giovedì, 23 maggio, 2013, 09:30
Io sono il fiume
memoria d'acqua dolce
io sono il vento
la foglia che scivola
io sono una nuvola
l'aereo che plana
io sono la nebbia
la terra che emerge
io sono l'albero
il pettirosso sul ramo
io sono il prato
l'azzurro della veronica
io sono una formica
il giallo della farfalla
io sono il cielo
e tutto il resto.
Quando sono felice
io sono in Dio
e tutto il resto.
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venerdì, 17 maggio, 2013, 17:34
Se decido di essere felice, se la felicità diventa un obbligo e si perde in un'estenauante ricerca, la tristezza è dietro l'angolo.
Quando sei felice non stai neanche pensando o immaginando la felicità, non consideri un diritto o un dovere il tuo sorriso, ma fai esperienza di una condizione in cui il tempo e lo spazio sono sospesi e quel che rimane è un presente appagante.
Se la trappola del tempo ti ha catturato continuerai a scivolare in un ricordo o a temere che la libertà di cui godi stia già finendo.
Se l'illusione dello spazio troverà una breccia inizierà a sussurrarti che devi muoverti perché la tua felicità si trova altrove; ti muoverai e si muoverà anche lei e non potrai trovarla se non resti seduto ad aspettarla.
E' già dentro di te, è la sintesi perfetta di un istante libero dai suoi fratelli e di un solo punto che puoi dire partenza, arrivo e viaggio.
La felicità è terra, cielo e l'adesso che Dio continua a rinnovare in qualunque luogo ti trovi: smetti di agitarti e ritorna padrone del tuo sguardo.
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mercoledì, 15 maggio, 2013, 08:28
Ma cosa sono di preciso i buu a Balotelli?
Sono davvero cori con contenuti razzisti o devo pensare che ci sia differenza tra un buu fatto a un Italiano e un buu spernacchiato a un calciatore straniero?
Ho cercato informazioni in rete per riuscire a capire di cosa si tratta, ma non c'è un mezzo giornalista che spieghi nel dettaglio il problema.
L'impressione è che i buu a Balotelli siano rivolti a un giocatore maleducato che litiga in continuazione con arbitri, avversari e anche con i propri compagni.
Puoi pretendere rispetto quando abitualmente non rispetti nessuno?
Se un ragazzino venisse trattato da ragazzino, se le società calcistiche facessero rispettare un po' di più le regole e non avessero pesi e misure differenti nei confronti di presunti fenomeni, forse, penseremmo un po' di più a quanto accade in campo e meno agli spalti dove certamente, la buona educazione è un optional quasi mai richiesto.
L'ipocrisia Italiana versa ettolitri d'inchiostro per personaggi discutibili, ma accetta tranquillamente che il razzismo sia presente nella vita quotidiana: se ti chiami Balotelli esiste il razzismo, se qualcuno dice handicappato, frocio, negro o ebreo a una persona qualunque, un Italiano su due si mette ancora a ridere.
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martedì, 14 maggio, 2013, 09:44
La sicurezza non è di questo mondo e se stai cercando un equilibrio nelle ricchezze e nelle opportunità che i giorni dell'uomo possono offrire, quello che alla fine ti resterà tra le mani, sarà solo un pugno di mosche.
E' di una banalità sconvolgente, ma il modo in cui ci comportiamo abitualmente la dice lunga su quanto possa essere distante un pensiero dalla sua attuazione.
Qualcuno accumula soldi che potrebbero bastare per 10.000 vite dissolute e teme ancora che il denaro e le sue proprietà possano non essere sufficienti per una vita decorosa.
Altri accumulano case su case senza riuscire mai a trovare la casa dei propri sogni.
C'è chi consuma un certo numero di famiglie e attribuisce di volta in volta alle persone che ha scelto e desiderato, la responsabilità di non essere state all'altezza della situazione.
Per altri è una questione di età e di maturazione, ma gli anni passano senza lasciare quella saggezza e tranquillità che anche con i capelli bianchi e radi tarda a venire.
Se avessi quella promozione, se vincessi quel concorso, se il mio partito potesse governare, se ritornassero le mezze stagioni...
Posso voltarmi dove voglio e indossare qualunque abito, ma la sicurezza di questa vita è pura presunzione: un attimo prima di morire stavo ancora respirando, ricorderà qualcuno dei presenti.
Questa vita da sola, può anche essere bella, ma resta comunque un'incompiuta.
Siamo precari e dobbiamo accettarlo, transitori in questo spazio che consideriamo l'unico mondo e in questi giorni che immaginiamo come l'unico tempo.
Un Dio scacciapensieri non può bastare, una religione di tristi abitudini è solo un'altra parvenza di sicurezza.
La preghiera di un precario ha bisogno di onestà e interiorità per vedere al di là di ogni miraggio, quello che davvero è vita.
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venerdì, 10 maggio, 2013, 10:20
Ieri ch'è appena passato e più non torna
ieri ch'era meglio con qualche anno in meno
ieri che un problema se n'è già andato
ieri che neanche immaginavi proprio adesso.
Ieri come sarebbe andata se...
ieri non potevo sapere che...
ieri come farò ad andare avanti
ieri e quel brivido non c'è più.
Ieri non è mai onesto pensarlo oggi
ieri è solo un giorno il passato
ieri che non è giusto trattenere
ieri che chiede di lasciarlo andare.
Ieri e i conti che non tornano mai
ieri le fotografie che non ho più
ieri e ti avevo solo immaginato
ieri la stoltezza del desiderio.
Ieri la pagina di un quotidiano
ieri quei passi sulla luna spenta
ieri tre caravelle e due torri
ieri la terra trema sempre di più.
Ieri la storia va sempre avanti?
Ieri si ripete troppo spesso
ieri non ci ha insegnato niente
ieri la scelta di dimenticare.
Ieri ho fatto un nodo al fazzoletto
ieri ho deciso di scioglierlo
ieri non lo voglio pronunciare più
oggi è l'unico adesso di cui dispongo.
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