mercoledì, 22 giugno, 2011, 15:32
Che cosa aspetta il pollaio del centrosinistra a scegliersi un leader?
Perché pretendono le dimissioni di Berlusconi senza aver ancora risolto il problema delle eventuali alleanze?
Quando Di Pietro, Franceschini, Bersani, Vendola e tutti gli altri si ritroveranno privi di un nemico comune, avranno ancora qualcosa da spartire che non siano le poltrone?
Se mai tornassero a governare, chi potrà raccogliere l'eredità di Mastella?
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martedì, 21 giugno, 2011, 10:42
Ti scrivo da un cielo di girasoli
da una pioggia silenziosa e mite...
Ti scrivo da una stanza accanto
da una parete ch'è anche tua...
Ti scrivo da un mare quieto e dolce
dalla foce del fiume che ti ha bagnato...
Ti scrivo dal nulla che tanto temi
dalla vita che ancora non conosci...
Ti scrivo dall'uscita di un ospedale
da una guarigione diversa dalla tua...
Ti scrivo dalla cicatrice di una ferita
dal dolore che diventa esperienza...
Ti scrivo da un campo di nuvole
da un prato infinito di cirri luminosi...
Ti scrivo dal tempo che non c'è più
dall'attimo che sopravvive alla storia...
Ti scrivo in ogni modo il mio sorriso
dal brivido che avverti quando sono vicino...
Ti scrivo perché alzi il tuo capo
perché c'è ancora molto da leggere...
Ti scrivo e non importa se non comprendi
prova e riprova da un qualunque orizzonte...
Ti scrivo che il vero si vede solo a metà
l'altra metà del vero non è lontana.
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venerdì, 17 giugno, 2011, 10:35
Sei alto più di me e ancora non produci? Alla tua età portavo già a casa la pagnotta e mi mangiavo pure quella di mio fratello e di mio padre!
Scambio ministro precario con la brunetta dei Ricchi e Poveri: ci metto pure Cruciani e Forbice in regalo.
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mercoledì, 15 giugno, 2011, 09:54
Qualcosa sta cambiando!
La Repubblica Televisiva Italiana esce sconfitta dalla manifestazione referendaria e viene messa alle corde dal web e dalla rete umana che ha saputo costruire un messaggio più credibile di quello che quotidianamente appare nel bel paese dei Vespa e dei Minzolini.
L'Italia non ha più voglia di parlare la lingua del grande fratello e sono sempre più numerosi i cittadini alla ricerca delle informazioni che i telegiornali tacciono abitualmente.
C'è un quinto sì, quello sottinteso e tuttavia, il più importante: è il sì di chi vuole partecipare, di chi rifiuta gli inviti ad andare al mare, di chi non ha bisogno del consenso del proprio partito per utilizzare la propria coscienza e decidere.
Bersani, Vendola, Fini, Casini & soci cantano vittoria, ma ignorano che quel 57% di Italiani è trasversale e non ha bisogno delle indicazioni di un partito per mettere in moto i propri neuroni.
Qualcosa sta cambiando e i nostri baldi politici di mestiere, è bene che ritrovino la sintonia con quel popolo che sta imparando a cambiare canale e sa bene che il tasto dell'accensione è anche quello dello spegnimento.
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venerdì, 10 giugno, 2011, 18:41
Primo giorno di vacanza: tutto OK!
Secondo giorno: Tutto OK, sino alle 19.00.
Dopo le 19.00 sono in albergo e ricevo un sms ch'è tutto un programma. Il testo breve ed efficace riporta la parola "ambulanza".
Il messaggio è di Simone, l'amico di buona parte della mia vita con cui spesso ho condiviso i miei pochi giorni di vacanza.
E' andato sulla passeggiata degli Inglesi in riva al mare in compagnia del suo nuovo skateboard e, a quanto pare, è caduto malamente.
Confesso un po' di apprensione e mi accorgo che in precedenza mi aveva già mandato altri messaggi che spiegano la natura dell'incidente: è caduto e non sa come, perché è svenuto e non ricorda quel ch'è successo.
Finalmente è in grado di dirmi dove lo stanno portando e vado un po' nel panico al pensiero di dover trovare l'ospedale. Un signore cordiale alla fermata del tram mi spiega benissimo dove devo andare e, per fortuna, posso evitare di dover cercare dei mezzi di trasporto.
Quando arrivo al pronto soccorso una simpatica impiegata mi dice di aspettare e si dimentica che esisto: è troppo presa da un mare di pratiche da sbrigare, ma quando scopro che avrebbe solo dovuto dirmi di andare dritto e di entrare nell'ufficio delle infermiere, allora, mi ricordo benissimo i termini più scurrili del dizionario Francese.
Una persona cordiale viene a cercarmi e mi dice che il mio amico mi sta aspettando, mi aiuta ad avere il pemesso necessario a entrare al centro d'urgenza e finalmente, raggiungo Simone.
Intanto, sono arrivati gli esiti della Tac e, grazie a Dio, sembra che non ci siano problemi gravi, ma dobbiamo attendere che il neurologo abbia il tempo di confermare la prima impressione dopo aver visionato via mail gli esiti.
Simone è ancora confuso, ma tranquillo e questo mi rincuora. Un po' di rosso e un po' di blu a ravvivare il volto, il braccio dolorante, ma non ha un brutto aspetto.
Finalmente, intorno alle 23.00 ci mandano a casa e riusciamo a dimenticare la documentazione sul taxi, così, per rendere il racconto più suggestivo... il mattino dopo il brillante taxista è così gentile da portare i documenti in hotel.
Simone non è in condizione di viaggiare, il mattino dopo il braccio fa ancora male e, nello stesso tempo, io devo proprio rientrare.
Riesco a fare un biglietto del treno dopo 45 minuti di coda e scopro che se qualche anno fa, sarei potuto partire alle 18.00 e arrivare alle 22.40, adesso, sono costretto a partire poco prima dell'una e solo alle 20.00 sarò ad Asti.
Il primo treno mi porta a Ventimiglia, è un locale e ferma ovunque. Quando raggiungo la frontiera devo attendere un'ora prima di prendere il treno per Genova: carrozza 6 posto 66...inizio a temere!
Sino a Savona, tutto va per il meglio, poi, un pazzo prende a sberle una donna e si crea un crocchio di controllori, passeggeri e poliziotti che per trentacinque minuti bloccano il treno. I poliziotti riescono a caricare il folle e possiamo ripartire.
Genova Porta Principe sembra una stazione Bulgara dopo una grande alluvione e l'edicolante mi confessa che è davvero un peccato che non ci sia più Bin Laden: "E adesso chi la mette più una bomba da queste parti?". Gli rispondo di stare tranquillo perché è vivo e vegeto e ha preso casa dalle parti di S.Lorenzo.
L'ultimo tratto parte dal binario 17, ma anche la sfiga ha una durata e sembra dissolversi quando giungo quasi puntuale ad Asti.
Simone oggi è riuscito a rientrare e tutto si è concluso bene: prima o poi devo trovare il coraggio di dirgli ch'è scivolato su una buccia di banana che ho mangiato io, così, tanto per avere qualcosa di nuovo da scrivere.
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