venerdì, 19 aprile, 2013, 17:02
Li vedo scorrere uno a uno come se fossero parte del mio popolo, ma non posso credere che questa gente sia della mia stessa razza.
Non hanno niente da spartire con il panettiere o con l'idraulico, non ricordano neanche vagamente il commercialista o l'avvocato e non assomigliano al poeta, al navigatore e nemmeno al netturbino.
I loro cognomi sono spesso identici a quelli delle persone che conosco, ma quanto sono lontani e differenti dalla gente che abitualmente incontro.
Spengo il televisore e cerco di pensare ad altro perché la nausea questa volta è troppa.
Questo esibirsi sempre e dovunque, questa incapacità di parlare e di trovare le parole per farsi capire, questo "urlare" di abbassare i toni...
Queste magliette da stadio, queste mortadelle in piazza, questo cercare la complicità di un popolo sempre più sprovveduto...
Questa totale assenza di rispetto per le istituzioni di cui fanno parte, questa incapacità di capire a che ora andarsene, questo mercato d'interessi personali raccontati per pubblici...
La gente che non c'è non è rappresentata da nessuno e gli avvoltoi mangiano indisturbati il cadavere della sua assenza.
commenta
sabato, 13 aprile, 2013, 10:28
Tutta questa fretta
questo risveglio ch'è già ansia
questo mattino senza oro in bocca
questo correre in bocca alla morte
senza preoccuparsi più di tanto
della vita che inutimente scorre.
Tutta questa fretta,
questo asfalto che divora la terra
questo satellite a riprendere un cielo
queste previsioni di un tempo pauroso
senza concedersi più di tanto
a quello spirito che troppo dorme.
Tutta questa fretta
questa sera che arriva senza saggezza
questo dormire tra pastiglie e anestetici
questo arricchirsi di cose senza senso
senza industriarsi più di tanto
per quel sogno tradito al suo nascere.
Tutta questa fretta
questo accendere candele e lumini
questa smania di lucidare le tombe
questo stato di vita apparente
senza inquietarsi più di tanto
per quel senso perduto tra le ombre.
4 commenti
( 1412 visite )
martedì, 9 aprile, 2013, 11:41
C'è sempre un uomo che scende da Gerusaleme a Gerico e non mancheranno mai i briganti. Ci sono il levita e il sacerdote ad attraversare la strada o a passare oltre, ma c'è e ci sarà ancora un uomo di Samaria a pronunciare l'eresia dell'amore?
C'è un Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli e c'è una parte di Chiesa che non osa dirlo, ma si scandalizza e prova indignazione quando il più grande sceglie di servire il più piccolo.
C'è un Vangelo minuscolo che continua a essere ignorato e tradito: un Vangelo in cui nessuno osa farsi chiamare Padre o Maestro, perché uno è il Padre e uno è il Signore e Maestro.
E' davvero tempo di fare delle scelte tra un libro confinato nel funo degli incensi e quel numero di pagini difficili che ancora fatichiamo a leggere e ancor più a vivere.
2 commenti
( 1342 visite )
giovedì, 4 aprile, 2013, 10:01
Leggere poco, meglio ancora, non stropicciare mai gli occhi con una pagina qualunque, aiuta e facilita la formazione e l'educazione dell'idiota potenziale che mi porto dentro.
Leggere poco e, se proprio devo farlo, allora è bene che sia un messaggio criptico sul cellulare con contrazioni di parole, sigle e slogan con tanto di risatina finale e un intercalare scurrile a scelta.
Leggere poco predispone le menti migliori alla ricerca di servizi utili come quelli forniti dal portale Jamba: suonerie pulcini pii e contenuti straordinari per stabilire il grado di affinità tra il tuo nome e quello della tua compagna.
Lo so che "ma non è che ci credo però mi diverto un sacco un po' come l'oroscopo e il video di ladygaga", però tuo padre non riesce più a interrompere il flusso di quei 5 euro settimanali che escono inutilmente dalle sue tasche.
Leggere poco aiuta quel contenitore d'immondizia spacciato per servizio pubblico a propinare qualsiasi indecenza commerciale senza che nessuno protesti più di tanto:
la pubblicità del gioco d'azzardo e la raccomandazione ipocrita che ti sussurra di non esagerare perché il gioco può causare dipendenza...
gli spot dei farmaci che risolvono miracolasamente qualunque disturbo e che nel nanosecondo finale dicono quello che non deve essere capito...
gli abbonamenti a siti di dubbia provenienza che propongono contenuti pericolosi per padri e madri di adolescenti inquieti.
Leggere poco e consumare il divano di fronte alla televisione aiutano un popolo a diventare la caricatura di sé stesso e non saranno "Le barzellette di Totti" o "Cotto e mangiato" a risollevare le sorti dell'esercito di neuroni intorpiditi da una risata che ci sta seppellendo.
2 commenti
( 1624 visite )
sabato, 30 marzo, 2013, 12:11
Tra le tante canzoni di Jannacci che mi hanno fatto sorridere, quella che mi viene in mente oggi è davvero triste. In un lontano festival di Sanremo la presentò in compagnia di Ute Lemper che cantò la versione Inglese:
bella, poetica e struggente.
La fotografia (Enzo Jannacci)
Uhe, no guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io, io son quello col vino
lui, lui è quello senza motorino
così adesso che è finito tutto e sono andati via
e la pioggia scherza con la saracinesca della lavanderia
no io aspetto solo che magari l'acqua non se lo lavi via
quel segno del gesso di quel corpo che han portato via
e tu maresciallo che hai continuato a dire andate tutti via
andate via che non c'è più niente da vedere niente da capire
credo che ti sbagli perché un morto di soli tredici anni
è proprio da vedere perché la gente sai magari fa anche finta
però le cose è meglio fargliele sapere.
Guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
era il solo a non voler capire d'esser stato sfortunato
nascere in un paese dove i fiori han paura e il sole è avvelenato
e sapeva quanto poco fosse un gioco... la sua faccia nel mirino
la... ohi... la... da... daradan... daradan... daradan...
è finita la pioggia tutto il gesso se l'è portato via
lo so che ti dispiace maresciallo, ma appoggiato alla lavanderia
era il mio di figlio, e forse è tutta colpa mia perché
perché come in certi malgoverni se in famiglia il padre ruba
anche il figlio a un certo punto vola via
e così lui non era lì per caso no. Anche lui sparava e via
ma forse il gioco era già stanco e non si è accorto neanche che moriva
guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
la fotografia la fotografia la fotografia
tutto il resto è facce false della pubbliciteria
tutto il resto è brutta musica fatta solamente con la batteria
tutto il resto è sporca guerra stile stile mafieria
la fotografia tu che sei famoso, firma firma per piacere la fotografia.
1 commento
( 1298 visite )
Indietro Altre notizie