martedì, 18 giugno, 2013, 12:04
Se mi svegli al mattino, e senza troppe parole mi suggerisci che questo giorno è ancora mio...
Se mi regali un'intuizione e le parole per poter raccontare quel di più che dà senso alle ragioni di un cuore...
Se una persona suona il mio campanello e mi racconta lo stesso orizzonte che appartiene al mio sguardo...
Devo prendere sul serio quello sguardo che conserva la memoria lontana di un bambino senza tradire l'esperienza e la saggezza dell'adulto?
In altre circostanze, avrei vivisezionato quel sogno, sino a riconsegnarlo ancora intatto nel suo imballo, con tutte le osservazioni e le motivazioni per rendere ragionevole un rifiuto.
Al contrario, mi ritrovo ancora con quel sogno tra le mani e in attesa di ricevere le istruzioni per poterlo realizzare...
E' una cosa da folli, ma non sono io quello sano di mente e sto diventando responsabile della mia follia; forse è davvero il tempo di considerare il limite come una risorsa, di chiudere gli occhi e di lasciarmi andare...
Chi mi custodisce sorreggerà il volo e l'unico vero ostacolo non è nelle difficoltà che incontrerò, ma in quella voce interiore che bolla come impossibile quello che inevitabilmente, sottrae dalle proprie sicurezze.
Chi mi custodisce, suggerirà anche le traiettorie di questo volo estivo che precede il mio autunno.
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lunedì, 10 giugno, 2013, 15:50
Ho un cuore tra le pagine di un libro e un cuore nella melodia di una vecchia canzone.
Ho un cuore notturno che si addormenta al ricordo di un prato lontano e un cuore offeso che soffre ancora per un antico rifiuto.
Ho un cuore che stringe i denti per portare a casa una vittoria importante e un cuore reduce da una sconfitta cocente.
Ho un cuore che prima di andare a scuola si svegliava con una spremuta e un caffé e un cuore che ha appreso l'arte di alzarsi da solo per affrontare un nuovo giorno.
Ho un cuore che gode mentre addenta una fetta di pane caldo e un cuore che non riesce ad apprezzare una tavola che ha perso di vista l'essenziale.
Ho un cuore di sogno che non prende appuntamenti e si lascia semplicemente incontrare e un cuore arruffato dai troppi impegni e dalle ragioni di un calendario aguzzino.
Ho un cuore qui, ma soprattutto ho un cuore altrove.
Ho un cuore che abita il quotidiano e un cuore che sa parlare con gli angeli e con le creature invisibili.
Ho un cuore annoiato dalle troppe ragioni e un cuore che sta ritornando, infine, bambino.
Ho un cuore che fa pace con il mondo reale e un cuore che intuisce il mistero di un'altra vita e di un altro regno.
Ho un cuore qui, ma non sarei più niente se, sempre più spesso, il mio cuore non scegliesse di viaggiare e di andare altrove.
Ho un cuore che già conosci e un cuore che devo ancora raccontare.
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lunedì, 3 giugno, 2013, 16:21
Nè ieri nè domani
nè prima nè poi
adesso è ora
con le lancette
puntate sul presente.
Che cosa stai aspettando?
Non ci sono conti in sospeso:
è nebbia in cui perdersi
sabbia in cui affondare
tu lo chiami passato
e lo rendi presente...
ma è solo un luogo che non c'è.
Quando domani verrà
domani sarà ancora adesso
quello che stai temendo
avrà un nome diverso
e dovrà ancora arrivare
mentre sarai ancora altrove
e quel che chiami futuro
è solo un tempo che non c'è.
Adesso è ora
voglio essere qui
benvenuto presente
benvenuto anche a te.
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lunedì, 27 maggio, 2013, 10:43
Puoi prendere in mano la corona del rosario quando sei arrabbiato con qualcuno?
Certo che puoi farlo! Se sceglierai di portare quella persona nella tua preghiera con il desiderio di perdonare e con la volontà di ritrovare la disponibilità per andarle incontro.
Puoi meditare i misteri dolorosi quando hai evitato accuratamente il cuore appesantito di chi avrebbe avuto bisogno della tua capacità di ascoltare?
Certo che puoi farlo! Se la passione e la morte di Gesù non resteranno solo nei tuoi pensieri e nelle tue parole, ma ti aiuteranno ad avvicinarti con più coraggio a chi soffre e porta nel suo corpo o nel suo spirito l'umana sofferenza in cui Dio è sempre presente.
Puoi camminare sulle strade dei misteri gaudiosi quando hai rifiutato la gioia di chi ti era accanto e hai rattristato il suo cuore con le parole che l'invidia sa scegliere accuratamente?
Certo che puoi farlo! Se lascerai che l'Ave Maria possa risuonare in te come una voce che ti riconduce al servizio e all'accoglienza di un sorriso pronto a donarsi in tutta la sua generosità.
Puoi viaggiare in compagnia del Risorto quando la morte, almeno apparentemente, sembra avere ancora l'ultima parola?
Certo che puoi farlo! Se dopo aver riconosciuto il tuo Signore, come i discepoli di Emmaus, ritornerai sui tuoi passi e sarai proprio tu a riaffermare con i tuoi gesti semplici e riconoscenti che l'ultima parola di Dio è ancora una volta la vita.
Puoi attraversare i misteri della luce quando il tuo sguardo è spento e si perde nell'ombra?
Certo che puoi farlo. Se imparerai a respirare quel Padre nostro che suggerisce ancora la presenza di uno Spirito che, passo dopo passo, può condurti alla verità tutta intera.
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domenica, 26 maggio, 2013, 16:43
Non è mai cattiva la strada e alcuni uomini lo sanno bene.
E' vero; se rinunci a barricarti in casa e se non chiudi con mille lucchetti la porta della tua canonica, puoi incontrare briganti, prostitute, transessuali, zingari e tutte le altre categorie di persone che ai più incutono paura e terrore.
Se scendi in strada senza scorta e accetti la vita con tutte le sue variazioni sul tema, capita che la strada s'innamori di te e di quella piccola verità che ti porti dentro.
Ho un piccolo ricordo: un bicchiere di barbera condiviso in una serata astigiana in cui don Andrea cercava un salone per poter parlare e oggi, sono contento di averlo accolto nel nostro oratorio.
C'è più verità in due bicchieri di barbera che in tutte le parole che potrei continuare a scrivere...
Buon viaggio dove il Vangelo non ha vergogna di sé stesso e un abbraccio stretto come un caruggio.
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