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Un segreto 
martedì, 9 ottobre, 2012, 09:15


Ci sono libri ambiziosi che titolano sé stessi del mistero e della sua soluzione, ma soprattutto risolvono i problemi economici di chi li scrive.
Si potrebbe liquidare il tema con semplicità, affermare che questo genere di letteratura è new age da quattro soldi e non merita alcuna attenzione, si potrebbe! Però, spesso e volentieri, questi libri che pretendono di risolvere qualsiasi problema relativo alla salute, all'amore, all'assenza di denaro o alla ricerca di Dio, altro non fanno, se non sviluppare alcuni frammenti di Vangelo che il comune cristiano non degna più di alcuna attenzione.
La madre di questi libri, "Il segreto", annunciato da Rhonda Byrne e riproposto anche in versione dvd è solo uno dei tanti esempi in circolazione. Da quando è uscito nelle librerie ha venduto milioni di copie e, poco importa, se in fondo non fa che ribadire situazioni facilmente deducibili dal Vangelo o da altri testi sacri.
La legge dell'attrazione che permette di realizzare i propri desideri e di concretizzare i sogni apparentemente impossibili, non è che una versione riveduta e corretta di quella fede che sposta le montagne, di quel cercare che riesce a trovare, di quel bussare per poter entrare, di quel chiedere che ottiene risposta.
La tristezza di questi manuali è svilire quel presunto segreto riconducendolo a forme di magia e usa getta che fanno comparire assegni miracolosi nella buca delle lettere o acquisire la casa dei sogni scrivendo il proprio desiderio su un foglio di carta o, immaginando di possedere la stessa.
La superficialità dei mezzi descritti, capaci di attrarre ogni bene presente su questa terra, vela neanche in modo troppo nascosto, la banalità di una domanda generica di ricchezza che non è poi diversa dallo scontrino della propria giocata al superenalotto.
Il punto di partenza, forse, non è neanche da buttare via: peccato che chiunque abbia davvero cercato e trovato la propria vita, abbia anche altro da raccontare in termini di fatica, pazienza, costanza e di una risposta che gradualmente è cresciuta e ha smesso di chiedere quello che tante volte neanche serve.

Dove vai? 
lunedì, 8 ottobre, 2012, 08:16


Sono rette apparentemente parallele che diventano curve improvvise, incroci inaspettati, soste forzate o scontri violenti che difficilmente lasciano incolumi.
Sono strade che percorri per lunghi tratti senza una sola indicazione, lunghe gallerie di luci artificiali e corsie d'emergenza, vaste pianure e cieli limpidi che in un solo istante, coprono il sole di nubi minacciose. E in tutto questo viaggiare, perdersi e ritrovarsi, fa capolino la domanda di un senso per le infinite destinazioni che talvolta sono solo confusione e, in altri casi, diventano un senso compiuto.
Qualcuno si ferma improvvisamente e ti chiede: "Dove vai? Sorridi e accosti, tiri giù il finestrino e senza troppa ironia rispondi: "Quando l'avrò capito torno qui a raccontartelo".

Un autunno in più 
domenica, 7 ottobre, 2012, 18:17


Hai fretta che venga primavera e non ti chiedi cosa può voler dire un autunno in più. Puoi immaginare le farfalle che voleranno, puoi inventare i colori delle loro ali mentre sbucci due castagne o raccogli funghi in un bosco e ti accorgi della delicata bellezzate delle foglie che abbandonano gli alberi senza opporsi alle stagioni della vita.
Il melograno regala già i suoi frutti e le giornate che si accorciano sono un invito prezioso per passare più tempo con quel silenzio prezioso per ritrovare e rigenerare sé stessi.
Le piogge leggere e i libri che aprono nuove pagine, gli impegni che si moltiplicano e il vociare degli studenti al mattino: è tempo anche questo e se lo guardi con benevolenza, anche lui ricambia lo sguardo.
E' un autunno in più e vuoi non chiedergli un po' di saggezza?

Una lettera 
sabato, 6 ottobre, 2012, 08:29


Ti scrivo una lettera nella speranza che un giorno tu possa leggerla.
Se avessi un vecchio calamaio, attingerei dall'inchiostro le vocali e le consonanti che in bella grafia imparammo a scrivere, ma il tempo è così veloce e non mi restano che i caratteri virtuali che compaiono uno a uno su questo schermo.
Penso alle nostre punzecchiature sportive, alla bicicletta che a volte spingevi a mano per fare due chiacchiere, alla tua casa di campagna che per pigrizia non ho ancora avuto il tempo di visitare.
Penso alle sciocchezze quotidiane che alleggeriscono la vita, alla noia che spesso non sappiamo apprezzare e, se solo la osservassimo con più attezione diventerebbe subito serenità.
Prego per te ogni giorno, ti ricordo quando celebro e quando mi addormento, chiedo guarigione e luce.
E' vero che il Vangelo moltiplica fratelli e sorelle, padri e madri e regala le terre dell'amicizia e dell'incontro, ma esiste anche il contraltare dei motivi di sofferenza, di ansia e di tristezza.
Vorrei conoscere le parole che scacciano i demoni e allontanano le malattie, vorrei saper spostare le montagne, ma non ho ricevuto quel genere di doni o, forse, la mia fede è ancora troppo piccola e deve crescere. Però, questo vorrei che lo sapessi, il bene che provo per te e per la tua famiglia è sincero e, se non posso fare altro, continuerò a rinnovare il mio affetto condividendo la fatica di questo momento.
Ti abbraccio forte e spero che un giorno potremo leggere insieme queste parole e sorriderne insieme.
Sono con te, sono con voi.
Fabio

Un tempo per cambiare (4) 
venerdì, 5 ottobre, 2012, 10:06


Io credo agli sguardi impossibili, agli orizzonti inaspettati, al velo che si dischiude e mostra un particolare che diventa così ovvio, mentre ti chiedi come sia mai stato possibile non prenderlo in considerazione sino a oggi.
Io credo ai cortili nascosti da vecchi portoni sempre chiusi, ai passi del viandante che ripercorre la stessa via e non alza lo sguardo, ai gerani appena fioriti di un balcone prigioniero di un angolo dimenticato.
Io credo al risveglio, alle voci notturne, a quella sensazione di pace che addormenta il corpo e libera lo spirito per un nuovo viaggio che cambia le regole del gioco della vita.
Io credo che non sia giusto tacere per rispetto di una falsa quiete che mette la museruola alle tensioni e ai conflitti perennemente irrisolti.
Apro l'occhio interiore di un altro tempo e se anche ancora non so viverlo, so bene che non è più possibile tornare indietro.
Dopo l'affanno e la paura ogni più piccolo cambiamento entra e si fa spazio in una casa che non potrà più essere quella di prima.
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