mercoledì, 27 febbraio, 2013, 08:16
Davvero dovrei farlo? Ne sei proprio sicuro?
Guarda che rischio di passare per folle e non è che mi piacciano troppo i reparti per chi vede quel che non si vede, o ascolta quello che per altri è solo fastidioso silenzio.
Caro il mio Dio, non è che mi piaccia troppo diffondere i nostri colloqui: sono privati!
Anche tu sei caduto nella tela dei reality?
Io desidero solo farmi gli affari miei e parlarne un po' con te, non andiamo troppo oltre per cortesia.
Facciamo così: io torno a occuparmi degli esercizi spirituali e penso alla mia animaccia e gli altri, se proprio lo desiderano, vadano a cercarsi un corso di esercizi in una bella località marina o montana.
E' un po' troppo pensare a questa pagina come a una proposta per chi non può muoversi da casa e deve fare i conti con una famiglia, un lavoro e tutto il resto...
Non è che tema le tue ripercussioni o i tuoi castighi, ci siamo già chiariti da tempo a questo proposito, però non è così semplice distinguere quello che nasce da una tua ispirazione e quello che appartiene al mondo dell'immaginazione.
Hai ragione quando mi dici che non ho nulla da perdere: perché non provare a vedere cosa ne può venir fuori?
Sono così abituato a cullare un'intuizione per cinque minuti e a fermarmi appena intercetto le possibili difficoltà... per una volta andiamo oltre e proviamo a giocare con i miei primi esercizi spirituali in rete. Comunque vadano li considererò un successo!
Primo Giorno: scegliere un luogo per incontrare Dio.
Quando esci di casa e vai a lavorare passi di fronte a una chiesa qualunque, ci sei mai entrato? Io eviterei quella della mia comunità parrocchiale perché è meglio un luogo meno familiare quando decidi di bussare alle porte del mistero in cui l'uomo decide di lasciarsi incontrare da Dio.
Ti viene in mente una chiesa in cui ti senti a tuo agio? Un posto in cui c'è silenzio e non si sentono troppe monetine che fanno baccano dove brillano le candele.
Può essere anche un posto all'aperto: qualcuno medita meglio seduto, qualcuno preferisce un bosco per camminare: Dio è ovunque, è dentro di te e qualunque luogo sceglierai sarà quello giusto.
Inizia a pensarci, prova a decidere quale sarà il luogo in cui passare un po' di tempo con Dio e nel corso della giornata raggiungi il posto che hai scelto e fermati per dieci minuti. Porta con te un vangelo, un taccuino e una biro.
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede riceve, chi cerca trova, e a chi bussa verrà aperto. [Luca 11, 9-10]
Leggi con calma questo versetto, rileggilo una seconda e una terza volta. Chiudi gli occhi e prova a ripeterlo mentalmente più volte. Lascia qualche minuto di silenzio.
Che cosa puoi chiedere a Dio in questi giorni?
Scrivi tutto quello che ti viene in mente e chiudi il taccuino.
Ringrazia con una qualunque preghiera e se hai ancora un po' di tempo, non avere fretta di abbandonare quello che per te è un luogo di pace e di silenzio.
Se non hai possibilità di uscire, andrà bene anche un angolo qualunque di casa tua.
Fine primo giorno.
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martedì, 26 febbraio, 2013, 10:04
Servire
Sono disponibile con i miei familiari?
So riconoscere la voce di chiede aiuto?
Passo oltre e fingo di non sentire o accetto di rimettermi in discussione?
Quando gli altri mi costringono a modificare i miei piani riesco a vivere positivamente le variazioni del mio tema?
Donare
Sono generoso?
Che cosa realmente desidero in cambio?
Riesco a donare senza ripensare troppo a quel che ho dato?
Ho bisogno che gli altri "conoscano" la mia generosità?
E "il mio tempo", sono capace di offrirlo senza sentirmi derubato?
So condividere i miei pensieri, le mie preoccupazioni, i miei sogni e il mio mondo interiore?
So donare anche il mio corpo? La mia fatica, un abbraccio, una stretta di mano calorosa, un sorriso... sono capace di condividere e di comunicare anche con il mio corpo?
Sognare
Sono vecchio dentro e vivo di stereotipi o mi lascio catturare dalla novità del Vangelo?
Riesco a pensare a un futuro che non mi faccia paura e che possa rallegrarmi ed esaltarmi almeno un po'?
Ogni tanto cerco di imparare qualcosa di nuovo?
La mia fede è un'eredità del passato?
Se tolgo i precetti, le norme, la abitudini e le regole che cosa rimane del mio credo?
Sono solo domande che in questi giorni ho fatto a me stesso.
Poi mi sono detto, magari possono aiutare anche qualcun altro.
