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Due feriti 
venerdì, 15 giugno, 2012, 12:07


Se due feriti sono meglio di un morto, come ha affermato non troppi giorni fa Buffon Gianluigi, perché stiamo già piagnucolando e temendo un possibile e tacito accordo a suon di reti tra Spagna e Croazia?
Se il nostro portierone "sincero sincero" pensa che la lealtà sia del tutto facoltativa ed estranea alla "cultura sportiva", dovremmo accettare serenamente la triste eventualità che il gioco degli sguardi e delle intese, possa determinare un pareggio dettato dalla convenienza e non dai valori che si esprimeranno sul campo da gioco.
Invece, l'italico piagnone, teme e sospetta che questo europeino possa presentare la triste eventualità di dover fare le valigie anzitempo per cause non troppo naturali. Lo fa per un solo motivo: nei panni degli spagnoli o dei croati farebbe la stessa scelta.
Due feriti sono meglio di un morto, soprattutto se il morto (che comunque ci sarà sempre) è altrove.
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Quando verrà domani... 
lunedì, 11 giugno, 2012, 11:17


Quando verrà domani, non resterà un solo tempio di pietra su questa terra e l'ostentazione della fede, lascerà il posto alla verità del nudo incontro tra Dio e l'uomo.
Quando verrà domani, qualcuno dovrà spiegare le ragioni di una ricchezza che non ha nulla da spartire col Vangelo che quotidianamente ha annunciato.
Quando verrà domani, sarà necessario chiarire meglio perché la legge ha prevalso sulla misericordia e sul perdono.
Quando verrà domani, ci sarà chiesto il motivo delle troppe parole pronunciate e, ancor più, di quelle che abbiamo taciuto per paura, convenienza e vigliaccheria.
Quando verrà domani, dovremo spiegare perché qualcuno ha nascosto e protetto l'esistenza di un mostro con un abito rassicurante.
Quando verrà domani, la domanda sull'amore non potrà essere evasa con la correttezza della forma.
Quando verrà domani, sarà dolorosa la coscienza di chi ha negato ad altri, la speranza.
Quando verrà domani, finito quel grande gioco di ruolo ch'è la vita, potremo ammirare e contemplare la bellezza di chi ha scelto di non barare e, ha appreso l'arte di essere infine quel se stesso che Dio aveva immaginato e sognato con lui.
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Sono di un'altra Repubblica 
sabato, 2 giugno, 2012, 12:09


Sono di un'altra repubblica:
-una repubblica che non ha bisogno di forze armate per essere
rappresentata...
-una repubblica che non ha segreti di stato...
-una repubblica con parlamentari che non hanno conti in sospeso con la
giustizia...
-una repubblica che non parcheggia in doppia fila con la propria auto
blu...
-una repubblica che tutela gli ultimi della fila e dimentica gli
interessi delle banche...
-una repubblica che smette di stare sull'attenti e libera il corpo e la
mente dall'idiozia delle posture e delle inutili sfilate...
-una repubblica che non chiama missioni di pace le proprie guerre...
-una repubblica che non si concede rinfreschi a Roma, mentre altrove si
piangono i caduti della terra che trema.
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Movimento tre stelle 
martedì, 29 maggio, 2012, 17:56


C'è chi reclama terza stella e, per quanto mi riguarda, può indossare anche la quarta e la quinta, tanto questo calcio, sterco è e sterco rimane.
Zamparini s'indigna per le provocazioni di "Monti Mario più loden che anima", ma qualche ragione, in questo caso, il premier, per dirla alla napoletana, la tiene pure.
Chiunque non sia un tifoso sfegatato e fazioso sino al midollo, non può che riconoscere che il football è diventato un po' come il wrestling: uno spettacolo che di sportivo non ha più nulla o quasi.
Un bello sputo sulla fronte sono in tanti a meritarlo e, se andassi abitualmente alo stadio, mi parrebbe appena logico che qualcuno mi restituisse il prezzo del biglietto.
Non accadrà nulla, non in Italia, non quando si parla di calcio; perché il pallone è l'unica religione che muove il cuore e annulla ogni ragione del popolo Italico.
Ricorderò Prati, Van Basten e forse Schewcenko, ma dimenticherò tutto il resto perché non credo più nè alla sconfitta, nè alla vittoria della squadra che un tempo ho amato.
Balotelli, "vanità di vanità", afferma proprio oggi d'essere un genio. Per alcuni non ha importanza un terremoto, la situazione economica, il degrado ambientale: la vera tragedia è che questa sera non si disputi Italia-Lussemburgo a Parma.
Li meritiamo tutti questi calciatori, con i loro ingaggi allucinanti, con le loro magliette del cuore che trasmigrano "per qualche dollaro in più" e con le loro vicende sportive da night club.
La passione, il cuore e il sentimento hanno disertato da tempo il rettangolo di gioco e se proprio devo scommettere, compro un gratta e vinci e al diavolo il diavolo rossonero e tutti gli altri.
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Io non sono Stato... 
domenica, 20 maggio, 2012, 10:18


Io non sono stato perché io non sono Stato.
Sono qualcosa di differente, un punto di contatto tra la simulazione della democrazia e la sua nemesi strisciante.
Non sono stato perché corro da solo e non appartengo alla società civile, anche se la rappresento.
Non sono stato e ho capito da tempo che i confini tra la legalità e il malaffare sono solo un miraggio, uno specchietto per le allodole e un trabocchetto per gli allocchi.
Non sono stato perché ho coscienza di non avere coscienza e vivo in un mondo in cui quel che conta sono le cifre e i risultati mi danno sempre ragione.
Non sono stato e non mi sono sporcato le mani, perché è facile trovare un fanatico, un esaltato o un misero mercenario che esegua correttamente gli ordini.
Non sono stato e non troverai mai una sentenza di condanna nei miei confronti, perché nella peggiore delle ipotesi sono stato prescritto e titolato come innocente.
Non sono stato e non sarò mai Stato, sino a quando, senza troppi giri di parole, senza la retorica di circostanza e senza l'abito dell'ipocrisia, riuscirò a scrivere una sentenza chiara e inequivocabile che tolga il velo sulle reali motivazioni e sugli autentici responsabili di questo stato che mai è Stato.
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