lunedì, 21 novembre, 2011, 11:12
Tutto cambia, in continuazione muta un paesaggio, una persona si trasforma quotidianamente e mentre un desiderio ci abbandona, un altro prende il suo posto.
Tutto cambia impercettibilmente: il sole di questa mattina è ora prigioniero delle nuvole e quel vecchio agitato, adesso, è straordinariamente calmo.
Tutto cambia e a nulla serve l'ostinazione di chi considera come definitivo quel che sfugge di momento in momento, di giorno in giorno, di stagione in stagione.
E' scritto nel nostro corpo quel divenire che ci rende sempre uguali e sempre diversi, appartiene al codice del nostro spirito quel caleidoscopio di infinite possibilità che per un solo attimo afferma noi stessi come non siamo ancora stati e come non potremo più essere.
Tutto cambia e possiamo indirizzare la nostra evoluzione o subire sterilmente il moto dei venti e illuderci che il nostro ricordo di ieri sia davvero l'oggi che stiamo vivendo.
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giovedì, 17 novembre, 2011, 09:50
Gli aquiloni di Dio li puoi vedere puntando un cielo qualunque, ma molto di più se guardi verso terra, all'altezza di un prato, di uno sguardo bambino che, talvolta ricorda e talvolta ha già dimenticato...
Un istante di profonda sofferenza o un attimo di gioia immensa e può capitarti di ricordare quel tempo non così lontano in cui puntavi un soffitto apparentemente vuoto e sorridevi divertito da quei colori che abitano ancora in uno spazio piccolo piccolo della tua memoria.
Gli aquiloni di Dio tornano tra le lenzuola candide di un sogno che si accende e, almeno per qualche istante, suggeriscono la loro discreta presenza, quell'affetto che sussurra compagnia, protezione e calore.
Quell'attimo di coraggio inaspettato, quella decisione che non sembrava essere nelle tue corde, quel gesto di perdono dopo aver conosciuto risentimento e rancore, quella generosità che abbandona la partita doppia e smette di fare calcoli complicati: il volo degli aquiloni di Dio prosegue senza sosta, tanto per i passeggeri attenti, quanto per quelli distratti.
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mercoledì, 16 novembre, 2011, 10:28
Dimmi tu se ne vale la pena, se davvero è proprio il caso di confinare i nostri giorni nel bel mezzo di un'arena.
Non è mai sufficiente il tempo, eppure, una buona parte dei respiri se ne vanno senza una ragione ben precisa, senza alcuna consapevolezza, nell'estrema superficialità di un futuro da rincorrere che si sovrappone a un presente in cui esistere.
Una lite condominiale per un box auto situato in posizione migliore, una scazzottata per ventidue milionari in calzoni corti, la perdita di un fratello per qualche centimetro in più di una casa paterna e, quando viene sera, a casa e a letto veloci in compagnia di un orgoglio senza misura.
Lavorare ore e ore per la propria realizzazione e spendere tre quarti di stipendio per assoldare una tata, acquistare tre confezioni di pelati scadenti per comprare una borsa firmata, andare un'ora in palestra prendendo prima l'ascensore per scendere due piani e poi l'automobile per coprire una distanza di duecento metri...
Siamo di passaggio e ci comportiamo come se ogni singola situazione potesse essere quella definitiva, quella che ferma il mondo nel bel mezzo della nostra vita.
Tutto scorre e in un battito di ciglia se ne sono andati i capelli e una protesi ha sostituito una vecchia dentatura: dovrebbe subentrare in cambio un po' di saggezza, ma non sono pochi gli anziani che chiudono i propri occhi senza la verità di un'esperienza da offrire.
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martedì, 15 novembre, 2011, 10:30
Siamo mica qui a mettere il pistacchio alle mortadelle?
Siamo mica qui a sinistra e neanche mica altrove, siamo ancora a contare i fagioli nel barattolo della Carrà e con l'aiuto di Tonino, prima o po ci azzecchiamo.
Siamo stati all'opposizione con l'unico obiettivo di far saltare il governo Berlusconi e adesso?
Adesso vorremmo evitare le monetine perché a noi piange il cuore per tutti i privilegi che abbiamo dovuto sopportare e per le poltrone che stoicamente abbiamo occupato, ma con tanta sofferenza per la sorte dell'operaio e del disoccupato.
Adesso, se ci date una decina d'anni, forse riusciremo a creare una coalizione e andremo d'amore e d'accordo per tre giorni e, se aggiungete un'altra cinquina d'inverni, forse avremo anche un programma.
Esulta Bersani, balla la Bindi con Vendola e Franceschini può passare col cappellino: siamo mica qui per rubare il pepe al salame?
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lunedì, 14 novembre, 2011, 17:19
Un uomo generoso non lascia in eredità ai propri figli un milione di debiti e di barzellette, in cambio dei posti di lavoro che qualche decennio fa aveva promesso loro.
Un uomo generoso avrebbe dovuto pensare che oltre alle allegre signorine della televisione e dei festini, esisteva anche un popolo di gente comune con il problema di andare a fare la spesa, lavare il bucato e tutte le altre amenità che i più devono considerare seriamente.
Un uomo generoso non considera il ministro della giustizia come se fosse il proprio privato legale rappresentante.
Un uomo generoso ricorda bene il miracolo Italiano delle parole e il disastro in cui ha gradualmente trascinato il suo popolo.
Un uomo generoso, potrebbe andarsene con più dignità e smetterla di arringare con arroganza le virtù di cui, a conti fatti, non s'è vista traccia.
Un uomo generoso non si dimette perché la propria azienda rischia di diventare cartaccia inutile.
Un uomo generoso sa bene che la destra dovrebbe ignorare quanto fa la sinistra e non sbandiera da una postazione sicura la propria generosità, mentre una fiumana di gente lo attende impaziente per restiturgli almeno qualche monetina.
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