mercoledì, 23 gennaio, 2013, 08:24
Se provi antipatia nei miei confronti il problema non è mio.
Se hai equivocato un mio atteggiamento, se ho cercato di chiarire il mio punto di vista e tu non mi credi, mi spiace, ma il problema continua a essere tuo.
Non ho più tempo né voglia di lasciarmi coinvolgere in giochi infantili che trascinano per intere stagioni situazioni umorali rivestite di nobili e inesistenti problemi.
Hai tra le mani un solitario e non riuscendo a risolverlo cerchi di trasformarlo in un conflitto con l'altro che, disgraziatamente passa.
La soluzione del cubo che hai tra le mani non sono io e con un po' di onestà intellettuale puoi accorgertene anche tu.
Prova a riconsiderare il condominio che ti abita, prova a dare voce anche ai volti e alle facce che normalmente non consideri: sono parte di te e riconoscerle è un passo importante per risolvere il rompicapo.
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martedì, 22 gennaio, 2013, 10:19
Tu non esisti più.
Il ricordo che ho di te è davvero reale?
C'è stato un tempo in cui sei davvero stato fedele all'immagine sbiadita del ricordo che ho di te o, dentro di me, è andata in scena una delle tante fiction di questo mondo?
Tu non esisti più. Anche ammesso che tu sia davvero esistito in un luogo differente dal mio pensiero e dalle mie emozioni, adesso non ci sei più e dovrei farmene una ragione.
Ha ancora senso il riflusso del rancore che di tanto in tanto prova a rientrare in circolo?
Tu non esisti più ed è questo quel che vedo: il passato che prende in ostaggio il presente e la vita che si ostina a non andare avanti.
Siamo liberi di cambiare o siamo prigionieri delle nostre resistenze. La mente gioca brutti scherzi, ripropone vecchie scene, frammenti mai del tutto capiti e integrati in quello che siamo diventati.
Accettare di non riuscire a mettere ogni cosa al suo posto, andare avanti anche se dobbiamo ricorrere ai puntini di sospensione per cambiare il nostro periodo...
Forse domani la logica riuscirà a tracciare due punti, forse, più probabilmente, quella linea resterà inespressa.
Non ha importanza. Quello che davvero conta è andare avanti e lasciare che i nostri fantasmi siano quello che sono: lenzuoli che danzano per nascondere il nulla ch'è stato.
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lunedì, 21 gennaio, 2013, 09:42
Tu che hai messo un lucchetto ai tuoi sogni
e più non senti il desiderio di un altro viaggio
tu che conti le pillole giuste e più non soffri
mentre racconti di mulini, di farine e di pane.
Tu più non vedi battaglie nè guerrieri nemici
hai messo a riposo le memorie del tuo sguardo
tu finalmente vedi come vedono tutti gli altri
sogni solo quello che ti è richiesto di sognare.
Tu benvenuto nel mondo delle persone accomodate
lontano da sensazioni sgradevoli e fastidiose
tu che ormai scrivi racconti di "mulini bianchi"
e finalmente compri quello che comprano gli altri.
domenica, 20 gennaio, 2013, 08:25
Il "long playing" è ormai datato, ma anche le canzoni che vorrei salvare e portare con me appartengono a un tempo in cui la musica girava sul piatto e non sul lettore cd.
Dieci dischi da salvare e non è facile scegliere tra i tanti padelloni che riaffiorano da un passato in cui la musica si pagava in lire e le registrazioni pirata erano di qualità infima. Vai a spiegarlo a chi è nato "scaricando" qualsiasi cosa dalla rete senza spendere un solo euro.
Per chi ha amato e ancora ama i padelloni del secolo scorso il discorso è differente. Nostalgia, gioia, tenerezza, trepidazione: c'è tutto un mondo in quei titoli che non dimentichi e quel mondo è ancora tuo.
Il primo titolo è "Incontro con Renato Zero", forse il mio primo 33 giri; una raccolta dei primi due dischi con inediti da studio del primo disco live.
Subito dopo scelgo di salvare "La torre di Babele" di Edoardo Bennato e "Pigro" di Ivan Graziani.
"Non al denaro né all'amore né al cielo" e "Storia di un impiegato" di Fabrizio De André sono dischi che ho consumato a più riprese nel tempo e che occupano spazio fisso nel mio lettore di mp3.
Peter Gabriel con "So" non posso proprio dimenticarlo e lo stesso discorso vale per "Wish you where here" dei Pink Floyd.
"Paris", mitico live dei Supertramp e una raccolta dance che metta insieme 70 e primi 80 per energizzare le giornate in cui mi sento scarico.
Torno in Italia per il decimo e ultimo disco e chiudo con Ivano Fossati e i suoi "700 giorni".
E voi? Che padelloni o cd vorreste salvare?
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sabato, 19 gennaio, 2013, 10:21
Finiranno i tempi di facebook e ritroveremo la gioia di condividere le nostre storie con quattro amici e di lasciar perdere l'esercito di conoscenze virtuali.
Faremo a meno degli smart tv che si accendono al nostro saluto e anziché affondare il sedere in un salotto di solitudine riabbracceremo mogli, mariti e figli.
Sceglieremo di non scaricare un film dal pc e per una sera andremo al cinema e, magari, discuteremo anche di quello che abbiamo visto.
Manderemo gli smartphone a farsi fottere perché saremo rapiti dalla lettura di un romanzo che desideriamo finire prima che sia sera.
E di tutti questi anni di ghiaccio, di questa tecnologia che chiude la gente in una casa prigione di vetro, proveremo a scegliere tra quello che realmente ha migliorato le nostre vite e lasceremo andare tutto il resto.
Nel frattempo, svegliarsi prima che il risveglio diventi un'altra moda, non è poi brutta idea!
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