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Lei mi ha dato... 
domenica, 22 marzo, 2015, 18:15


Lei mi ha dato e io ho preso, ma la colpa, dall'antico giardino sino ai giorni nostri, continua a non essere equamente distribuita.
Tra le tante persone disponibili a scagliare la propria pietra, scommettiamo che qualcuno avrebbe potuto confermare per esperienza diretta il peccato dell'adultera?
Altre pietre avrebbero scelto le mani degli invidiosi di turno, altre ancora avrebbero scagliato con violenza quel desiderio mai confessato...
Lei mi ha dato e io non ho rifiutato: mi sembra una ragione più che sufficiente per smetterla di portare mimose l'otto marzo e pietre per il resto dell'anno.
Chi è senza peccato non solo non ha scagliato la sua pietra, ma ha preso le difese della donna e ha messo ogni uomo di fronte alla propria responsabilità.
Duemila anni dopo, la parola colpa suona ancora troppo femminile e l'uomo che si vanta della frequentazione di mille letti è lo stesso che punta il dito contro la peccatrice di turno.
Forse è meglio fare silenzio e provare a immaginare quel che Gesù ha tentato di scrivere sulla terra mentre la folla sbraitava veleno e ipocrisia.
Forse è tempo di interpretare quelle lettere sulla sabbia che è così comodo evitare di leggere...

Un uomo onesto 
venerdì, 20 marzo, 2015, 17:51


Un uomo umile, uno di quelli che non ha paura di riconoscere la propria notte e di muoversi verso il giorno.
Un uomo intelligente, uno di quelli che desidera ascoltare meglio quando non riesce a capire.
Un uomo giusto, uno che non ha paura di prendere la difesa di chi è attaccato ingiustamente e non sta zitto e quieto di fronte alla presunzione del prepotente.
Un uomo onesto, un fariseo di nome Nicodemo che trova uno spazio tutto suo in quel Vangelo che ormai gli appartiene più di quanto egli stesso non creda.
Un uomo vero, un amico sincero, intelligente e prezioso; un quasi apostolo che sfugge ai luoghi comuni della comunità farisea e non teme di dire quello che sente, pensa e crede.

Uno sconosciuto 
giovedì, 19 marzo, 2015, 16:36


Avremmo preferito uno sconosciuto. Un Dio che restasse lontano e non mostrasse il suo viso. Qualcuno con una maschera e che provenisse, preferibilmente, da Plutone o Nettuno.
Avremmo preferito qualcuno che mantenesse le distanze e non si mescolasse troppo con la nostra storia.
Un Messia senza padre nè madre o con un genitore tra i dottori della legge: certo, risulta scandaloso, oggi come ieri, il figlio di un carpentiere o di un falegname.
La familiarità di un Dio uomo tra gli uomini ci lascia ancora sbigottiti e interdetti.
E quella condanna a morte che prende quota nel cerchio dei potenti di ogni tempo, attende solo di essere eseguita.
Non è ancora l'ora, ma il circolo degli oppositori di Gesù ha già firmato un contratto con le tenebre e si appresta a diffondere qualsiasi menzogna per contagiare il popolo della stessa ostilità.
La luce non si arresta e continua il suo viaggio: se in questi giorni ci fermiamo a pensare, a meditare, a riflettere e a contemplare, potremo seguire il suo percorso e capire qualcosa di più di quel giorno che muore solo per qualche giorno, sino all'alba della Domenica che più non tramonta.

Accade in silenzio... 
mercoledì, 18 marzo, 2015, 17:02


Quando tace ogni voce, anche la propria, accade il silenzio e non hai la minima idea di dove ti potrà condurre o portare.
Accade il silenzio e il ronzio di ogni giudizio lascia il posto a una visione più armonica della vita e della storia.
Accade il silenzio ed è così bello lasciarlo andare; provare a stargli dietro mentre mostra un modo del tutto imprevisto e nuovo di risolvere una questione.
Accade il silenzio e mentre si allontana l'idea del "giusto ripudio" si fa strada l'idea di un'accoglienza possibile e straordinariamente creativa.
Accade il silenzio e Dio comunica una Parola che deve crescere e ti chiede se te ne vuoi occupare.
Accade il silenzio e il silenzio non è mai muto; anche gli uomini diventano giusti quando lo sanno ascoltare.

Le opere del Padre 
martedì, 17 marzo, 2015, 17:13


Qualcuno ha già scritto la condanna a morte di Gesù e vorrebbe accelerare i tempi della sua esecuzione.
Gesù è colpevole di compiere le opere del Padre, è ormai considerato un blasfemo, un falso maestro arrogante che afferma di poter agire nel nome di Dio.
Gesù comunica vita e le ombre della morte, per restare su temi cari a Giovanni, detestano la vita.
Un malato che guarisce è per loro una bestemmia compiuta in giorno di sabato.
Un uomo rincuorato dal perdono ricevuto mette in questione la grettezza dei cuori assetati di potere.
Le sue parole, capaci di restituire libertà a chi ha vissuto per troppo tempo prigioniero, sono pericolose e destabilizzano quel popolo che qualcuno ha sempre controllato come meglio ha creduto.
Si avvicina l'ora in cui Gesù stesso sceglierà di consegnarsi e l'ottusità di chi detiene il potere religioso è sempre più cieca di fronte a una Verità che non teme di affermare se stessa.
Non è che a distanza di due millenni le cose siano cambiate più di tanto: le tenebre vogliono anche oggi l'ultima parola e sono pronte a calare appena sentono qualcuno che ha il coraggio di pronunciare il giorno.


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