mercoledì, 20 marzo, 2024, 07:27
Se riavvolgo il nastro della memoria e osservo le tante immagini che un tempo hanno avuto un particolare significato e oggi risultano prive di qualsiasi interesse, non posso che riconoscere i limiti del mio sguardo.
Non erano vitelli e non erano d'oro, ma quante volte ho assolutizzato qualcosa o qualcuno che non era poi così importante.
Il bisogno di collocare i frammenti del quotidiano in una cornice che riesca a riassumere il senso di una vita è una domanda legittima, le risposte che troviamo strada facendo vorrebbero stabilizzarsi e dare un volto definito a qualcosa che ripetutamente sfugge. Vorremmo vedere, toccare, possedere e controllare una realtà che offre alcuni segni e ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano.
Il desiderio di contenere e raffigurare l'infinito in una o più immagini è dimenticare il continuo movimento di una fede che ha necessità di andare oltre.
commenta
martedì, 19 marzo, 2024, 07:50
Nel silenzio una parola e non appartiene alla categoria di quelle di puro intrattenimento e quanto è difficile distinguerla tra le voci della ragione, del buonsenso e della prudenza.
Una parola e tu sembri essere di troppo: non è così semplice comprendere un progetto così alto quando ti accontenteresti di una realtà più simile a quella di tutti gli altri, di una famiglia tra le tante, di una storia più comune.
Una parola e avrai bisogno di una manciata di sogni per iniziare a viverla e di chissà quanto tempo per iniziare a comprenderla.
Una parola e ti ritrovi padre di un discorso che non sai bene dove ti potrà condurre, ma decidi comunque di sostenerla, di accompagnarla e di difenderla.
Una parola e la osservi nella fedeltà alla legge e nell'apertura a quella novità che presto illuminerà il mondo.
Una parola ed è già difficile reggere il peso di un libro; figuriamoci quello di un bambino con tutti gli interrogativi che sanno sconvolgere la realtà di un adulto.
Entri ed esci dalla storia della salvezza regalando atteggiamenti e gesti che hanno il compito di affermare le parole che non hai detto. Senza averne il minimo intento diventi un'icona di una paternità in cui il dato biologico passa in seconda fila rispetto al dato spirituale e psicologico. In un mondo di genitori anonimi che si lasciano confinare nello spazio di un numero continui a essere un riferimento per chiunque voglia abbracciare il futuro di una benedizione.
Nel silenzio una Parola e una risposta che sa dirsi padre.
lunedì, 18 marzo, 2024, 07:58
L'innocenza di una bugia che ci coglie con le mani ancora sporche di marmellata si risolve con un sorriso e la promessa di non farlo più. A qualche anno di distanza, quel mal di stomaco che permette di evitare un'interrogazione è un po' meno candido, ma siamo ancora lontani dall'idea di ferire qualcuno per giustificare noi stessi.
L'idea di scaricare la propria colpa su qualcuno del tutto estraneo a una nostra cattiva azione può fare la sua comparsa quando perdiamo il controllo degli eventi e la via d'uscita più semplice è far scivolare una macchia sul vestito che abbiamo accanto.
C'è un crescendo che rafforza sé stesso quando l'innocua bugia diventa menzogna e talvolta si configura come una scelta di vita.
A un certo punto, l'innocente diventa un bersaglio appetibile, perché risulta alquanto fastidioso avere a che fare con la trasparenza quando si sceglie l'ombra.
Trovare qualcuno che ti respinge e raccontare l'inesistenza di provocazioni mai ricevute.
Negare il proprio coinvolgimento e costruire ad arte uno scenario per indirizzare altrove la propria colpa.
Rileggere la fine di un rapporto umano tacendo le proprie responsabilità ed enfatizzando i limiti dell'altra parte.
Diventa sempre più difficile riavvicinarsi alla verità quando l'abitudine a pescare nel torbido prende il sopravvento e un'innocente bugia è cresciuta dove alberga la peggiore ipocrisia.
Si può tentare di mentire anche con Dio o partire dal presupposto che lui sappia benissimo con chi ha a che fare.
In quest'ultimo caso, affiora l'opportunità di venirne fuori e di trovare la misericordia che può restituirci l'innocenza perduta.
sabato, 16 marzo, 2024, 08:05
Da dove viene e dove andrà?
Siamo così convinti di sapere tutto e anche il suo contrario.
Conosciamo le stagioni, prevediamo il tempo e in alcuni casi decidiamo anche quando tutto ha avuto inizio e il momento perfetto in cui tutto deve finire.
La vita sottratta allo stupore e alla meraviglia è un ripetersi di situazioni già viste, di giorni già consumati e di storie che presumono di conoscere il loro epilogo.
L'illusione di poter controllare tutto, di abolire qualsiasi incognita e di evitare abilmente il gioco della profezia per ritrovarsi nei panni sempre più stretti di un indovino prestato alla scienza.
Il velo che nasconde le nostre sorti torna puntuale ad agitare le notti difficili e a chiedersi se vedremo ancora il sole di domani e se potremo contemplarne il tramonto...
Vivere un po' di più il singolo istante e provare a interpretare un orizzonte che ospiti ancora l'idea di un Dio che attende il nostro ritorno non è semplice e va a sbattere con le tante certezze che apparentemente ci difendono dal nulla.
Non è il caso di giocare ai dadi un altro domani, ma scommettere un po' di più sulla carta della fede e accettare di provare a entrare con cautela nel mistero non è poi un'idea così insana.
giovedì, 14 marzo, 2024, 19:39
La giustizia ha tempi lunghissimi, ma chiunque desideri essere giusto non ha bisogno di attendere e può cominciare quando meglio desidera a essere tale. Se aspettiamo che le due situazioni coincidano la giusizia si allontanerà sempre più dalle nostre vite e troveremo sempre una ragione per scusarci in anticipo per la nostra inadeguatezza.
Il giusto non ha nessuna garanzia di essere accreditato per quello che è. Nella logica di questo mondo darà vita a opposizioni più o meno dichiarate e dovrà fare i conti con il fastidio e l'insofferenza di chi si sentirebbe più a suo agio con i propri pari.
Il giusto verrà ricoperto di fango, insultato in ogni modo e detestato; non per le sue colpe, ma per quella trasparenza che chi desidera il regno delle ombre non può tollerare in alcun modo.
Il giusto, l'unico veramente Giusto, vede già la sua croce e mette in conto il tradimento e la distanza dei suoi amici più cari.
Il fiore del giusto è di bellezza unica e irripetibile, ma se ti fermi e contempli quella meraviglia, se lo fai costantemente e non ti arrendi, ha il potere di prenderti per mano e di condurti dove ogni peccato è perdonato e ha inizio la sua giustizia.
Indietro Altre notizie