giovedì, 26 marzo, 2015, 18:50
Se il cuore è limpido, puoi anche non capire le parole, ma se le opere non lasciano dubbi, il bene dovrebbe restare tale e aiutare a comprendere qualcosa in più.
Certo, se hai già condannato qualcuno e desideri al più presto un'esecuzione, riuscirai a vedere il male comunque, anche se in verità è solo il riflesso di ciò che ti porti dentro.
E' tempo di educare il nostro sguardo, di ritrovare la trasparenza che sa individuare, leggere e interpretare correttamente le tante manifestazioni di bene che sono presenti accanto a noi.
Se davvero c'è una bestemmia è in quella folle ostinazione che ignora il bene pronunciato e realizzato da Dio con l'aiuto e la collaborazione dei nostri fratelli.
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mercoledì, 25 marzo, 2015, 16:51
Le hanno deposte per un istante, rinunciando a malincuore al tiro al bersaglio con l'adultera, ma sono pronti a riprendere le pietre in mano alla prima occasione.
Le parole di Gesù risultano incomprensibili perché l'identità tra il Padre e il Figlio viene letta e interpretata come una bestemmia e in un orizzonte fondamentalmente materialista e pragmatico, il Vangelo, diventa una notizia fastidiosa e urtante.
Le incomprensioni si moltiplicano di parola in parola e in mancanza di un qualsiasi argomento, prevale il desiderio di mettere a tacere chi osa chiamare in causa Abramo e afferma di conoscerlo bene.
Ancora pietre! Da sempre la ragione dei potenti è un'arma in più rispetto all'avversario, è una prova di forza che ignora l'uso di ragione e di cuore.
martedì, 24 marzo, 2015, 16:19
La libertà di accogliere una Parola, di farle un piccolo spazio e di lasciarla crescere...
La verità di un messaggio che non ha nulla di virtuale, perché presto sarà carne, sudore e sangue...
L'amore di una lettera scritta dal cielo alla terra che non ha bisogno di lunghe e tortuose risposte, ma di una sola sillaba pronunciata con sincerità e convinzione...
E poi c'è il chiacchiericcio smanettante di messaggi confezionati e del tutto inutili o quasi.
lunedì, 23 marzo, 2015, 16:02
Beata ironia che attenui il dramma e mitighi la tragedia che presto si consumerà.
Beata ironia che rispondi all'umana ottusità con la semplicità delle parole che non possono essere accolte dove l'arroganza ha già colmato il limite.
Beata ironia che rispondi al materialismo senza perdere una sola virgola dello spirito che ti anima.
Beata ironia che abiti e animi più di una pagina del Vangelo di Giovanni e ci aiuti a sorridere della nostra incapacità di comprendere quello che alle persone realmente semplici risulta elementare.
Beata ironia che non rinunci a offrire una parola di perdono per quanti decidono di elevare lo sguardo e di lasciarsi raggiungere dall'amore di chi muore anche per i propri persecutori.
domenica, 22 marzo, 2015, 18:15
Lei mi ha dato e io ho preso, ma la colpa, dall'antico giardino sino ai giorni nostri, continua a non essere equamente distribuita.
Tra le tante persone disponibili a scagliare la propria pietra, scommettiamo che qualcuno avrebbe potuto confermare per esperienza diretta il peccato dell'adultera?
Altre pietre avrebbero scelto le mani degli invidiosi di turno, altre ancora avrebbero scagliato con violenza quel desiderio mai confessato...
Lei mi ha dato e io non ho rifiutato: mi sembra una ragione più che sufficiente per smetterla di portare mimose l'otto marzo e pietre per il resto dell'anno.
Chi è senza peccato non solo non ha scagliato la sua pietra, ma ha preso le difese della donna e ha messo ogni uomo di fronte alla propria responsabilità.
Duemila anni dopo, la parola colpa suona ancora troppo femminile e l'uomo che si vanta della frequentazione di mille letti è lo stesso che punta il dito contro la peccatrice di turno.
Forse è meglio fare silenzio e provare a immaginare quel che Gesù ha tentato di scrivere sulla terra mentre la folla sbraitava veleno e ipocrisia.
Forse è tempo di interpretare quelle lettere sulla sabbia che è così comodo evitare di leggere...
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