martedì, 16 gennaio, 2024, 06:36
C'è uno sguardo che punta dritto al cielo, come il ritornello di una canzone che suona puntuale quando il cielo è ancora buio e una giornata di lavoro non appare come una condanna, ma diventa l'opportunità di guardare le cose di sempre da una prospettiva differente. Un albero da immortalare in una fotografia o un gabinetto da pulire con cura, un panino mentre siedi sulla panchina di un parco o la mano di un bimbo che ti saluta... tutto sembra offrire quiete a un uomo che regala poche parole e si esprime nei suoi silenzi.
La magia di Wim Wenders è cinema allo stato puro, emozione che parla alle corde dell'anima, quiete che ti attraversa dentro e ti regala due ore che respirano senza affanno.
Una colonna sonora riavvolge il nastro dei giorni andati e viaggia analogicamente sulle note degli Animals, Lou Reed, Patti Smith, Velvet Underground, Van Morrison, Otis Redding e Nina Simone.
Piccole finestre di un quotidiano che normalmente sfugge e non andrebbe rincorso, ma semplicemente vissuto.
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mercoledì, 10 gennaio, 2024, 19:14
Si resta spogli e non è sempre un male...
I capelli si diradano, le occhiaie diventano evidenti, i segni sulla fronte sono sempre più profondi. Le labbra non sono più carnose come un tempo e qualche macchia racconta l'età della pelle.
Si resta spogli e non è sempre un male...
La storia non è solo memoria dei giorni andati: è vita che ti ha fatto gioire, soffrire, provare entusiasmo, fare i conti con le delusioni, cadere per terra, rialzarti.
Si resta spogli, ma si apprende l'arte di scrivere lunghe lettere al cielo e si fa pace con la terra, si sogna ancora, ma la distinzione tra le velleità e quello che concretamente si può realizzare è chiara.
Si resta spogli e si attende la sera per comunicare con chi è rimasto comunque parte di te, per contemplare il mistero di una Presenza che ti fa sentire familiare a te stesso.
Si resta spogli e dire grazie per i tanti giorni che non sono più dati come questione scontata è grazia e benessere e luce di un Natale che ancora mi sorprende.
domenica, 7 gennaio, 2024, 08:08
"Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino"
Ho scelto le parole di Isaia per concludere questa lunga serie di messaggi digitati in quelle ore che precedono la luce del giorno.
Ho cercato il Signore nel silenzio e nelle parole della liturgia, nel dolore dei fratelli che hanno dovuto affrontare un Natale segnato da perdite importanti, nel sorriso dei pochi bambini presenti a messa e nella bellezza delle cose che mi circondano.
Ho cercato il Signore nelle celebrazioni che ho cercato di preparare con cura senza considerare più di tanto quel clima umano non propriamente favorevole.
Ho scelto di vivere il Natale privilegiando gli aspetti spirituali ed evitando, per quanto possibile, quel materialismo e quel consumismo che allontanano il cuore da ciò che è realmente essenziale.
Torno al tempo ordinario e dico grazie per questo Natale che ho vissuto con più fede e partecipazione di quanto non sia mai riuscito a fare in precedenza.
Il Signore si fa trovare, ma è lui a decidere dove e come.
Il Signore si fa trovare, ma quanto è importante decidere di rimettere in discussione le strade che abbiamo già percorso.
Il Signore si fa trovare, ma quella Parola è davvero un'incognita che chiede più di quanto saremmo disposti a concedere.
Buona ripresa del tempo ordinario a tutti.
Con affetto,
Fabio
giovedì, 4 gennaio, 2024, 18:09
Diario natalizio 12
Solo Dio può cogliere quell'attimo di verità profonda in cui l'hai cercato lontano da qualunque altro sguardo.
La preghiera o l'invocazione in cui ti sei lasciato andare completamente, la luce di un istante che non puoi e non vuoi raccontare neanche all'amico più caro o l'intuizione di una presenza che ti rapisce e ti assorbe oltre ogni limite della vita di tutti i giorni.
Quello che ha vissuto Natanaele, le parole che ha pronunciato o i pensieri che lo hanno sfiorato sotto quella pianta di fico restano un fatto privato, un mistero che Giovanni non ha alcun desiderio di svelare.
Se ti metti in posa risulterai sfuocato e se decidi di rendere pubblico quel momento che appartiene solo a te e a Dio ne avrai fatto un misero spettacolo.
La gioia di sentirsi pienamente riconosciuto non ha bisogno di essere sostenuta da altri spettatori; è un segreto che vale la pena di conservare.
giovedì, 4 gennaio, 2024, 07:41
Diario natalizio 11
Non c’è bisogno di nessun orologio per annotare il tempo che non appartiene più al calcolo e allo scorrere di una giornata, ma diventa grazia e gloria di un istante che appartiene all’eterno.
L’evangelista conosce bene quel rintocco che diventa l’inizio di un percorso, di una storia che incide alcune lancette nella profondità di un’anima.
Il battista ha ormai completato la propria missione e lascia che alcuni suoi discepoli vadano oltre per scoprire la dimora che racconta la presenza del regno di Dio sulla terra.
Chi vuole abbracciare la verità del tempo che ci è concesso su questa terra deve abbandonare la folle rincorsa di attimi che non possono essere raggiunti e prendere coscienza che il proprio appuntamento con la vita è proprio lì dove una Parola risuona per essere ascoltata.
Ovunque siamo c’è la concreta possibilità di decidere se sperimentare la sequela che conduce alla dimora o accontentarsi di prendere una casa provvisoria e di simulare una parvenza di felicità.
Il Natale inizia a farsi difficile e mentre riponiamo il presepe in una scatola, il rischio è di metter via anche la luce di quella notte e di rimandare al prossimo anno l’incontro con una Parola troppo impegnativa.
C’è tempo, ancora tanto tempo e poi, ci sono le quattro del nostro pomeriggio.
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