venerdì, 12 luglio, 2013, 08:08
Troppo facile quell'entusiasmo che non costa mai nulla...
Troppo facile essere l'eroe che rincasa alle 5 del mattino per dormire sino all'una del pomeriggio.
Troppo facile sentirsi un grande chitarrista quando sono i tuoi amici a batterti le mani.
Troppo facile la protesta che prende voce solo quando è conveniente.
Troppo facile la grande emozione "usa e getta" che dichiara amore eterno a tre persone diverse alla settimana.
Troppo facile quella modernità che risiede in un piercing e in quattro tatuaggi, ma non abita un solo pensiero.
Troppo facile far vedere il dito medio circondati dalle proprie guardie del corpo.
Troppo facile la mistica del bicchiere di troppo e la filosofia della chetamina.
Troppo facile togliersi la giacca in parlamento e fare politica rifiutando qualunque intesa.
Troppo facile voler dettare le regole di una casa restando tranquillamente sull'uscio.
Troppo facile sognare un mondo diverso senza cambiare di una virgola il proprio modo di essere e di agire.
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martedì, 9 luglio, 2013, 08:25
Chi arriva dai confini del mondo riesce a trovarli facilmente anche nella piccola Italia e con un po' di nostalgia, intraprende un viaggio con destinazione Lampedusa.
L'estate degli ombrelloni fa sempre fatica a comprendere quella dei gommoni e degli scafi di fortuna: chi si scioglie al sole con tre strati di crema di protezione per la propria pelle, osserva sempre interdetto l'abbronzatura naturale dei reduci della grande attraversata.
Con buona pace degli estimatori della Bossi-Fini qualcuno ha deciso di rispondere in modo chiaro e inequivocabile alla richiesta d'aiuto che bussa dalle porte del mare.
E' chiaro che quell'isola non può e non deve parlare solo in Italiano perché se la Comunità Europea è solo moneta unica e banche, allora, è una solenne presa in giro meschina e truffaldina.
Lampedusa non può essere terra di nessuno, ma impegno e solidarietà di quei valori cristiani che hanno più bisogno di testimonianza reale che di belle parole sulla Carta Europea.
lunedì, 8 luglio, 2013, 08:18
Sono del tutto privi di empatia, ma sanno sempre mettere la lacrima al posto giusto.
Sono del tutto indifferenti al dolore altrui, ma recitano partecipazione e condivisione con la precisione di un orologio svizzero puntato sull'ora del dolore. La voce si strozza quando si accende la luce della compassione scritta sul gobbo o, anche solo tra quattro appunti che segnalano l'inizio del dramma.
I simulatori di lacrime, con una grande peso nel cuore, inviano gli altri a morire o a combattere e sono pronti a ricevere le salme rispedite al mittente.
Una bandiera che sventola, un'altra stesa sulla bara e un fazzoletto usa e getta come le vite di cui avrebbero dovuto prendersi cura.
domenica, 7 luglio, 2013, 08:24
E' solo un contenitore quasi vuoto l'universo che abitiamo?
La nuda solitudine del nostro sguardo riesce davvero a rendere ragione di tutta la vita che, semplicemente, esiste?
Ci sono ragioni serie che possono impedire a Dio di continuare l'opera della creazione anche altrove?
Se c'è altra vita che ci sfugge, se la persona abita anche altri mondi e conduce altre storie, sarà stata capace di scegliere una civiltà che non si specchi unicamente nelle proprie risorse tecnologiche?
Mi piace pensare che possa esistere qualcuno che misura la propria evoluzione sulla base della compassione per tutte le creature esistenti.
Chissà, forse in un altra dimensione o su frequenze differenti o forse dentro di noi c'è un uomo che sta imparando a non darsi battaglia e ad accogliere con gratitudine quell'altro da noi che vorremmo confinare su altri pianeti.
venerdì, 5 luglio, 2013, 11:39
Ho smesso di considerarmi borderline; ho osservato meglio il manicomio che mi circonda e non posso più reggere il peso di una concorrenza spietata.
Ci sono persone che riescono a non parlarsi da un paio d'anni e si salutano a stento, con un sottile filo d'ipocrisia pseudocristiana: se dovessero spiegarsi reciprocamente le loro ragioni, annegherebbero rigurgitando latte materno.
Vedo uomini che potrebbero campare almeno una decina di vite senza dover lavorare, capaci di piangere miseria in casa di chi non riesce neanche a pagare un modesto canone d'affitto.
Qualcuno è diventato un'applicazione del proprio smartphone e qualcun altro lo puoi frequentare solo sulla sua pagina di Facebook.
Cresce l'esercito dei bimbiminchia che invadono a frotte il marciapiede e calpestano anziani invisibili ai loro occhi.
Sagome umanoidi litigano col proprio ego e fanno il muso anche alla propria immagine riflessa da una pozzanghera.
Seconde, terze e quarte file di Suv che si vergognano del proprio conducente che sta cenando in un ristorante cinese o è intento a giocare al superenalotto: le priorità sono priorità e non si discutono!
Preti con una gomma in mano che innaffiano una signora colpevole di transitare su un passaggio pubblico con il proprio cane al guinzaglio.
Se continuo a guardare potrei anche inorgoglirmi e illudermi di essere diventato saggio; meglio chiudere gli occhi o abbassarli su un libro qualunque che non sia 50 sfumature di grigio o affini.
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