venerdì, 16 marzo, 2012, 18:23
Quello che non hai detto
è un giardino segreto
è una pagina strappata
è vento mai soffiato...
Quello che non hai detto
è una verità nascosta
è un sogno dimenticato
è mare mai navigato...
La vita va troppo veloce
il tempo avanza in fretta
quello che non hai detto
potrebbe restare senza voce.
Il bambino non aveva parole
il giovane ne aveva paura
quello che non hai detto
è l'uomo che non è mai stato.
Quello che non hai detto
è un pensiero ossessivo
è un affetto taciuto...
è terra mai coltivata...
Quello che non hai detto
è un autunno arido
è un'estate innevata
è dolore mai accettato.
Il bambino non poteva sapere
il giovane era troppo confuso
quello che non hai detto
è l'uomo che mai ha provato.
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martedì, 13 marzo, 2012, 16:40
Sorrido cortesemente a un anziano che attraversa la strada, rispondo con l'informazione desiderata a una telefonata e compilo correttamente un certificato di battesimo: forse sono io, forse è il pilota automatico.
Ci sono giorni in cui risulta indispensabile il pilota automatico: sceglie a memoria un volto adeguato alla circostanza, calcola istantaneamente un percorso e compie una serie di gesti ignorando il vuoto in cui lo spirito si sta dibattendo.
Non è mai facile gestire l'esperienza del vuoto interiore; a volte risulta davvero incomprensibile questa vita che non sa distinguere l'essenziale dal superfluo e dal velleitario.
La gente a volte è una risorsa, in altri casi, è un cappio al collo che si stringe e soffoca il meglio di quel che ti porti dentro:
-gente che conosce il guadagno e ha dimenticato il sogno
-gente che calcola tutto e investe in ogni singola persona
-gente che non conosce più il rispetto e la correttezza.
Più che un pilota automatico in determinate circostanze non posso offrire, perché per non esplodere coltivo un giardino dove nessuno ti può raggiungere.
Cammino lentamente e cerco di alzare lo sguardo, ripeto a me stesso che tutto passa, anche i giorni peggiori...
Certo, ogni tanto avrei bisogno anch'io di passare una giornata senza il telefono che ti raggiunge ovunque per presentarti un problema da risolvere.
Certo, vorrei che almeno ogni tanto fosse domenica anche per me.
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martedì, 13 marzo, 2012, 09:51
Un bimbo soffia il suo primo compleanno
le candeline non brillano più
le luci si spengono
e l'anno non c'è più.
Sogno la casa del vento
le pale veloci che danzano
le chiome scarmigliate
la carezza dell'imbrunire.
Un vecchio esala l'ultimo respiro
il fiato va altrove a dormire
la vita si spegne
e l'uomo non c'è più.
Sogno la casa del vento
gli abiti che svolazzano
le rondini tagliano l'aria
la vita non muore più.
giovedì, 8 marzo, 2012, 08:23
La vita che corre e non cammina più, la vita con lo sguardo basso sempre più asfalto e sempre meno cielo.
La vita che ti alzi al mattino ed è già tardi, la vita acqua che scorre e forse pulisce, ma non purifica e non rigenera; è acqua su un corpo disattento e incosciente.
La vita e giù un caffé, forse domani farai colazione, adesso c'è un portafoglio da inserire in una tasca, le chiavi da ritrovare e una camera da arieggiare.
La vita che sceglie il vestito per l'occasione, perde peso per esigenze di costume e trucca il viso per obbedire al copione.
La vita che passa mentre tu sei altrove, quella ch'è trascorsa e adesso rimpiangi, quella che verrà domani e stai temendo oggi.
La vita e il cartellino da timbrare, le tue dodici ore di lavoro mentre il tuo vicino è in cassa integrazione, il tuo frigorifero che scoppia di merce scaduta e tu che sogni di poterne acquistare uno più grande, con il bottone per il ghiaccio e l'acqua minerale.
La vita che non ti fermi mai, depositi figli come un corriere con i suoi pacchetti, butti parole veloci sulla pioggia o sul sole, raggiungi in macchina la tua ora di palestra e fai saltare due penne congelate che in cinque minuti si trasformeranno in una cena.
La vita senza un minuto di silenzio e quando c'è è perché morto qualcuno e in quel minuto ti ricordi che devi passare in tintoria e speriamo che la macchia sul pantalone se ne sia andata.
La vita che deve sempre rimandare le cose più importanti, troppo impegnata a vivere se stessa per cercare un minimo di senso o di ragione.
La vita che prima o poi sei morto anche tu e tutto quello che scorre in quell'istante è solo un grafico con numeri e lettere, uno scontrino con le tue cifre, un arco di tempo tra il sogno di un bambino e l'ultima sigaretta che ti sei dimenticato di fumare.
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lunedì, 5 marzo, 2012, 18:44
Lucio che verrà e quel Bologna non tradisce, mette a tacere anche uno stadio, vince con fatica e torna a casa con la sua canzone.
Lucio com'è profono il mare e i miei occhi ancora adolescenti a catturare le parole di una canzone che in attesa di un'antologia, ruba la pagina di un diario e, ti metti a piangere per quella lezione di ecologia e letteratura che la scuola ancora oggi non insegna.
Lucio e l'anno che verrà, i miei tentativi alla chitarra e dove la trovava Lucio quella voce che raggiungeva il cuore e ti metteva dentro la speranza...
Lucio e mi sembra di conoscere Anna e Marco, mentre sfumano le parole di una canzone e ci sei anche tu in quella dissolvenza di luci e colori che non smettiamo di chiamare affetto, comprensione, amore.
Lucio e un telefono vent'anni dopo, con troppi mezzi a disposizione e un vuoto che non sa più comunicare.
Lucio e i viaggi organizzati che, improvvisamente, ti mettono in mano un foglio di via e un passaporto per le stelle...
Lucio che mi viene da piangere e non riesco più a scrivere, mentre ascolto la tua voce e penso che puoi inventare personaggi ogni giorno con l'aiuto di un talent, ma uno come Lucio non lo puoi costruire, disegnare a tavolino o programmare, perché lo protegge il cielo e lo difende il mare...
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