martedì, 15 maggio, 2012, 10:38
Sono sempre più insofferente nei confronti dei cinghiali digitalizzati con macchina fotografica o cellulare da esibire in qualunque occasione.
Un tempo, il costo della carta fotografica, limitava la calata dei barbari che oggi, entrano in una chiesa in occasione di un matrimonio, di un battesino, di una prima comunione o di una cresima, senza un minimo di rispetto per il luogo in cui si trovano e per la comunità riunita in preghiera.
Se vai al cinema, paghi il tuo biglietto e ti accomodi in silenzio sulla tua poltrona: se decidi di riprendere il film o se scatti una fotografia, vai incontro a pesanti sanzioni e, chi non è un delinquente, ci pensa due volte prima di mettersi nei guai.
Se ti trovi a un concerto, senti ripetere più volte che è proibito rubare le immagini dell'evento a meno che tu non sia autorizzato.
Però in una chiesa tutto cambia e ognuno si sente libero di arrampicarsi ovunque, di invadere il presbiterio per immortalare centinaia di ricordi che, a distanza di qualche mese, al limite, occuperanno la memoria della macchina fotografica e nulla di più.
In chiesa il telefono può squillare liberamente ed è lecito rispondere.
In chiesa si può entrare e uscire tutte le volte che ci si annoia o scambiare tutti i commenti del caso come se ci si trovasse al mercato del bestiame.
La domanda che sorge spontanea è una sola: se non credi o se non hai interesse per quel che si celebra, perché non vai a prenderti un aperitivo al bar e aspetti che la celebrazione sia conclusa?
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lunedì, 14 maggio, 2012, 22:23
Vannina ha scelto il giorno giusto per diventare mamma: precisina com'è sempre stata, avrebbe mai potuto scegliere una data differente?
Auguri a Hermione, al suo cavaliere errante e al piccolo Gioele.
Buona Vita.
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martedì, 8 maggio, 2012, 09:36
Quelli dei caroselli nelle piazze quando vince la squadra del cuore e non importa tutto il resto...
Quelli che parlano di antipolitica e non capiscono mai la domanda...
Quelli che restano seduti in parlamento mentre il paese affonda...
Quelli che si può parcheggiare anche in terza fila...
Quelli che il diabete non ha nessuna relazione con lo zucchero...
Quelli che i denti costano meno in Romania e le lauree è meglio acquistarle in Albania...
Quelli che si controllano da soli e non possono mica accorgersi di tutto...
Quelli che non votano perché è tutto marcio...
Quelli che hanno l'antidoto per mettere a tacere i risultati di un referendum...
Quelli che hanno solo sbagliato i candidati...
Quelli che parlano ancora di destra e di sinistra e usano una mano per rubare e l'altra per sottrarre...
Quelli che cantano la vittoria che non c'è...
Quelli che l'edilizia paga le mie campagne elettorali e vuoi non ringraziare lasciando costruire qualsiasi scempio ovunque?
Quelli che basta tirare un po' di polvere e sei sempre all'altezza di ogni situazione...
Quelli che parlano di famiglia in continuazione e ne cambiano una per ogni stagione...
Quelli che cantano ancora "La canzone popolare", quelli che conoscono a memoria "Va' pensiero" e quelli che si fanno scrivere le canzoni da Renato Serio...
Quelli che credono alle missioni di pace...
Quelli che due euro con un sms e la coscienza resta buona buona...
Quelli che stringono la mano alla prossima raccomandazione...
Quelli che non c'è proprio nulla a cui posso rinunciare...
Quelli che avvelenano l'acqua che berranno i loro figli...
Quelli che temono il passato remoto e scelgono sempre l'imperfetto per non rivelare il sud da cui provengono...
Quelli con i baffi e senza congiuntivo...
Quelli che c'è sempre un sedere da pulire con la lingua...
Quelli che pensano che Garibaldi sia un personaggio inventato da Telecom Italia Mobile...
Quelli che aspettando un giorno migliore, provano almeno a cambiare se stessi.
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giovedì, 3 maggio, 2012, 16:47
La legge del respiro non ha bisogno di lezioni per essere appresa: inspiri ed espiri, prendi fiato per un momento e poi lo lasci andare.
A nessuno viene in mente di accumulare l'ossigeno; quando i polmoni sono pieni, la vita decide che è già tempo di restituire il fiato e ritorna a volare.
Anche l'ultimo respiro non si può conservare, perché la vecchiaia, così come la stanchezza, ha bisogno di riposare.
Cercare di trattenere quel che si è ricevuto è del tutto inutile.
Provo a fidarmi della vita e delle sue ragioni, considero la morte come una delle tante pagine di una storia e non come il suo finale.
Li abbiamo ricevuti.
Dobbiamo lasciarli andare.
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martedì, 24 aprile, 2012, 11:34
E' un mondo che ti porta sempre altrove e sarebbe bello viaggiare senza la triste impressione di fuggire, di scappare, di dover prendere le distanze da questo o da quello...
Il problema non è allontanarsi dagli altri, dalle situazioni o dalle cose; il problema è riavvicinarsi a se stessi.
Tolgo le scarpe e le calze e m'inoltro in un prato: sento l'erba e abbandono l'elettricità accumulata, il sovraccarico di tensione torna lentamente alla terra.
Provo a distendermi e a respirare, con calma, senza violenza di nessun genere, sino a guadagnare la profondità del ventre e a ristabilire il contatto consapevole col cuore.
Osservo la mia ombra proiettata dal sole e attendo l'istante in cui l'ombra inizia ad accorgersi della mia presenza.
Spengo la luce e mi lascio attraversare dalla notte: c'è luce sufficiente in ogni essere umano perché la notte diventi riposo e non si perda nel buio.
Seduto comodamente, lontano dalle fonti più invadenti del rumore, accolgo il silenzio che non è l'assenza del suono, ma la scelta di ascoltare il riverbero interiore del tempo che più non corre.
Ascolto la musica che corrisponde al momento preciso che sto vivendo: non è così difficile distinguere il tempo in cui è meglio muoversi, quello in cui è più opportuno sognare, quello in cui è sufficiente un tappeto armonico per lasciarsi andare.
Riempo un bicchiere e lo colmo d'acqua a temperatura ambiente; sorseggio lentamente come se stessi degustando un vino d'annata, chiudo gli occhi e assaporo la fonte della vita senza pensare ad altro che a quel piccolo miracolo che percorre il mio corpo.
Prendo due sedie e dopo aver scelto dove accomodarmi, immagino di dire le parole che vorrei dire alla persona che è al centro dei miei pensieri: capita di poter ascoltare anche qualche risposta.
Apro un piccolo quaderno e inizio a scrivere tutte le cose buone che ho incontrato e vissuto nell'ultimo periodo.
Ringrazio per ogni cosa che non ho ancora ricevuto e ripeto a me stesso che qualcuno sta ascoltando e non darà mai una serpe a chi sta chiedendo un pezzo di pane.
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