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Dieci dischi da salvare... 
domenica, 20 gennaio, 2013, 08:25


Il "long playing" è ormai datato, ma anche le canzoni che vorrei salvare e portare con me appartengono a un tempo in cui la musica girava sul piatto e non sul lettore cd.
Dieci dischi da salvare e non è facile scegliere tra i tanti padelloni che riaffiorano da un passato in cui la musica si pagava in lire e le registrazioni pirata erano di qualità infima. Vai a spiegarlo a chi è nato "scaricando" qualsiasi cosa dalla rete senza spendere un solo euro.
Per chi ha amato e ancora ama i padelloni del secolo scorso il discorso è differente. Nostalgia, gioia, tenerezza, trepidazione: c'è tutto un mondo in quei titoli che non dimentichi e quel mondo è ancora tuo.
Il primo titolo è "Incontro con Renato Zero", forse il mio primo 33 giri; una raccolta dei primi due dischi con inediti da studio del primo disco live.
Subito dopo scelgo di salvare "La torre di Babele" di Edoardo Bennato e "Pigro" di Ivan Graziani.
"Non al denaro né all'amore né al cielo" e "Storia di un impiegato" di Fabrizio De André sono dischi che ho consumato a più riprese nel tempo e che occupano spazio fisso nel mio lettore di mp3.
Peter Gabriel con "So" non posso proprio dimenticarlo e lo stesso discorso vale per "Wish you where here" dei Pink Floyd.
"Paris", mitico live dei Supertramp e una raccolta dance che metta insieme 70 e primi 80 per energizzare le giornate in cui mi sento scarico.
Torno in Italia per il decimo e ultimo disco e chiudo con Ivano Fossati e i suoi "700 giorni".
E voi? Che padelloni o cd vorreste salvare?
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Ghiaccio 
sabato, 19 gennaio, 2013, 10:21


Finiranno i tempi di facebook e ritroveremo la gioia di condividere le nostre storie con quattro amici e di lasciar perdere l'esercito di conoscenze virtuali.
Faremo a meno degli smart tv che si accendono al nostro saluto e anziché affondare il sedere in un salotto di solitudine riabbracceremo mogli, mariti e figli.
Sceglieremo di non scaricare un film dal pc e per una sera andremo al cinema e, magari, discuteremo anche di quello che abbiamo visto.
Manderemo gli smartphone a farsi fottere perché saremo rapiti dalla lettura di un romanzo che desideriamo finire prima che sia sera.
E di tutti questi anni di ghiaccio, di questa tecnologia che chiude la gente in una casa prigione di vetro, proveremo a scegliere tra quello che realmente ha migliorato le nostre vite e lasceremo andare tutto il resto.
Nel frattempo, svegliarsi prima che il risveglio diventi un'altra moda, non è poi brutta idea!
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L'ora di chiusura... 
venerdì, 18 gennaio, 2013, 11:26


Non metterò mai più piede in una libreria Mondadori. Ho tagliato in due la tessera e d'ora in poi, aspetterò di poter prendere un treno per Torino dove il personale della Fnac o della Feltrinelli hanno ben altro modo di fare con la clientela.
E' vero, sono entrato tardi, ma avevo le idee chiare e in tre minuti ho scelto e pagato il libro che desideravo regalare. La cassiera mi ha chiesto se desideravo un pacchetto e disgraziatamente, ho risposto di sì. La cassiera, a quel punto, con una buona dose di acidità, mi ha ricordato che doveva andare a cena.
Non ho chiesto nulla io, avrebbe potuto darmi il libro e non avrei avuto niente da obiettare. Le ho risposto che non era indispensabile il pacchetto, lei, con tono poco credibile mi ha risposto che stava scherzando.
Ha preso una busta colorata grande il doppio del libro, ha inserito il romanzo, ripiegato il bordo e chiuso con il nastro adesivo...
Ci ha messo più tempo il bancomat a rilasciare lo scontrino.
Neanche avesse fatto un pacchetto come quelli che un tempo, una vecchia libraia, con mani abili e il sorriso sulle labbra...

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Che simpatico umorista! 
giovedì, 17 gennaio, 2013, 09:48


Monty sempre più Python si è riscoperto umorista dell'ultima ora e, sembra diventato la spalla del cavaliere.
Dov'è finito l'uomo grigio piovuto dal cielo misericordioso di Golconda, il bocconiano che misura e pesa il suono e la profondità di ogni parola, il messia dell'economia che riconduce il folklore Italico al rigore Tedesco?
Smessi i panni del presidente del consiglio è divenuto improvvisamente un "battutaro" di Zelig Circus e dimentica che scegliere il palcoscenico come terreno di scontro col cavaliere, è come giocare a tennis con Nadal o Djokovic.
Ha ragione Berlusconi quando lo apostrofa leaderino e aggiungerei anche un po' looser perché di fatto, al massimo sarà davvero la stampella di Bersani.
Non ho mai provato nè simpatia nè stima per questo salvatore di banche che è parte iniqua di un sistema che moltiplica gli utili di pochi prelevando dalle tasche dei più. Adesso che ha manifestato chiaramente il suo profilo politico e abbandonato quello tecnico, si è rivelato una primadonna come tutti gli altri. L'Italia poteva farne anche a meno.

Mela mangio (ma anche no) 
mercoledì, 16 gennaio, 2013, 09:55


"Una mela al giorno toglie il medico di torno". Una volta, forse, dipende. Trattata, non trattata, con la buccia o rigorosamente senza.
Una renetta avvolta in uno strudel, una fetta di tarte tatin, l'acquisto di Balotelli per il cavaliere, l'inverno della grande mela.
La apple dei Beatles e quella in ribasso di Tim Cook, quella che la tradizione, ma non la scrittura, assegna a Eva.
La melatonina per riequilibrare il sonno e la mela di terra alla francese rigorosamente fritta, la melata delle api e quella piccola che i calciatori praticano per far passare il tempo quando sono in vantaggio e tutti le altre "faux amis"
La mela autunnale color rubino e i suoi grani, la mela cotogna che allappa la bocca, la mela omogenizzata e quella in spicchi nelle buste di plastica del più noto venditore di hamburger.
La mela dolce e succosa o terribilmente granulosa, la mela che un tempo portavi a scuola per la seconda colazione nell'intervallo, la mela di Guglielmo Tell trafitta dalla freccia e quella un po' leggera per alleggerire un po' la pagina del blog e invitarvi a giocare con altre mele e guai a chi pensa male!
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