martedì, 17 marzo, 2015, 17:13
Qualcuno ha già scritto la condanna a morte di Gesù e vorrebbe accelerare i tempi della sua esecuzione.
Gesù è colpevole di compiere le opere del Padre, è ormai considerato un blasfemo, un falso maestro arrogante che afferma di poter agire nel nome di Dio.
Gesù comunica vita e le ombre della morte, per restare su temi cari a Giovanni, detestano la vita.
Un malato che guarisce è per loro una bestemmia compiuta in giorno di sabato.
Un uomo rincuorato dal perdono ricevuto mette in questione la grettezza dei cuori assetati di potere.
Le sue parole, capaci di restituire libertà a chi ha vissuto per troppo tempo prigioniero, sono pericolose e destabilizzano quel popolo che qualcuno ha sempre controllato come meglio ha creduto.
Si avvicina l'ora in cui Gesù stesso sceglierà di consegnarsi e l'ottusità di chi detiene il potere religioso è sempre più cieca di fronte a una Verità che non teme di affermare se stessa.
Non è che a distanza di due millenni le cose siano cambiate più di tanto: le tenebre vogliono anche oggi l'ultima parola e sono pronte a calare appena sentono qualcuno che ha il coraggio di pronunciare il giorno.
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lunedì, 16 marzo, 2015, 18:11
Ti dà così fastidio l'idea che un bruco smetta di strisciare e prenda il volo mutando in farfalla?
Sei davvero convinto che il sabato di cui vai blaterando sia davvero gradito al Signore?
Davvero pensi che sia peccato la mano che mi ha guarito?
Pensi che sia illecito trasportare la mia barella in giorno di sabato?
E' davvero triste quel dio di cui mormori se ignora misericordia e compassione.
Che cosa t'impedisce di rallegrarti con me e di danzare la gioia per la mia guarigione?
Un uomo mi ha detto di prendere la mia barella e di camminare e io credo in chi mi restituisce il dono dei miei passi.
Non è forse più vicino a Dio un sabato in cui anche a me è concessa l'opportunità di fare festa?
Fai quel che credi, ma non ti chiederò il permesso di respirare.
Io credo in chi mi ha guarito e ho più di un dubbio in chi non mi aiuta neanche a raggiungere il bordo della piscina, perché anch'io possa raggiungere le acque della guarigione e della salvezza.
domenica, 15 marzo, 2015, 18:42
Tutta la vita è segno, preziosa indicazione che conduce nei pressi di un miracolo.
La voracità di chi non è mai sazio di segni continua a chiedere quello che ha di fronte agli occhi e consuma qualsiasi cosa senza fermarsi più di tanto a leggere e interpretare quel miracolo che più che provocare la fede la presuppone.
Il miracolo si realizza quando un qualunque segno incontra uno sguardo di fede capace di comprendere nel profondo quello che per gli altri è solo una coincidenza, una situazione difficile da spiegare o un evento straordinario.
Il funzionario del re non si lascia intimidire dalle parole di rimprovero di Gesù: insiste e ottiene quello in cui non solo spera, ma fermamente crede.
Quando si pronunciano parole apparentemente sicure, ma il cuore è nel dubbio e nella perplessità, qualunque risposta di da parte di Dio, cade nel vuoto della nostra domanda.
Quando la fede prende la parola e domanda senza esitazione, Dio non può che rispondere con abbondanza e generosità.
venerdì, 13 marzo, 2015, 17:36
Soli, in compagnia di Dio, lontano dal gioco dei confronti e dei paragoni che creano stupide rivalità e contrapposizioni.
Soli e consapevoli del nostro limite non c'è più alcuna ragione per illudersi di essere migliori degli altri.
Soli e riconoscenti per ogni singolo respiro e per tutti i nostri giorni.
Soli e disponibili ad accogliere l'infinita misericordia, quella che tocca il cuore e dà vita a segni di riconciliazione e di pace.
Soli con Dio che conosce quello di cui abbiamo realmente bisogno.
Soli con le ferite del nostro cammino, in presenza di Colui che guarisce e rialza chiunque è caduto.
Soli, in quel silenzio che tutto abbraccia e permette a ogni uomo di trovare consolazione e di tornare a casa con un volto sereno e rassicurato.
giovedì, 12 marzo, 2015, 17:35
Tutti possono sentire, ma l'amore ha inizio solo in chi decide di ascoltare.
L'amore è di chi ascolta e prende coscienza di essere amato senza alcuna condizione.
L'amore è di chi ascolta e trova quiete in quel silenzio che non lascia Dio all'ingresso della propria porta, ma spalanca la propria anima perché possa liberamente entrare.
L'amore è di chi ascolta e trova la forza e il coraggio di fare spazio al proprio fratello, perché quando il cuore è colmo dell'affetto di Dio non può che rispondere con tutta la riconoscenza di cui è capace.
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