venerdì, 20 settembre, 2013, 19:39
La bella infelicità rinuncia a scegliere e si arrende all'emozione che passa in quel momento come a un destino ineludibile.
Il corpo avverte la chimica della tristezza e pensa di non essere all'altezza della situazione, mentre torna alla mente una vecchia critica, di quelle che hanno ferito nel profondo o un impegno poco gradevole che lancia il proprio affondo al buonumore che non c'è.
La bella infelicità se la prende col mondo e pretende che l'esterno realizzi quel cambiamento che dentro non ha nessuna intenzione di prendere la parola.
Un caffè, una sigaretta e la meccanica dello stress mette in moto l'adrenalina di una vita che assume la posizione di difesa e teme minacce che potrebbero giungere da qualsiasi parte del giorno.
Il tempo diventa insufficiente per poter svolgere la propria attività o un giorno libero in cui prevale la noia o l'ansia per il giorno successivo.
Lo spazio si restringe e diventa asfissiante o si espande improvvisamente e ti fa sentire dall'altre parte del mondo in cui avresti dovuto essere.
La bella infelicità ripropone sempre lo stesso modulo e rafforza l'errata convinzione che non si possa assolutamente cambiare una sola virgola.
Eppure...
Se metti da parte lo stress a cui ti sei abituato in modo maniacale, qualcosa sta già cambiando...
Se respingi l'immagine del capufficio e provi a calpestare la nuda terra col tuo pensiero, qualcosa sta già cambiando...
Se decidi di rimetterti in gioco e ti iscrivi a quel corso d'Inglese che da tanti anni vorresti fare, qualcosa sta già cambiando...
Se rispondi a quella lettera che hai ignorato da troppo tempo, qualcosa sta già cambiando...
Se per una volta metterai da parte la paura di fare esperienze diverse, qualcosa sta già cambiando.
La felicità di una vita creativa ha inizio con una buona dose di fatica e quanto è importante, proprio oggi, non rimandare a domani il proprio appuntamento con quel cambiamento che non si ottiene né con la magica sestina al superenalotto e neanche con la promozione attesa da troppo tempo.
Forse in questo momento pensi di non avere l'emozione giusta o lo stato d'animo più adeguato, ma se smetti di cercare fuori quello che hai dentro, se provi a osservarti meglio, allora, il cambiamento che desideri ha già avuto inizio e nessuno ad eccezione di te stesso ti potrà fermare.
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giovedì, 19 settembre, 2013, 12:10
Mentre si fa sera
attendo il tuo ritorno
senza più parole
l'affetto può bastare
è quasi amore e tu lo sai.
Mentre si fa sera
preparo il mio volo
libero da bagagli
con la sola intenzione,
è già ora di tornare.
La piccola morte del sonno
è un bacio sulla guancia
è il fiato che riposa
è neve da sciogliere
è lacrima e pazienza.
Mentre si fa sera
sono cielo e mare
un orizzonte vicino
la vita è sufficiente
è quasi giorno e tu lo sai.
Mentre si fa sera
riprendo la mia quiete
sfumo come la luce
chiudo gli occhi
e indosso un sogno.
Mentre si fa sera
sono giorno e notte
tramonto d'aurora
cuore che tace
è semplice affido.
La piccola morte del mondo
è un mattino che affiora
è oltre ogni limite
è terra inesplorata
è casa e verità.
mercoledì, 18 settembre, 2013, 16:56
L'io differente ti sorprende e già non sei più tu.
Sei un attimo più in là, una domanda si aggiunge alla tua identità e mentre saluti la fotografia di quel che sei stato, si affaccia alla mente un nuovo pensiero che anticipa quello tra poco sarai.
L'io differente abbandona il transito di ogni immagine e non teme l'incertezza: lascia sulla panchina una vecchia abitudine e dà il benvenuto a un altro te stesso che meglio rappresenta quel che sei diventato.
L'io differente ascolta il mondo e quando ha capito l'antifona, lo lascia girare con le sue vecchie convinzioni e riprende il proprio cammino.
Non è sempre simpatico, l'io differente non ha bisogno d'applausi e obbedisce nel profondo a quel desiderio di crescere che ripudia l'omologazione dell'essere adulto.
L'io differente saluta e ringrazia il giorno che se n'è appena andato e subito dopo si rivolge dove l'aurora va a presentare il nuovo mattino.
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lunedì, 16 settembre, 2013, 10:43
La sofferenza che mediamente dobbiamo sopportare è più che sufficiente.
Se davvero l'uomo è così intelligente, dovrebbe prendere coscienza di essere l'unica creatura capace di generare tanta sofferenza al pianeta in cui vive.
Se davvero l'uomo è così umano, è tempo che si adoperi un po' di più nell'esercizio della compassione.
Se davvero l'uomo è a immagine di Dio, è necessario che riconsideri ogni bene di questa terra come una responsabilità ben precisa.
Il dolore del tutto inutile non ha senso né ragione, consuma e divora tutto quello che tocca e porta sempre la firma di un'umanità corrotta e inconsapevole.
mercoledì, 11 settembre, 2013, 10:57
Non ti credo più, quando mi dici che non posso alzarmi in volo, che sono troppo pesante e privo d'ali, non do più alcun peso alle tue parole.
Fai bene a ripercorrere in tondo il cammino di sempre, ma in quella tua sicurezza non vedo altro che rinuncia, paura e noia.
Se ti dicessi che è possibile, se ti raccontassi alcune delle mie traiettorie, mi guarderesti con la tua compassione, come si è soliti fare con un folle o con un esaltato: ma c'è qualcosa di più assurdo del mondo, e dei suoi tanto celebrati riferimenti?
Io, come loro, non riesco a rinunciare al mio tratto di cielo e quando il pensiero si fa leggero mi accorgo che non c'è nessun limite per chi desidera distendersi in volo.
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