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Bugie 
lunedì, 18 marzo, 2024, 07:58


L'innocenza di una bugia che ci coglie con le mani ancora sporche di marmellata si risolve con un sorriso e la promessa di non farlo più. A qualche anno di distanza, quel mal di stomaco che permette di evitare un'interrogazione è un po' meno candido, ma siamo ancora lontani dall'idea di ferire qualcuno per giustificare noi stessi.
L'idea di scaricare la propria colpa su qualcuno del tutto estraneo a una nostra cattiva azione può fare la sua comparsa quando perdiamo il controllo degli eventi e la via d'uscita più semplice è far scivolare una macchia sul vestito che abbiamo accanto.
C'è un crescendo che rafforza sé stesso quando l'innocua bugia diventa menzogna e talvolta si configura come una scelta di vita.
A un certo punto, l'innocente diventa un bersaglio appetibile, perché risulta alquanto fastidioso avere a che fare con la trasparenza quando si sceglie l'ombra.
Trovare qualcuno che ti respinge e raccontare l'inesistenza di provocazioni mai ricevute.
Negare il proprio coinvolgimento e costruire ad arte uno scenario per indirizzare altrove la propria colpa.
Rileggere la fine di un rapporto umano tacendo le proprie responsabilità ed enfatizzando i limiti dell'altra parte.
Diventa sempre più difficile riavvicinarsi alla verità quando l'abitudine a pescare nel torbido prende il sopravvento e un'innocente bugia è cresciuta dove alberga la peggiore ipocrisia.
Si può tentare di mentire anche con Dio o partire dal presupposto che lui sappia benissimo con chi ha a che fare.
In quest'ultimo caso, affiora l'opportunità di venirne fuori e di trovare la misericordia che può restituirci l'innocenza perduta.


Da dove viene? 
sabato, 16 marzo, 2024, 08:05


Da dove viene e dove andrà?
Siamo così convinti di sapere tutto e anche il suo contrario.
Conosciamo le stagioni, prevediamo il tempo e in alcuni casi decidiamo anche quando tutto ha avuto inizio e il momento perfetto in cui tutto deve finire.
La vita sottratta allo stupore e alla meraviglia è un ripetersi di situazioni già viste, di giorni già consumati e di storie che presumono di conoscere il loro epilogo.
L'illusione di poter controllare tutto, di abolire qualsiasi incognita e di evitare abilmente il gioco della profezia per ritrovarsi nei panni sempre più stretti di un indovino prestato alla scienza.
Il velo che nasconde le nostre sorti torna puntuale ad agitare le notti difficili e a chiedersi se vedremo ancora il sole di domani e se potremo contemplarne il tramonto...
Vivere un po' di più il singolo istante e provare a interpretare un orizzonte che ospiti ancora l'idea di un Dio che attende il nostro ritorno non è semplice e va a sbattere con le tante certezze che apparentemente ci difendono dal nulla.
Non è il caso di giocare ai dadi un altro domani, ma scommettere un po' di più sulla carta della fede e accettare di provare a entrare con cautela nel mistero non è poi un'idea così insana.


Il fiore del Giusto 
giovedì, 14 marzo, 2024, 19:39


La giustizia ha tempi lunghissimi, ma chiunque desideri essere giusto non ha bisogno di attendere e può cominciare quando meglio desidera a essere tale. Se aspettiamo che le due situazioni coincidano la giusizia si allontanerà sempre più dalle nostre vite e troveremo sempre una ragione per scusarci in anticipo per la nostra inadeguatezza.
Il giusto non ha nessuna garanzia di essere accreditato per quello che è. Nella logica di questo mondo darà vita a opposizioni più o meno dichiarate e dovrà fare i conti con il fastidio e l'insofferenza di chi si sentirebbe più a suo agio con i propri pari.
Il giusto verrà ricoperto di fango, insultato in ogni modo e detestato; non per le sue colpe, ma per quella trasparenza che chi desidera il regno delle ombre non può tollerare in alcun modo.
Il giusto, l'unico veramente Giusto, vede già la sua croce e mette in conto il tradimento e la distanza dei suoi amici più cari.
Il fiore del giusto è di bellezza unica e irripetibile, ma se ti fermi e contempli quella meraviglia, se lo fai costantemente e non ti arrendi, ha il potere di prenderti per mano e di condurti dove ogni peccato è perdonato e ha inizio la sua giustizia.


Cartolina 
giovedì, 14 marzo, 2024, 09:15


Uno sguardo consuma un'immagine o si lascia trasportare in un territorio che diventa contemplazione.
Il tocco delle mani che accarezzano l'erba sino a raggiungere un fiore e la rinuncia a recidere quel soffio di vita, perché quel piccolo segno possa evocare la stessa semplicità al prossimo viandante sulla strada.
Lo scorrere di un ruscello e la melodia che si arricchisce del canto degli uccelli e della campanella delle mucche al pascolo: che senso avrebbe registrare quanto avviene in questo momento? L'anima sa incidere a un altro livello e le sue tracce non si corrompono.
Il profumo del pane che è appena stato sfornato stimola l'appetito, ma annusare ancora un po' quel desiderio e rendere grazie alle mani che lo hanno impastato non ha davvero prezzo.
Ricordare il primo pomodoro che hai coltivato, la cura con cui lo hai staccato dalla pianta e quel morso dolce che ancora avverti tra le labbra.
La benevolenza di Dio non viene meno e regala ogni giorno più di un episodio che per alcuni è già passato e per altri diventa un segno.
C'è una realtà che ricorre a trucchi per essere aumentata e c'è la magia delle cose più semplici che allo spettatore più attento regalano una piccola porzione d'infinito.

Segnali di vita 
mercoledì, 13 marzo, 2024, 07:54


C'è qualcosa di più dell'idea di una rosa in quella timida pianta che prende colore e quelle piccole macchie rosate sui rami del pesco presto saranno in fiore.
L'inverno si sta allontanando e la veronica, il tarassaco, il lamium e le viole sono un piccolo spettacolo per occhi attenti e silenziosi e per sguardi che non passino oltre.
A che punto è l'inverno interiore?
Ci sta salutando o è ancora irrigito sulle proprie posizioni?
La pace di cui si fa un gran parlare ha accordato un gesto qualunque e quotidiano di perdono o è ancora persa nel conteggio delle ferite e delle offese ricevute?
Le gemme tra le mani si sono aperte al dono o il pugno è ancora contratto e trattiene quello che non riesce a dare?
Le solitudini sono ancora prigioniere di un isolamento forzato o si stanno muovendo a generare e inventare la novità che ravviva i rapporti umani?
E quel Dio che non fa mancare i segnali che raccontano la vita può contare su una preghiera che non sia solo la consueta abitudine?
La primavera non tarda ad arrivare: la stanchezza le passa accanto un po' distratta, ma il desiderio non rinuncia e sceglie di andarle incontro.


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