Se qualcuno desidera condividere le proprie risposte (quello che si può condividere ovviamente) questo può essere uno spazio disponibile.
L'unica cosa che vorrei suggerire è calma, quiete, silenzio e il desiderio di continuare ad ascoltare.
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lunedì, 25 febbraio, 2013, 11:06
Una pratica quaresimale (e non solo quaresimale) caduta in disuso, è quella di chiudere le proprie giornate con la volontà di verificare la propria vita alla luce della Parola di Dio.
Vi propongo un piccolo schema: se vi può essere utile adoperatelo, in caso contrario, potete trovare un'ampia produzione di testi che aiutano chi lo desidera a dare senso compiuto ai propri giorni.
Ascoltare
Ho trovato il tempo di ascoltare almeno un brano della Parola di Dio?
Ho ascoltato seriamente o mi sono perso nelle mie distrazioni?
Ho ascoltato le parole dei miei fratelli?
Li ho considerati seriamente e con attenzione?
Sono riuscito a fare silenzio per almeno cinque minuti?
Comunicare
Ho parlato troppo? Ho parlato troppo poco?
Ho utilizzato le parole per comunicare o per criticare e giudicare?
Ho saputo riconoscere esplicitamente il bene degli altri?
Ho compiuto almeno un gesto capace di dire quello che le parole non riescono a esprimere?
Perdonare
Ho iniziato la quaresima dimenticando le vecchie ferite e le offese che mi hanno condizionato per troppo tempo?
Ho perdonato di cuore le persone che proprio oggi mi hanno fatto del male?
Ho cercato di comprendere le loro ragioni?
Sono davvero sicuro di non aver inteso male?
Davvero la finalità di chi mi ha fatto del male era quella di offendermi?
Sono così sicuro di non avere, a mia volta, ferito anche involontariamente qualcuno?
Ci sono parole che potrei dire per chiarire le questioni irrisolte?
Ho pregato per le persone con cui mi è più difficile rapportarmi serenamente?
Fine prima parte
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venerdì, 22 febbraio, 2013, 08:18
Sotto la doccia canticchio "Devo stare molto calmo" di Neffa: è più sanremese dell'intero festival con quel ritornello che, più cantabile di così non potrebbe proprio essere.
Sanremo se ne va in fretta e lascia poco o nulla, come al solito. Si consuma con tale velocità che, verrebbe da chiedersi, se sia davvero il caso d'investire tutti quei soldi in comici, vallettizzette, faziosi e tutto il resto.
Sanremo raggiunge sempre gli ascolti desiderati, anche perché tutto si ferma in quella settimana e nessuno si permette il lusso di provare a fargli concorrenza.
Sanremo e le sue canzoni di presunta qualità, perché Fazio e di sinistra e la sinistra è sempre sinonimo di cultura...
Sanremo e Crozza che mi fa rimpiangere il Bagaglino con la sua propaganda berlusconiana: la sua ossessione per Berlusconi è meglio di qualsiasi spot elettorale.
Sanremo e la sua scenografia che poteva essere quella di "Vieni via con me" o di qualunque altra trasmissione di Fabio Fazio.
Sanremo e la Litti che... meglio a piccole dosi!
Sanremo e il dazio che continua a pagare ai talent...
Sanremo fèstival o festivàl?
Sanremo è sempre sanremo, ma restituitemi Pippo Baudo!
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martedì, 19 febbraio, 2013, 10:01
Potrei non seguirti.
Potrei scegliere di andare altrove.
Non sei ancora stanco di affrontare qualsiasi cosa riducendo sempre più le voci della responsabilità e dell'impegno?
Non sei ancora stanco di vivere una vita perennemente in saldo di fine stagione?
Potrei non seguirti in quelle contorsioni lessicali che per giustificare l'indolenza e l'accidia, chiamano in causa la flessibilità del pensiero che trova sempre una strada per continuare a fare quel che meglio desidera.
Potrei non seguirti in questo ridimensionamento valoriale che salva l'etichetta e butta nel gabinetto il contenuto.
Hai imparato tutte quelle parole con l'unico obiettivo di poter vendere per giusto l'iniquo?
Hai appreso tanta di quella logica per rivestire di ragione l'individualismo e l'egoncentrismo di una società che non esiste mentre parcheggi in doppia fila, ma dovrebbe magicamente comparire quando rivendichi un qualunque servizio...
Hai calcolato tutto con un pallottoliere taroccato e ti lamenti se qualcun altro ha avuto la stessa idea?
La realtà dei fatti dice semplicemente che la vita va avanti solo se qualcuno ha coraggio e fegato per chiudere i propri conti, con quella sconosciuta generosità che paga di persona anche il debito degli altri.
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