alcuna saggezza: una ballerina qualunque cattura l'attenzione e muove il desiderio di un vecchio monarca.
La madre della ballerina muove i fili e tesse la trama di una tragedia che si consuma toccando l'apice della superficialità.
La ballerina vuole la testa di un uomo che, forse, è l'unico rapporto realmente umano nella vita di un sovrano piccolo, piccolo e il re acconsente.
Ogni volta che devo misurarmi con questa pagina di Vangelo, sperimento un enorme vuoto e il timore di una senilità pronta a barattare la propria saggezza in cambio di un debole miraggio di giovinezza.


Leggeri 
mercoledì, 4 febbraio, 2015, 16:07


Un bastone è più che sufficiente per chi desidera camminare.
Uno zaino qualunque e ti ritrovi appesantito e distratto da qualunque cosa: appena il sentiero s'inerpica e rivela le sue difficoltà, tornerai sulla strada principale, imboccherai l'autostrada e sceglierai una delle tante mete facilmente raggiungibili.
La leggerezza non è un'opinione; è la condizione indispensabile per raccontare un Vangelo che possa essere credibile.
La leggerezza di un pane fresco che nutre l'oggi e non vive con l'ossessione del domani.
La leggerezza di chi distingue il valore reale di un pomodoro e non si lascia ingolosire dal suo corrispettivo in denaro.
La leggerezza di un vestito che sceglie di essere indossato e non prende polvere nell'angolo di un armadio.
La leggerezza di poter parlare senza doppi fini, con l'unico intento di comunicare il cuore delle cose che realmente contano.
La leggerezza di chi accoglie e si lascia accogliere.
La leggerezza di non trasportare neanche la polvere della discordia e del rifiuto.
La leggerezza di fare quel che si considera giusto e di lasciar andare una parola, un gesto, senza pretendere alcuna restituzione perché quello che si dona oggi, è quello che abbiamo ricevuto ieri.

Da lontano 
martedì, 3 febbraio, 2015, 17:59


A volte è meglio allontanarsi, provare a osservare una realtà o una persona, azzerando il limite di una vicinanza che può anche illudere e tradire...
La sicurezza della nostra conoscenza è spesso figlia di quattro luoghi comuni inanellati tra loro o di opinioni che si sono consolidate a forza di ripetersi, senza una verifica puntuale e attenta.
Davvero è sufficiente sapere che Tizio è figlio di Caio e che esercita una determinata professione?
Siamo così sicuri che quel giovane che abbiamo visto crescere corrisponda perfettamente all'idea che ci siamo fatti di lui?
Non è diverso il rapporto con Dio...
Qualche anno di catechismo o la frequentazione regolare della messa domenicale garantiscono la conoscenza di Gesù?
Più approfondisco il mio rapporto con Dio e più prendo coscienza delle tantissime cose che mi sfuggono e mi restituiscono all'umiltà di dover continuare la mia ricerca mettendo in discussione le mille certezze che ho accumulato nel corso degli anni.
Riconoscere la propria distanza e mettersi in cammino per comprendere qualcosa di più può essere più utile che esibire la sicurezza delle foto di famiglia.


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