mercoledì, 21 marzo, 2012, 16:37
Gira l'estratto conto che hai in mano
metti a tacere le cifre e i numeri
osserva a lungo la pagina bianca
con tutto il silenzio che conosci.
Attendi l'affetto e l'emozione
non trattenere quella lacrima
dimentica quello che dovresti fare
pensa a quello che potresti essere.
Quando il foglio chiederà parola
e la carta implorerà una penna
non trattenerti un solo istante
scrivila ovunque la tua canzone.
Qualcuno dirà ch'è tutto inutile
che le poesie non salvano il mondo
che si tratta di tempo sprecato
perché tutto è già stato scritto.
Tu, scrivila comunque, sino in fondo
tutto ha bisogno di essere ripetuto
perché nulla abbiamo ancora capito
in questo mondo di inutili contabili.
Forse il tuo gesto cadrà nel vuoto
forse non sarà apprezzato o capito
tu, scrivila ovunque la tua canzone
e affida la tua pagina al vento.
Perchè non sei solo in quelle parole
altri, altrove, le stanno scrivendo
e puoi sentirne le voci a sera
quando tutto finalmente va a tacere.
Verrà così presto l'ora di partire
qualcuno litigherà per le tue cifre
qualcuno sceglierà le tue parole
e ti leggerà per restituirti vita.
3 commenti
( 1594 visite )
venerdì, 16 marzo, 2012, 18:23
Quello che non hai detto
è un giardino segreto
è una pagina strappata
è vento mai soffiato...
Quello che non hai detto
è una verità nascosta
è un sogno dimenticato
è mare mai navigato...
La vita va troppo veloce
il tempo avanza in fretta
quello che non hai detto
potrebbe restare senza voce.
Il bambino non aveva parole
il giovane ne aveva paura
quello che non hai detto
è l'uomo che non è mai stato.
Quello che non hai detto
è un pensiero ossessivo
è un affetto taciuto...
è terra mai coltivata...
Quello che non hai detto
è un autunno arido
è un'estate innevata
è dolore mai accettato.
Il bambino non poteva sapere
il giovane era troppo confuso
quello che non hai detto
è l'uomo che mai ha provato.
martedì, 13 marzo, 2012, 16:40
Sorrido cortesemente a un anziano che attraversa la strada, rispondo con l'informazione desiderata a una telefonata e compilo correttamente un certificato di battesimo: forse sono io, forse è il pilota automatico.
Ci sono giorni in cui risulta indispensabile il pilota automatico: sceglie a memoria un volto adeguato alla circostanza, calcola istantaneamente un percorso e compie una serie di gesti ignorando il vuoto in cui lo spirito si sta dibattendo.
Non è mai facile gestire l'esperienza del vuoto interiore; a volte risulta davvero incomprensibile questa vita che non sa distinguere l'essenziale dal superfluo e dal velleitario.
La gente a volte è una risorsa, in altri casi, è un cappio al collo che si stringe e soffoca il meglio di quel che ti porti dentro:
-gente che conosce il guadagno e ha dimenticato il sogno
-gente che calcola tutto e investe in ogni singola persona
-gente che non conosce più il rispetto e la correttezza.
Più che un pilota automatico in determinate circostanze non posso offrire, perché per non esplodere coltivo un giardino dove nessuno ti può raggiungere.
Cammino lentamente e cerco di alzare lo sguardo, ripeto a me stesso che tutto passa, anche i giorni peggiori...
Certo, ogni tanto avrei bisogno anch'io di passare una giornata senza il telefono che ti raggiunge ovunque per presentarti un problema da risolvere.
Certo, vorrei che almeno ogni tanto fosse domenica anche per me.
2 commenti
( 1514 visite )
martedì, 13 marzo, 2012, 09:51
Un bimbo soffia il suo primo compleanno
le candeline non brillano più
le luci si spengono
e l'anno non c'è più.
Sogno la casa del vento
le pale veloci che danzano
le chiome scarmigliate
la carezza dell'imbrunire.
Un vecchio esala l'ultimo respiro
il fiato va altrove a dormire
la vita si spegne
e l'uomo non c'è più.
Sogno la casa del vento
gli abiti che svolazzano
le rondini tagliano l'aria
la vita non muore più.
giovedì, 8 marzo, 2012, 08:23
La vita che corre e non cammina più, la vita con lo sguardo basso sempre più asfalto e sempre meno cielo.
La vita che ti alzi al mattino ed è già tardi, la vita acqua che scorre e forse pulisce, ma non purifica e non rigenera; è acqua su un corpo disattento e incosciente.
La vita e giù un caffé, forse domani farai colazione, adesso c'è un portafoglio da inserire in una tasca, le chiavi da ritrovare e una camera da arieggiare.
La vita che sceglie il vestito per l'occasione, perde peso per esigenze di costume e trucca il viso per obbedire al copione.
La vita che passa mentre tu sei altrove, quella ch'è trascorsa e adesso rimpiangi, quella che verrà domani e stai temendo oggi.
La vita e il cartellino da timbrare, le tue dodici ore di lavoro mentre il tuo vicino è in cassa integrazione, il tuo frigorifero che scoppia di merce scaduta e tu che sogni di poterne acquistare uno più grande, con il bottone per il ghiaccio e l'acqua minerale.
La vita che non ti fermi mai, depositi figli come un corriere con i suoi pacchetti, butti parole veloci sulla pioggia o sul sole, raggiungi in macchina la tua ora di palestra e fai saltare due penne congelate che in cinque minuti si trasformeranno in una cena.
La vita senza un minuto di silenzio e quando c'è è perché morto qualcuno e in quel minuto ti ricordi che devi passare in tintoria e speriamo che la macchia sul pantalone se ne sia andata.
La vita che deve sempre rimandare le cose più importanti, troppo impegnata a vivere se stessa per cercare un minimo di senso o di ragione.
La vita che prima o poi sei morto anche tu e tutto quello che scorre in quell'istante è solo un grafico con numeri e lettere, uno scontrino con le tue cifre, un arco di tempo tra il sogno di un bambino e l'ultima sigaretta che ti sei dimenticato di fumare.
3 commenti
( 1904 visite )
Indietro Altre notizie