lunedì, 12 dicembre, 2011, 08:16
Non è mai semplice invecchiare ma inaridire è peggio.
Le rughe raccontano un'età e dichiarano saggezza, però...
Mi chiedo dove sia la sapienza in un vecchio che diventa geloso del sorriso e della meraviglia di un bambino.
Osservare chi corre e abbandonarsi alla sofferenza delle proprie gambe stanche, concedersi all'invidia e non saper gioire della giovane vita che ci passa accanto...
Provare gelosia per quelle voci che strillano e arrabbiarsi con il fiato che non sostiene più il proprio canto...
Non sono le troppe stagioni a scrivere vecchiaia sulla nostra pelle, ma quella dannata impermeabilità al linguaggio dei sentimenti e degli affetti, quel deserto arido che ferisce la terra per assenza di compassione e chiude il cerchio della vita nell'isolamento che mormora dove dovrebbe ringraziare.
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mercoledì, 7 dicembre, 2011, 08:16
Si tagliano alberi secolari per continuare a vivere la favola del natale. Alberi di 37 metri e, se possibile più alti, per quel narcisismo incontrollato che non ha mai smesso di giocare a chi ce l'ha più lungo.
Piccoli abeti per famiglie e altissimi pini da esibire in un falso giardino che accende luci artificiali e ignora del tutto il buio che si porta dentro.
Non è più tempo di tagliare inutilmente un albero, meglio sarebbe piantare una foresta.
martedì, 6 dicembre, 2011, 08:09
Trenta lunghissimi anni e forse qualche giorno in più, non sono riusciti a cancellare un abbraccio che dopo poche parole, riaffiora con la stessa naturalezza della gioventù di ieri.
Pensi con intensità a una persona e, misteriosamente, si mette in moto un processo che un tassello dopo l'altro ricompone una storia rimasta in sospeso...
In più di una situazione, la vita sembra rispondere alla misura del nostro desiderio: se non riusciamo a immaginare il volto di una persona, difficilmente riusciremo a ritrovarla e se non crediamo alla possibilità di un abbraccio, anche la realtà sembra comportarsi con la stessa logica.
Le buone notizie, prima ancora di essere un fatto esteriore, appartengono all'interiorità del nostro essere; pretendere di leggere su un giornale quel che non abbiamo scritto nel nostro cuore è un po' come osservare un bicchiere d'acqua nella speranza che guardare sia sufficiente a estinguere la sete.
Le buone notizie vanno ascoltate, lette in profondità e, subito dopo, raccontate come un impegno, una responsabilità che crede profondamente al proprio desiderio e alla sua realizzazione.
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venerdì, 2 dicembre, 2011, 09:54
Terra che se l'abbracci non è così difficile camminare...
Terra che il mattino è ovunque e mai giorno qualunque...
Terra che senza affetto ogni cosa è vana comunque...
Terra che se ti addormenti puoi anche riposare.
Terra che inverno può essere dolce di neve e giardino...
Terra che il verbo della crescita è bestemmia egoista...
Terra ch'è tanto stupido ridurre a conquista...
Terra che il tuo prossimo e quello a te vicino.
Terra che scegli il deserto quando è ora di tacere...
Terra che diserti l'appuntamento col mercato...
Terra che ti svegli sereno e muori arrabbiato...
Terra che mescoli il dolore col piacere...
Terra che un seme, pian piano, è già Quercia...
Terra che una bestia deve pur sopravvivere...
Terra che un uomo, per noia, può anche uccidere...
Terra che la coperta ogni giorno s'accorcia.
Terra che attendi uno sguardo consapevole...
Terra che un sogno non può più attendere...
Terra che all'incanto non puoi vendere...
Terra che, terra terra, diventi più socievole.
mercoledì, 30 novembre, 2011, 08:25
Ha più colore l'autunno in una foglia
la memoria di un sole ancora caldo
le nervature che si fanno più rigide
piccole aree in cui si spegne la vita.
Ha più silenzio l'albero in inverno
si fa forza e regge il peso della neve
sa bene che la primavera si attende
su questa terra sogna il suo altrove.
Ha più sapore la fatica delle stagioni
l'estate che ricorda il proprio amore
le conseguenze del sogno che si sveglia
e pensa che comunque ogni affetto resta.
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